Decervellamento
Caro 2013
Pensando secondo la “decrescita felice”
lunedì 31 dicembre 2012
17.42
In questi giorni molti di noi si stanno cimentando in un bilancio-riflessione dell'appena trascorso 2012. Anche gli istituti di statistica pubblicano rendiconti, conti, budget, percentuali, PIL. E mentre il Prodotto Interno Lordo diminuisce, il benessere personale sembra allontanarsi. È davvero inevitabile che la crescita economica si accompagni a una decrescita-diminuzione del benessere psicologico e della qualità della vita? E se la "decrescita felice" fosse la soluzione? Proviamo a parlarne.
Viviamo in paesi ricchi e questo ci ha permesso di risolvere molti problemi. Ci siamo liberati della povertà, fame e guerra, abbiamo una casa con comodità, i nostri piccoli possono andare a scuola, abbiamo ospedali e medici, possiamo cambiare i nostri vestiti e seguire le mode e possiamo decidere cosa mangiare ogni giorno. Nonostante ciò a molti manca il sorriso. Nel modello di crescita si è affermata, a livello globale, una visione materialistica, in cui il successo, personale e collettivo, viene identificato con il poter comprare beni e risorse, spesso senza tenere conto se ciò fosse conciliabile con i principi della solidarietà e sostenibilità.
Il movimento per la "decrescita felice" offre un'alternativa, promuovendo la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte a livello industriale, che generano un forte impatto ambientale e ingiustizie sociali, con l'autoproduzione dei beni. In questa scelta si individua la possibilità di miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli e le culture.
E come si può praticare la decrescita nelle proprie scelte di vita? Cercare di ridurre la quantità delle merci nella propria vita, sostituendole con beni. Beni di consumo come yogurt, marmellate, passata di pomodoro, la pasta e il pane che in poco tempo sono diventati merci da comprare al supermercato. La via consigliata è quella della semplicità, dell'autoproduzione e scambio basato sul dono e la reciprocità, fattori questi che contribuiscono a rafforzare i legami sociali. Rivalutare le relazioni all'interno della famiglia, riscoprire l'importanza dei rapporti di vicinato, costruire gruppi di acquisto solidali e banche del tempo, restituire ai nonni il loro ruolo educativo e di trasmissione dei saperi: aspetti questi da tornare a considerare e il sorriso tornerà.
Vi consiglio vivamente di leggere La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL libro di Maurizio Pallante, esperto di politica energetica e di tecnologie ambientali.
Viviamo in paesi ricchi e questo ci ha permesso di risolvere molti problemi. Ci siamo liberati della povertà, fame e guerra, abbiamo una casa con comodità, i nostri piccoli possono andare a scuola, abbiamo ospedali e medici, possiamo cambiare i nostri vestiti e seguire le mode e possiamo decidere cosa mangiare ogni giorno. Nonostante ciò a molti manca il sorriso. Nel modello di crescita si è affermata, a livello globale, una visione materialistica, in cui il successo, personale e collettivo, viene identificato con il poter comprare beni e risorse, spesso senza tenere conto se ciò fosse conciliabile con i principi della solidarietà e sostenibilità.
Il movimento per la "decrescita felice" offre un'alternativa, promuovendo la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte a livello industriale, che generano un forte impatto ambientale e ingiustizie sociali, con l'autoproduzione dei beni. In questa scelta si individua la possibilità di miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli e le culture.
E come si può praticare la decrescita nelle proprie scelte di vita? Cercare di ridurre la quantità delle merci nella propria vita, sostituendole con beni. Beni di consumo come yogurt, marmellate, passata di pomodoro, la pasta e il pane che in poco tempo sono diventati merci da comprare al supermercato. La via consigliata è quella della semplicità, dell'autoproduzione e scambio basato sul dono e la reciprocità, fattori questi che contribuiscono a rafforzare i legami sociali. Rivalutare le relazioni all'interno della famiglia, riscoprire l'importanza dei rapporti di vicinato, costruire gruppi di acquisto solidali e banche del tempo, restituire ai nonni il loro ruolo educativo e di trasmissione dei saperi: aspetti questi da tornare a considerare e il sorriso tornerà.
Vi consiglio vivamente di leggere La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL libro di Maurizio Pallante, esperto di politica energetica e di tecnologie ambientali.