Calcio
Dagli applausi, ai fischi: Andrea, dove sei?
D'Errico esce fra una marea di fischi domenica scorsa; Cosco predica fiducia, ma la fascia destra non è più intoccabile
Andria - giovedì 28 marzo 2013
10.05
Non il migliore dei compleanni, quello vissuto la scorsa domenica da Andria D'Errico. Ti aspetti il regalo, ma invece arriva una brutta prestazione e una bordata di fischi. Esci a testa bassa e nella reazione rabbiosa contro chi t'insulta, c'è tutto lo stato d'animo di un ragazzo che attraversa un momento difficile a livello calcistico. E quindi, niente regali, niente applausi, niente abbracci, solo un tunnel diretto agli spogliatoi e una doccia fredda, freddissima.
Arrivato quasi in sordina nella Città dell'olio, D'Errico si è rivelato la sorpresa di inizio campionato. Elemento imprescindibile nell'11 di Cosco, diventa l'anima della fascia destra azzurra, facendo impazzire le difese con le sue improvvise sterzate verso l'area di rigore. Nel momento migliore arriva quell'infortunio che ti blocca e ti fa perdere il ritmo. D'Errico non l'ha più ritrovato, consegnando al tabellino prestazioni sempre più grigie. Prima i rigori negati, poi l'affannosa ricerca di un gol che non arriva. I difensori avversari incominciano a comprendere il suo gioco e lasciandogli sempre meno spazi, finendo per chiudersi nell'estrema destra del terreno di gioco. Si sperava in una rinascita domenica, proprio nel giorno del suo compleanno e soprattutto dopo una discreta prestazione nel derby. Invece, il tracollo. Esce al 5' del secondo tempo, sotto una marea di fischi. Al suo posto fa un buon esordio Ambrogetti, la fascia destra non è più intoccabile.
Le scuse sono arrivate. Ben accette dalla tifoseria, ma basteranno? Quando si parla di piazza importante, non lo si fa per circostanza. E' una Curva ferita quella andriese, che vive di ricordi idilliaci e pretende di essere onorata con grandi prestazioni e con l'attaccamento morboso alla maglia, cercando di esorcizzare la rabbia per un futuro incerto e di un fallimento sempre dietro l'angolo. «Il ragazzo è bravo, ha talento, ma è anche incredibilmente sensibile - precisa Cosco - bisogna sostenere Andrea e dargli fiducia. Lui la ripagherà». Il tecnico azzurro non nega il periodo "no" dell'esterno andriese, ma preferisce (per ora) il sostegno morale alla critica. Con la speranza di ritrovare quell'esterno destro di fiducia, capace di spezzare in due le difese avversarie e magari, con qualche gol in più.
Arrivato quasi in sordina nella Città dell'olio, D'Errico si è rivelato la sorpresa di inizio campionato. Elemento imprescindibile nell'11 di Cosco, diventa l'anima della fascia destra azzurra, facendo impazzire le difese con le sue improvvise sterzate verso l'area di rigore. Nel momento migliore arriva quell'infortunio che ti blocca e ti fa perdere il ritmo. D'Errico non l'ha più ritrovato, consegnando al tabellino prestazioni sempre più grigie. Prima i rigori negati, poi l'affannosa ricerca di un gol che non arriva. I difensori avversari incominciano a comprendere il suo gioco e lasciandogli sempre meno spazi, finendo per chiudersi nell'estrema destra del terreno di gioco. Si sperava in una rinascita domenica, proprio nel giorno del suo compleanno e soprattutto dopo una discreta prestazione nel derby. Invece, il tracollo. Esce al 5' del secondo tempo, sotto una marea di fischi. Al suo posto fa un buon esordio Ambrogetti, la fascia destra non è più intoccabile.
Le scuse sono arrivate. Ben accette dalla tifoseria, ma basteranno? Quando si parla di piazza importante, non lo si fa per circostanza. E' una Curva ferita quella andriese, che vive di ricordi idilliaci e pretende di essere onorata con grandi prestazioni e con l'attaccamento morboso alla maglia, cercando di esorcizzare la rabbia per un futuro incerto e di un fallimento sempre dietro l'angolo. «Il ragazzo è bravo, ha talento, ma è anche incredibilmente sensibile - precisa Cosco - bisogna sostenere Andrea e dargli fiducia. Lui la ripagherà». Il tecnico azzurro non nega il periodo "no" dell'esterno andriese, ma preferisce (per ora) il sostegno morale alla critica. Con la speranza di ritrovare quell'esterno destro di fiducia, capace di spezzare in due le difese avversarie e magari, con qualche gol in più.