
Calcio
Fidelis, Lamorte: “La cordata di Vallarella disposta ad assumersi i debiti. Di Benedetto? Manca la sua firma"
E ancora: "A Di Benedetto si chiede di cedere il suo 65%, a me il 35%. Io non ho problemi nel farlo"
Andria - martedì 29 aprile 2025
17.55
Nel pomeriggio di martedì, Pietro Lamorte, intervenuto in una conferenza stampa inedita, ha voluto chiarire la situazione in merito al passaggio delle intere quote al gruppo di imprenditori guidato da Luca Vallarella, specificando che, senza la firma dell'ormai ex Presidente Di Benedetto, non si potrà far nulla.
"Sono costretto a dire la mia, concretizzando qualcosa che già sapete. Devo fare una premessa: sono stato in silenzio otto mesi, è giusto che ora si dica la verità. Dico a Di Benedetto che da parte mia non c'è nessuno spirito polemico.
Finanziariamente c'è una situazione pesante, in cui mi sono trovato nel febbraio 2023, quando sono diventato Amministratore Unico. All'epoca eravamo quasi retrocessi (febbraio ndr). Ho preso questa carica, prendendomi questo rischio. Dal punto di vista finanziario sono riuscito ad arrivare ad una situazione in cui era rimasto un milione erariale. Nonostante tutto, Roselli e Catapano avevano garantito l'iscrizione al campionato di 'D'. Di Benedetto, con il suo avvento, era riuscito a riportare entusiasmo, il maggior problema che abbiamo dovuto affrontare. L'Andria non era sull'orlo del fallimento. Il budget era ridottissimo. In quel momento (luglio-agosto 2023) si pone la questione su come ripartire.
Grazie al sindaco e a Di Benedetto, che aveva appena vinto un campionato di Eccellenza da solo, il sottoscritto è rimasto Amministratore Unico, responsabilizzandomi molto. Il capitale sociale fu distribuito: due/terzi a Di Benedetto, un/terzo a me. In questa situazione, inizia il primo campionato, concluso in semifinale playoff.
Tra luglio e agosto dello scorso anno, qualcosa è cambiato: c'era una visione diversa della debitoria. Io non mi sentivo più nelle condizioni di fare l'Amministratore, motivo per cui sono nate numerose divergenze. Da quel momento, io sono rimasto socio di minoranza, senza nessun ruolo operativo. I dubbi erano sulla gestione finanziaria.
Andiamo all'attualità: sono stato tirato in ballo con una PEC di Di Benedetto, per esercitare il diritto di prelazione. La mia figura era l'unica a cui ci si poteva rivolgere, prima di cedere a qualcun altro. Ho aspettato i documenti e incontrato gli imprenditori, guidati da Vallarella, che ho conosciuto da una settimana. Mi è stato chiesto di collaborare, ma non lo farò.
Questo gruppo di lavoro, che dobbiamo ringraziare, è disposto ad assumersi i due milioni di debiti, oltre alla responsabilità di chiudere la stagione. A Di Benedetto si chiede di cedere il suo 65%, e a me il 35%. Personalmente, non ho problemi nel farlo. È un discorso di firme, l'unica che ha messo Di Benedetto è quella dell'acquisizione da Roselli. Io cedo volentieri le mie quote. Spero che domani il sig.Di Benedetto e il sig.Montuori vengano ad ufficializzare questa cessione. Queste operazioni di 'bonifica finanziaria' va fatta subito."
"Sono costretto a dire la mia, concretizzando qualcosa che già sapete. Devo fare una premessa: sono stato in silenzio otto mesi, è giusto che ora si dica la verità. Dico a Di Benedetto che da parte mia non c'è nessuno spirito polemico.
Finanziariamente c'è una situazione pesante, in cui mi sono trovato nel febbraio 2023, quando sono diventato Amministratore Unico. All'epoca eravamo quasi retrocessi (febbraio ndr). Ho preso questa carica, prendendomi questo rischio. Dal punto di vista finanziario sono riuscito ad arrivare ad una situazione in cui era rimasto un milione erariale. Nonostante tutto, Roselli e Catapano avevano garantito l'iscrizione al campionato di 'D'. Di Benedetto, con il suo avvento, era riuscito a riportare entusiasmo, il maggior problema che abbiamo dovuto affrontare. L'Andria non era sull'orlo del fallimento. Il budget era ridottissimo. In quel momento (luglio-agosto 2023) si pone la questione su come ripartire.
Grazie al sindaco e a Di Benedetto, che aveva appena vinto un campionato di Eccellenza da solo, il sottoscritto è rimasto Amministratore Unico, responsabilizzandomi molto. Il capitale sociale fu distribuito: due/terzi a Di Benedetto, un/terzo a me. In questa situazione, inizia il primo campionato, concluso in semifinale playoff.
Tra luglio e agosto dello scorso anno, qualcosa è cambiato: c'era una visione diversa della debitoria. Io non mi sentivo più nelle condizioni di fare l'Amministratore, motivo per cui sono nate numerose divergenze. Da quel momento, io sono rimasto socio di minoranza, senza nessun ruolo operativo. I dubbi erano sulla gestione finanziaria.
Andiamo all'attualità: sono stato tirato in ballo con una PEC di Di Benedetto, per esercitare il diritto di prelazione. La mia figura era l'unica a cui ci si poteva rivolgere, prima di cedere a qualcun altro. Ho aspettato i documenti e incontrato gli imprenditori, guidati da Vallarella, che ho conosciuto da una settimana. Mi è stato chiesto di collaborare, ma non lo farò.
Questo gruppo di lavoro, che dobbiamo ringraziare, è disposto ad assumersi i due milioni di debiti, oltre alla responsabilità di chiudere la stagione. A Di Benedetto si chiede di cedere il suo 65%, e a me il 35%. Personalmente, non ho problemi nel farlo. È un discorso di firme, l'unica che ha messo Di Benedetto è quella dell'acquisizione da Roselli. Io cedo volentieri le mie quote. Spero che domani il sig.Di Benedetto e il sig.Montuori vengano ad ufficializzare questa cessione. Queste operazioni di 'bonifica finanziaria' va fatta subito."