Non perdiamoci di vista
Visione velata e opaca: la cataratta
Quando il cristallino si opacizza diventando cataratta, la visione appare sbiadita, ingiallita e annebbiata
giovedì 24 ottobre 2019
12.19
Nella mia pratica ambulatoriale quotidiana, tante volte mi capita di ricevere presbiti (soggetti over 40, la cui condizione visiva rende faticosa la visione da vicino, gli oggetti ravvicinati cominciano ad apparire sfocati) che lamentano una visione "velata, offuscata, opaca o appannata". Spesso, questi pazienti mi chiedono di prescrivergli lenti che gli permettano di vedere più chiaramente; adesso vedremo perché non sempre una correzione con lenti oftalmiche può comportare una visione ottimale e nitida.
Intorno ai 40/42 anni insorge fisiologicamente la presbiopia, processo durante il quale il cristallino inizia a perdere trasparenza ed elasticità. Il cristallino che è una piccola lente situata all'interno del nostro occhio, ha lo scopo di filtrare la luce che penetra attraverso la pupilla, direzionandola sulla retina. Adattando la propria forma tramite il cosiddetto processo dell'accomodazione, il cristallino permette la messa a fuoco degli oggetti alle varie distanze. La cataratta consiste, quindi, nell'opacizzazione del cristallino, causato dall'accumulo progressivo delle proteine dovuto all'invecchiamento. Con l'avanzare di questo processo, il cristallino opacizzato riduce la quantità di luce che passa all'interno dei nostri occhi e la visione diventa annebbiata.
I sintomi e i segnali che si rilevano quando il cristallino inizia a trasformarsi in cataratta, sono i seguenti: visione annebbiata e sfuocata, problemi di visione notturna, fotosensibilità e abbagliamento, percezioni di aloni intorno alle luci, percezione di colori sbiaditi e ingialliti, visione sdoppiata.
Quando le lenti da occhiale non bastano più a correggere la vista, e non appena paziente ed oculista riscontrano che la visione è così peggiorata da interferire con la qualità della vita del soggetto stesso si vara la possibilità di effettuare l'intervento di cataratta. Si tratta di un intervento compiuto generalmente senza ricovero, in anestesia locale. Prima dell'intervento sono necessari alcuni esami preparatori; il paziente, pur rimanendo sveglio durante l'intervento non avverte alcun dolore. La tecnica utilizzata è la facoemulsificazione che può oggi garantire un immediato recupero visivo ed una notevole riduzione delle complicanze. L'intervento dura generalmente circa 15/20 minuti a seconda della procedura utilizzata e dopo poche ore il paziente può fare ritorno a casa. Solitamente l'intervento di cataratta viene eseguito su un occhio per volta, operando per primo l'occhio con l'opacità più avanzata in modo da conservare la visione dell'altro occhio per il periodo successivo all'intervento. Dopo qualche giorno o qualche settimana viene effettuato l'intervento sul secondo occhio. Naturalmente la visione migliora una volta operati entrambi gli occhi: aumenta il senso di profondità, la valutazione delle distanze e la percezione dei colori. Dopo alcune settimane dall'ultimo intervento, quando la condizione oculare diventa stazionaria si procede con un nuovo esame visivo e si valuta la correzione da utilizzare eventualmente per la visione a distanza e la correzione da utilizzare per la visione prossimale. Quindi, la visione può tornare ad essere "pulita" grazie alla rimozione del cristallino divenuto cataratta, e solo dopo si può intervenire con lenti da occhiale per renderla nitida.
Intorno ai 40/42 anni insorge fisiologicamente la presbiopia, processo durante il quale il cristallino inizia a perdere trasparenza ed elasticità. Il cristallino che è una piccola lente situata all'interno del nostro occhio, ha lo scopo di filtrare la luce che penetra attraverso la pupilla, direzionandola sulla retina. Adattando la propria forma tramite il cosiddetto processo dell'accomodazione, il cristallino permette la messa a fuoco degli oggetti alle varie distanze. La cataratta consiste, quindi, nell'opacizzazione del cristallino, causato dall'accumulo progressivo delle proteine dovuto all'invecchiamento. Con l'avanzare di questo processo, il cristallino opacizzato riduce la quantità di luce che passa all'interno dei nostri occhi e la visione diventa annebbiata.
I sintomi e i segnali che si rilevano quando il cristallino inizia a trasformarsi in cataratta, sono i seguenti: visione annebbiata e sfuocata, problemi di visione notturna, fotosensibilità e abbagliamento, percezioni di aloni intorno alle luci, percezione di colori sbiaditi e ingialliti, visione sdoppiata.
Quando le lenti da occhiale non bastano più a correggere la vista, e non appena paziente ed oculista riscontrano che la visione è così peggiorata da interferire con la qualità della vita del soggetto stesso si vara la possibilità di effettuare l'intervento di cataratta. Si tratta di un intervento compiuto generalmente senza ricovero, in anestesia locale. Prima dell'intervento sono necessari alcuni esami preparatori; il paziente, pur rimanendo sveglio durante l'intervento non avverte alcun dolore. La tecnica utilizzata è la facoemulsificazione che può oggi garantire un immediato recupero visivo ed una notevole riduzione delle complicanze. L'intervento dura generalmente circa 15/20 minuti a seconda della procedura utilizzata e dopo poche ore il paziente può fare ritorno a casa. Solitamente l'intervento di cataratta viene eseguito su un occhio per volta, operando per primo l'occhio con l'opacità più avanzata in modo da conservare la visione dell'altro occhio per il periodo successivo all'intervento. Dopo qualche giorno o qualche settimana viene effettuato l'intervento sul secondo occhio. Naturalmente la visione migliora una volta operati entrambi gli occhi: aumenta il senso di profondità, la valutazione delle distanze e la percezione dei colori. Dopo alcune settimane dall'ultimo intervento, quando la condizione oculare diventa stazionaria si procede con un nuovo esame visivo e si valuta la correzione da utilizzare eventualmente per la visione a distanza e la correzione da utilizzare per la visione prossimale. Quindi, la visione può tornare ad essere "pulita" grazie alla rimozione del cristallino divenuto cataratta, e solo dopo si può intervenire con lenti da occhiale per renderla nitida.