Non perdiamoci di vista
Occhio pigro: l’arma più efficace è la prevenzione
Ambliopia: quando occhio e cervello elaborano in modo anomalo l'input visivo
mercoledì 24 aprile 2019
12.31
L'immagine di copertina ci suggerisce l'argomento di cui parleremo oggi: l'ambliopia, il cosiddetto occhio pigro. Spesso ci capita di vedere bambini in prima età scolare, intorno ai 5/6 anni con delle bende colorate su uno dei due occhi e questo nella maggior parte dei casi è dovuto all''ambliopia, conosciuta anche come "occhio pigro", è una condizione che interessa il 4% della popolazione mondiale ed è caratterizzata da una riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un occhio o, più raramente, di entrambi. Semplificando si può dire che dipende da un'alterata trasmissione del segnale nervoso tra l'occhio e il cervello per cui il cervello privilegia un occhio a causa della ridotta acuità visiva dell'altro. L'ambliopia si presenta quando il bambino non usa involontariamente un occhio. Questo avviene quando non vede più a fuoco da un occhio o perché il cervello non riesce più a "combinare" (fondere) le immagini che provengono dall'occhio deviato con quelle fornite dall'occhio "sano" o, più raramente, perché alla retina non arrivano segnali visivi.
L'ambliopia può essere determinata da patologie oculari che, durante lo sviluppo dell'apparato visivo in età infantile (fino a 6 anni), impediscono allo stimolo luminoso di raggiungere la retina. Nella maggior parte dei casi, però, si presenta in occhi perfettamente integri dal punto di vista anatomico. In questi occhi risulta alterata la corretta stimolazione sensoriale dell'apparato visivo, molto spesso a causa di difetti di refrazione non corretti (miopia, ipermetropia o astigmatismo).
Ambliopia, quindi, è il termine medico utilizzato per indicare una ridotta visione in uno degli occhi, poiché l'occhio e il cervello elaborano in modo diseguale o anomalo l'input visivo. L'ambliopia può essere causata da qualsiasi condizione che sconvolge il normale sviluppo visivo o l'uso degli occhi, tra cui lo strabismo (quando gli occhi sono disallineati e non guardano nella stessa direzione) oppure la differenza nella qualità di visione tra gli occhi (per esempio, se un occhio è più miope, presbite o astigmatico dell'altro).
Come abbiamo detto negli scorsi post, il cervello e l'occhio lavorano insieme per analizzare ed elaborare le informazioni visive. La luce entra nell'occhio, dove la retina traduce l'immagine in segnali nervosi che vengono inviati, grazie alle vie ottiche, al cervello. Quest'ultimo combina gli stimoli visivi provenienti da ciascun occhio in un'immagine tridimensionale. I bambini devono imparare a vedere, o più specificamente, il loro cervello deve apprendere come interpretare i segnali nervosi che vengono inviati dagli occhi tramite le vie ottiche. Sono necessari circa 3-5 anni prima che i bambini possano vedere chiaramente come gli adulti e fino a 7 anni prima che il sistema visivo si sviluppi completamente. Se un deficit colpisce uno degli occhi durante la crescita, la qualità dei segnali diventa perturbata e questa, a sua volta, influenza l'interpretazione delle immagini. Ciò significa che il bambino può vedere meno chiaramente da un occhio e tende ad affidare la propria visione all'altro. Spesso, le strutture dell'occhio ambliope appaiono sane e funzionali, ma non sono utilizzate correttamente, in quanto il cervello sta favorendo l'altro occhio (detto dominante). Come risultato, il cervello fa sempre più affidamento sulla parte dominante ed inizia ad ignorare i segnali ricevuti dall'occhio ambliope.
I segnali e i sintomi dell'occhio pigro sono molto raramente riferiti dal paziente perché è spesso troppo piccolo per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all'altro. E' per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica al bambino, anche in assenza di sintomi, entro i 2anni di età. Attualmente vi è la tendenza ad anticipare ulteriormente la prima visita così che venga effettuata entro il primo anno di vita.
Per combattere l'ambliopia è fondamentale la diagnosi precoce e il conseguente trattamento tempestivo. L'arma migliore resta la prevenzione con visite di screening da effettuare già all'età di sei mesi e controlli periodici nel corso dei primi 5-6 anni di vita del bambino.
L'ambliopia può essere determinata da patologie oculari che, durante lo sviluppo dell'apparato visivo in età infantile (fino a 6 anni), impediscono allo stimolo luminoso di raggiungere la retina. Nella maggior parte dei casi, però, si presenta in occhi perfettamente integri dal punto di vista anatomico. In questi occhi risulta alterata la corretta stimolazione sensoriale dell'apparato visivo, molto spesso a causa di difetti di refrazione non corretti (miopia, ipermetropia o astigmatismo).
Ambliopia, quindi, è il termine medico utilizzato per indicare una ridotta visione in uno degli occhi, poiché l'occhio e il cervello elaborano in modo diseguale o anomalo l'input visivo. L'ambliopia può essere causata da qualsiasi condizione che sconvolge il normale sviluppo visivo o l'uso degli occhi, tra cui lo strabismo (quando gli occhi sono disallineati e non guardano nella stessa direzione) oppure la differenza nella qualità di visione tra gli occhi (per esempio, se un occhio è più miope, presbite o astigmatico dell'altro).
Come abbiamo detto negli scorsi post, il cervello e l'occhio lavorano insieme per analizzare ed elaborare le informazioni visive. La luce entra nell'occhio, dove la retina traduce l'immagine in segnali nervosi che vengono inviati, grazie alle vie ottiche, al cervello. Quest'ultimo combina gli stimoli visivi provenienti da ciascun occhio in un'immagine tridimensionale. I bambini devono imparare a vedere, o più specificamente, il loro cervello deve apprendere come interpretare i segnali nervosi che vengono inviati dagli occhi tramite le vie ottiche. Sono necessari circa 3-5 anni prima che i bambini possano vedere chiaramente come gli adulti e fino a 7 anni prima che il sistema visivo si sviluppi completamente. Se un deficit colpisce uno degli occhi durante la crescita, la qualità dei segnali diventa perturbata e questa, a sua volta, influenza l'interpretazione delle immagini. Ciò significa che il bambino può vedere meno chiaramente da un occhio e tende ad affidare la propria visione all'altro. Spesso, le strutture dell'occhio ambliope appaiono sane e funzionali, ma non sono utilizzate correttamente, in quanto il cervello sta favorendo l'altro occhio (detto dominante). Come risultato, il cervello fa sempre più affidamento sulla parte dominante ed inizia ad ignorare i segnali ricevuti dall'occhio ambliope.
I segnali e i sintomi dell'occhio pigro sono molto raramente riferiti dal paziente perché è spesso troppo piccolo per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all'altro. E' per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica al bambino, anche in assenza di sintomi, entro i 2anni di età. Attualmente vi è la tendenza ad anticipare ulteriormente la prima visita così che venga effettuata entro il primo anno di vita.
Per combattere l'ambliopia è fondamentale la diagnosi precoce e il conseguente trattamento tempestivo. L'arma migliore resta la prevenzione con visite di screening da effettuare già all'età di sei mesi e controlli periodici nel corso dei primi 5-6 anni di vita del bambino.