On Writing
IQBA (Intanto Qui Balla Amore)
Di Savino Tammaccaro
domenica 7 settembre 2014
A lui piaceva guardarla mentre dormiva.
Era sempre stato uno dal sonno leggero ma, soprattutto, una volta svegliatosi faticava a riprendere sonno. Finiva con l'innervosirsi perché tentava di riaddormentarsi a tutti e non ci riusciva, allora col tempo aveva proprio smesso di provarci.
Quando gli accadeva dunque di svegliarsi, qualsiasi fosse l'ora e qualsiasi fosse il motivo, si metteva in piedi, andava in bagno, beveva una bella sorsata d'acqua dal rubinetto, urinava e poi andava in soggiorno. Si sedeva al tavolo e leggeva, oppure scriveva, raramente guardava la tv. Era per lui un gran fastidio, ma in tanti anni non era riuscito a trovare una soluzione a questo suo problema.
Se l'insonnia lo prendeva d'estate, usciva sul balcone, si sedeva sulla grande poltrona a dondolo che aveva e fumava. Fumava e pensava guardando nel vuoto, ma se anche gliel'avessero chiesto non l'avrebbe saputo dire a cosa pensava. Gli piaceva la fresca brezza notturna delle sere d'estate.
E poi casa sua si affacciava su un parco pieno di gente, soprattutto d'estate, a qualsiasi ora. Gli piaceva allora sbirciare cosa facessero laggiù, anche se si trattava solo di una coppietta che si abbracciava su una panchina e si dava qualche casto bacio in silenzio.
Da quando, invece, nella sua vita era entrata lei aveva smesso di perpetuare questo rituale.
Tutto era cominciato una delle prime volte in cui avevano dormito insieme. Si era svegliato abbracciato a lei e per paura di svegliarla non si era voluto muovere. Era rimasto immobile fino a mattina.
Col tempo aveva finito con l'abituarsi a questo inconveniente, allora, anche quando non dormivano abbracciati, non si alzava più dal letto.
Al massimo si metteva di lato, con il gomito puntato nel materasso e la testa appoggiata sul pugno destro. Cercava quasi di non respirare per non rischiare di svegliarla e restava così sino a mattina.
Non che ci fosse bisogno di tutta questa cautela: a differenza sua, lei dormiva come un sasso e non si svegliava mai. Magari faticava a prendere sonno una volta a letto, ma quando si addormentava non c'era modo, neanche a volerlo, di svegliarla.
Lui lo sapeva benissimo, ma non per questo smetteva di usare mille cautele con lei.
Doveva sembrargli completamente indifesa mentre dormiva e forse lo era davvero.
Pensava alla bellezza di poter dormire di fianco a una donna che si ama, a quanto fantastico fosse sapere che lei si fidava di lui al punto da poter dormire così tranquilla.
A volte era tentato di dirle che quando si svegliava di notte non riusciva poi più a riprendere sonno, ed era anche tentato di dirle che gli capitava di starsene tutta la notte a fissarla; ma aveva paura che lei non l'avrebbe capito e quindi taceva.
Una sera però si era sentito sicuro di sé come non mai, forse perché avevano bevuto un po' più del solito, forse perché quella sera erano stati così bene insieme; si era fatto dunque coraggio e glielo aveva confessato.
«Sai, è da un po' che volevo dirtelo, a volte mi capita di svegliarmi nel cuore della notte. Quando succede, poi, quasi mai riesco a riaddormentarmi e allora, da quando dormiamo insieme, mi capita di guardarti mentre dormi e capita anche che passi tutta la notte a fissarti. Sei bellissima mentre dormi, è un peccato che tu non possa vederti».
«Non mi va che mi guardi mentre dormo» gli rispose lei.
Non era esattamente il tipo di risposta che si aspettava di ricevere, non poteva negarlo.
«Promettimi che non mi guarderai più mentre dormo» aggiunse.
E lui promise, promise senza titubare un attimo. Non che avesse intenzione di mantenere la promessa, ma tanto sapeva che lei non avrebbe mai potuto accorgersene e allora promise a cuor leggero.
E lei gli credette. Gli credette senza dubitare un solo istante della sua onestà.
In cuor suo sapeva che lui comunque non avrebbe smesso di guardarla, ormai lo conosceva bene.
Anche lui in realtà sapeva che lei sapeva che non avrebbe smesso di guardarla e sapeva anche perché gli aveva detto che le dava fastidio che la fissasse mentre dormiva: era una donna forte e non le andava di mostrarsi debole, foss'anche soltanto mentre dormiva.
Lui e lei decisero così, senza dirselo, che quello sarebbe stato il loro piccolo segreto.
Lui l'avrebbe guardata mentre dormiva tutte le notti in cui si fosse svegliato, ma non l'avrebbe mai confessato ad anima viva, e lei avrebbe continuato a dormire serena fingendo che non ci fosse lì lui a vegliare sul suo sonno.
