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San Riccardo non viene più dall'Inghilterra, fermato dalla Brexit
La lettera del Presidente di Unibat
domenica 18 settembre 2016
«Festa Patronale: ad Andria si festeggiano i due santi patroni, Riccardo e la Madonna dei Miracoli, ma qualcosa non quadra. Sarà stato l'effetto Brexit, sta di fato che San Riccardo non viene più dall'Inghilterra, come cantavano i Milords in una celebre canzone dialettale intitolata proprio "Sànd R'ccard c'à vèin dall'Inghiltèrr". Gli effetti della Brexit hanno fermato il Santo ai confini del Regno Unito quindi non riuscendo a giungere in città si invoca la tanto caldeggiata "sobrietà". Niente fuochi d'artificio, niente tradizionale concerto della grande voce in Piazza e neanche quelle luminarie talmente appariscenti da essere giudicate le più belle del meridione d'Italia ai tempi in cui la tradizione faceva parte dell'orgoglio andriese e persino ai politici veniva richiesta la "piena" andriesità. Nessun rispetto dunque per queste tradizioni cittadine storiche e popolari che portavano ad Andria, in quei tre giorni, decine e decine di migliaia di visitatori e di concittadini che con le loro famiglie si erano trasferiti altrove o addirittura all'estero. Nel nome di una sobrietà che però non si vede né per le strade né tantomeno sui volti di chi vorrebbe far finta di ostentare tristezza, si continua ad incassare le entrate mentre i costi restano sempre uguali, al punto che anche la matematica diventa sobria e perde la sua inattaccabile certezza.
Come dire: una sobrietà a metà ed a tempo. Sembra sia stato inventato un nuovo gioco di società che potrebbe essere tranquillamente chiamato il gioco dei farsari ma a questo gioco non tutti ci stanno ed ecco che la città, i cittadini, le associazioni si organizzano e fanno da sé. Venerdì 16 settembre cioè il giorno della vigilia dei "non" festeggiamenti ufficiali di San Riccardo, Andria risorge dalle sue ceneri, reagisce ed esplode. Riprende coraggio e rialza la testa, come recitava uno slogan urbano. Un tripudio di eventi e di iniziative da far invidia ai più blasonati festeggiamenti per San Riccardo ai bei tempi quando Renzo Arbore veniva ad Andria e con le sue canzonette si portava via un centinaio di migliaio di euro per aver oppiato cittadini freschi di cabina elettorale. Un'altra farsa.
Venerdì 16 settembre, ad Andria, si può fare e si è fatto tutto ciò che non si potrà fare durante le tre giornate "sobrie" della Festa Patronale. Se capitavi in Piazza Catuma vi trovavi la scena di un matrimonio con allestimenti da favola, tavoli apparecchiati ad occupare l'intera area pubblica sottratta all'uso generale pubblico con tanto di bodyguard a vietare l'accesso ai non "conformati". Cena, balli di gruppo, musica, allegria e fiumi di bevande il tutto contornato da poche, scarne luminarie indegne di quelle che facevano accorrere ad Andria, per il sol fatto di ammirarle ai tempi che furono, quelle decine e decine di migliaia di visitatori ormai perduti per sempre.
Se in Piazza Catuma si ballava e si mangiava in un'altra area della città, nella zona 167 a pochissimi passi dallo slargone della farsa, il concertone che non t'aspetti. Una sorpresa graditissima all'intera città che vi accorre per assistere allo spettacolo bloccando praticamente l'intera zona. Una manifestazione canora, autorizzata dal Palazzo, con tanto di palco, luci psichedeliche, balli, musiche partenopee e popolari e il cantante che per oltre cinque ore, fino a mezzanotte, diletta l'intero quartiere e molto oltre con le sue performance. Un'iniziativa privata che riesce a sopperire all'assenza di quel cantante di grido che l'Amministrazione comunale non ha voluto far esibire in occasione della Festa Patronale per rispetto della "sobrietà". Sempre quella, la stessa sobrietà che anche quest'anno, con la festa che non c'è, non fa abbassare i prezzi che rimangono sempre fermi a trentamila euro, salvo errori, omissioni, accessori ed imprevisti vari. Quest'anno Andria piange i suoi morti. Quest'anno Andria avrebbe voluto piangere i suoi morti oppure avrebbe potuto "resuscitare". Entrambe le cose non sono riuscite perché per piangere i morti ci vuole l'animo sensibile per natura e non per circostanza mentre per resuscitare ci vorrebbe un vero e proprio Miracolo.
