Calcio a 5
Città di Andria - Atletico Cassano 0-3: superficialità in campo e noia sugli spalti
Una doppietta di Pignataro e un gol di Papa condannano gli arancioni al ripescaggio; nonostante la noia, gli applausi del pubblico andriese sono meritati
Andria - sabato 25 maggio 2013
18.25
Finisce così, 0-3 per il Cassano, senza altro d'aggiungere, ma con qualcosa in più da recriminare. Il Città di Andria perde in finale il triangolare d'accesso in C1, con la speranza di riuscire ad entraci comunque dalla porta di servizio. Sicuramente la peggior partita di tutta la stagione del quintetto di Mastroviti: troppi fraseggi inutili, poca concentrazione, un po' di sfortuna, ma tanta tanta superficialità.
Il match parte subito nel modo peggiore possibile: al 4' baresi già in vantaggio; la rete è di Pignataro. Subito doccia fredda per gli andriesi e qualcuno sugli spalti storce già il naso:" Se il buongiorno si vede dal mattino...". Se per tutta la stagione, quel "qualcuno" ha dovuto sempre ricredersi, stavolta ci ha visto giusto. La reazione andriese tarda ad arrivare. Passaggi sbagliati, confusione in campo e fretta di concludere portano il Città di Andria a disunirsi e a costringere Marmo agli straordinari. Il match non fiocca d'occasioni, con il Cassano chiuso a riccio nella propria metà campo e che riesce a chiudere la prima frazione senza troppi rischi.
Nel secondo tempo, la partita sembra accendersi. Il Città di Andria alza il ritmo e sembra crederci. Il Cassano incomincia a perdere qualche colpo e gli arancioni andriesi sembrano farsi sempre più pericolosi. Poi black-out. Saranno state le tante occasioni sciupate o una difesa biancoceleste praticamente perfetta. Sta di fatto che il quintetto andriese ritorna nel baratro del primo tempo. Ricominciano le azioni frettolose e gli errori di misura anche in fase d'impostazione. Verso la metà del tempo però, il Cassano incomincia seriamente a farsi sotto. Il Città di Andria completamente riversato in avanti, crea voragini difensive imperdonabili e dopo una serie consistente di occasioni sciupate, i baresi trovano il raddoppio. Ci riescono ancora con Pignataro che infila la porta di Marmo al termine di un contropiede da manuale. Mastroviti tenta il tutto per tutto. Negli ultimi 10' inserisce il portiere in movimento, ora interpretato da Uva, il quale però viene cercato pochissimo dai suoi compagni che faticano anche a far valere la superiorità numeri. Ma proprio a seguito di un fallo sul giovane, arriva l'opportunità di accorciare le distanze: tiro libero, ci va Magno; la palla si stampa sul palo sinistro. Finiscono su quel palo le speranze di vittoria del Città di Andria. Mastroviti cambia Uva e lascia a De Feo il compito di scambiarsi con Marmo, ma ciò che ne esce non è per niente positivo. In pieno recupero, Papa ruba palla a centrocampo e insacca a porta libera: punto, set e match. Tutti a casa.
Una vittoria strameritata del Cassano che ha deciso di giocarsi l'intera partita in difesa, tralasciando lo spettacolo e colpendo in contropiede. Città di Andria, invece, che ora dovrà sperare nel ripescaggio, ma c'è il rammarico di non essere riusciti ad approdare in C1 con le proprie forze e soprattutto di aver perso, sicuramente, la partita più noiosa di tutta la stagione 2012-2013. La Curva andriese però, sempre presente e calorosa, congeda la sua squadra con un meritato "Grazie ragazzi!", a cui non è affatto un male aggregarsi.
Il match parte subito nel modo peggiore possibile: al 4' baresi già in vantaggio; la rete è di Pignataro. Subito doccia fredda per gli andriesi e qualcuno sugli spalti storce già il naso:" Se il buongiorno si vede dal mattino...". Se per tutta la stagione, quel "qualcuno" ha dovuto sempre ricredersi, stavolta ci ha visto giusto. La reazione andriese tarda ad arrivare. Passaggi sbagliati, confusione in campo e fretta di concludere portano il Città di Andria a disunirsi e a costringere Marmo agli straordinari. Il match non fiocca d'occasioni, con il Cassano chiuso a riccio nella propria metà campo e che riesce a chiudere la prima frazione senza troppi rischi.
Nel secondo tempo, la partita sembra accendersi. Il Città di Andria alza il ritmo e sembra crederci. Il Cassano incomincia a perdere qualche colpo e gli arancioni andriesi sembrano farsi sempre più pericolosi. Poi black-out. Saranno state le tante occasioni sciupate o una difesa biancoceleste praticamente perfetta. Sta di fatto che il quintetto andriese ritorna nel baratro del primo tempo. Ricominciano le azioni frettolose e gli errori di misura anche in fase d'impostazione. Verso la metà del tempo però, il Cassano incomincia seriamente a farsi sotto. Il Città di Andria completamente riversato in avanti, crea voragini difensive imperdonabili e dopo una serie consistente di occasioni sciupate, i baresi trovano il raddoppio. Ci riescono ancora con Pignataro che infila la porta di Marmo al termine di un contropiede da manuale. Mastroviti tenta il tutto per tutto. Negli ultimi 10' inserisce il portiere in movimento, ora interpretato da Uva, il quale però viene cercato pochissimo dai suoi compagni che faticano anche a far valere la superiorità numeri. Ma proprio a seguito di un fallo sul giovane, arriva l'opportunità di accorciare le distanze: tiro libero, ci va Magno; la palla si stampa sul palo sinistro. Finiscono su quel palo le speranze di vittoria del Città di Andria. Mastroviti cambia Uva e lascia a De Feo il compito di scambiarsi con Marmo, ma ciò che ne esce non è per niente positivo. In pieno recupero, Papa ruba palla a centrocampo e insacca a porta libera: punto, set e match. Tutti a casa.
Una vittoria strameritata del Cassano che ha deciso di giocarsi l'intera partita in difesa, tralasciando lo spettacolo e colpendo in contropiede. Città di Andria, invece, che ora dovrà sperare nel ripescaggio, ma c'è il rammarico di non essere riusciti ad approdare in C1 con le proprie forze e soprattutto di aver perso, sicuramente, la partita più noiosa di tutta la stagione 2012-2013. La Curva andriese però, sempre presente e calorosa, congeda la sua squadra con un meritato "Grazie ragazzi!", a cui non è affatto un male aggregarsi.