Fu così che, insieme, lui e lei diventarono invincibili.
Era sempre stato uno dal sonno leggero ma, soprattutto, una volta svegliatosi faticava a riprendere sonno. Finiva con l'innervosirsi perché tentava di riaddormentarsi a tutti e non ci riusciva, allora col tempo aveva proprio smesso di provarci.
Quando gli accadeva dunque di svegliarsi, qualsiasi fosse l'ora e qualsiasi fosse il motivo, si metteva in piedi, andava in bagno, beveva una bella sorsata d'acqua dal rubinetto, urinava e poi andava in soggiorno. Si sedeva al tavolo e leggeva, oppure scriveva, raramente guardava la tv. Era per lui un gran fastidio, ma in tanti anni non era riuscito a trovare una soluzione a questo suo problema.
Se l'insonnia lo prendeva d'estate, usciva sul balcone, si sedeva sulla grande poltrona a dondolo che aveva e fumava. Fumava e pensava guardando nel vuoto, ma se anche gliel'avessero chiesto non l'avrebbe saputo dire a cosa pensava. Gli piaceva la fresca brezza notturna delle sere d'estate.
E poi casa sua si affacciava su un parco pieno di gente, soprattutto d'estate, a qualsiasi ora. Gli piaceva allora sbirciare cosa facessero laggiù, anche se si trattava solo di una coppietta che si abbracciava su una panchina e si dava qualche casto bacio in silenzio.
Da quando, invece, nella sua vita era entrata lei aveva smesso di perpetuare questo rituale.
Tutto era cominciato una delle prime volte in cui avevano dormito insieme. Si era svegliato abbracciato a lei e per paura di svegliarla non si era voluto muovere. Era rimasto immobile fino a mattina.
Col tempo aveva finito con l'abituarsi a questo inconveniente, allora, anche quando non dormivano abbracciati, non si alzava più dal letto.
Al massimo si metteva di lato, con il gomito puntato nel materasso e la testa appoggiata sul pugno destro. Cercava quasi di non respirare per non rischiare di svegliarla e restava così sino a mattina.
Non che ci fosse bisogno di tutta questa cautela: a differenza sua, lei dormiva come un sasso e non si svegliava mai. Magari faticava a prendere sonno una volta a letto, ma quando si addormentava non c'era modo, neanche a volerlo, di svegliarla.
Lui lo sapeva benissimo, ma non per questo smetteva di usare mille cautele con lei.
Doveva sembrargli completamente indifesa mentre dormiva e forse lo era davvero.
Pensava alla bellezza di poter dormire di fianco a una donna che si ama, a quanto fantastico fosse sapere che lei si fidava di lui al punto da poter dormire così tranquilla.
A volte era tentato di dirle che quando si svegliava di notte non riusciva poi più a riprendere sonno, ed era anche tentato di dirle che gli capitava di starsene tutta la notte a fissarla; ma aveva paura che lei non l'avrebbe capito e quindi taceva.
Una sera però si era sentito sicuro di sé come non mai, forse perché avevano bevuto un po' più del solito, forse perché quella sera erano stati così bene insieme; si era fatto dunque coraggio e glielo aveva confessato.
«Sai, è da un po' che volevo dirtelo, a volte mi capita di svegliarmi nel cuore della notte. Quando succede, poi, quasi mai riesco a riaddormentarmi e allora, da quando dormiamo insieme, mi capita di guardarti mentre dormi e capita anche che passi tutta la notte a fissarti. Sei bellissima mentre dormi, è un peccato che tu non possa vederti».
«Non mi va che mi guardi mentre dormo» gli rispose lei.
Non era esattamente il tipo di risposta che si aspettava di ricevere, non poteva negarlo.
«Promettimi che non mi guarderai più mentre dormo» aggiunse.
E lui promise, promise senza titubare un attimo. Non che avesse intenzione di mantenere la promessa, ma tanto sapeva che lei non avrebbe mai potuto accorgersene e allora promise a cuor leggero.
E lei gli credette. Gli credette senza dubitare un solo istante della sua onestà.
In cuor suo sapeva che lui comunque non avrebbe smesso di guardarla, ormai lo conosceva bene.
Anche lui in realtà sapeva che lei sapeva che non avrebbe smesso di guardarla e sapeva anche perché gli aveva detto che le dava fastidio che la fissasse mentre dormiva: era una donna forte e non le andava di mostrarsi debole, foss'anche soltanto mentre dormiva.
Lui e lei decisero così, senza dirselo, che quello sarebbe stato il loro piccolo segreto.
Lui l'avrebbe guardata mentre dormiva tutte le notti in cui si fosse svegliato, ma non l'avrebbe mai confessato ad anima viva, e lei avrebbe continuato a dormire serena fingendo che non ci fosse lì lui a vegliare sul suo sonno.
Fu così che, insieme, lui e lei diventarono invincibili.