Quest'anno, ad Andria, non è accaduta né una cosa né l'altra. I soldi dei fuochi d'artificio in beneficenza per i terremotati? Non ci sono stati. Un'altra farsa».
Savino Montaruli
Presidente Unibat
Come dire: una sobrietà a metà ed a tempo. Sembra sia stato inventato un nuovo gioco di società che potrebbe essere tranquillamente chiamato il gioco dei farsari ma a questo gioco non tutti ci stanno ed ecco che la città, i cittadini, le associazioni si organizzano e fanno da sé. Venerdì 16 settembre cioè il giorno della vigilia dei "non" festeggiamenti ufficiali di San Riccardo, Andria risorge dalle sue ceneri, reagisce ed esplode. Riprende coraggio e rialza la testa, come recitava uno slogan urbano. Un tripudio di eventi e di iniziative da far invidia ai più blasonati festeggiamenti per San Riccardo ai bei tempi quando Renzo Arbore veniva ad Andria e con le sue canzonette si portava via un centinaio di migliaio di euro per aver oppiato cittadini freschi di cabina elettorale. Un'altra farsa.
Venerdì 16 settembre, ad Andria, si può fare e si è fatto tutto ciò che non si potrà fare durante le tre giornate "sobrie" della Festa Patronale. Se capitavi in Piazza Catuma vi trovavi la scena di un matrimonio con allestimenti da favola, tavoli apparecchiati ad occupare l'intera area pubblica sottratta all'uso generale pubblico con tanto di bodyguard a vietare l'accesso ai non "conformati". Cena, balli di gruppo, musica, allegria e fiumi di bevande il tutto contornato da poche, scarne luminarie indegne di quelle che facevano accorrere ad Andria, per il sol fatto di ammirarle ai tempi che furono, quelle decine e decine di migliaia di visitatori ormai perduti per sempre.
Se in Piazza Catuma si ballava e si mangiava in un'altra area della città, nella zona 167 a pochissimi passi dallo slargone della farsa, il concertone che non t'aspetti. Una sorpresa graditissima all'intera città che vi accorre per assistere allo spettacolo bloccando praticamente l'intera zona. Una manifestazione canora, autorizzata dal Palazzo, con tanto di palco, luci psichedeliche, balli, musiche partenopee e popolari e il cantante che per oltre cinque ore, fino a mezzanotte, diletta l'intero quartiere e molto oltre con le sue performance. Un'iniziativa privata che riesce a sopperire all'assenza di quel cantante di grido che l'Amministrazione comunale non ha voluto far esibire in occasione della Festa Patronale per rispetto della "sobrietà". Sempre quella, la stessa sobrietà che anche quest'anno, con la festa che non c'è, non fa abbassare i prezzi che rimangono sempre fermi a trentamila euro, salvo errori, omissioni, accessori ed imprevisti vari. Quest'anno Andria piange i suoi morti. Quest'anno Andria avrebbe voluto piangere i suoi morti oppure avrebbe potuto "resuscitare". Entrambe le cose non sono riuscite perché per piangere i morti ci vuole l'animo sensibile per natura e non per circostanza mentre per resuscitare ci vorrebbe un vero e proprio Miracolo.
Quest'anno, ad Andria, non è accaduta né una cosa né l'altra. I soldi dei fuochi d'artificio in beneficenza per i terremotati? Non ci sono stati. Un'altra farsa».
Savino Montaruli
Presidente Unibat