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Le male Azioni, titoli non quotati di difficile solubilità
Tanta la preoccupazione tra i risparmiatori
domenica 16 ottobre 2016
7.09
Le banche le offrono in sottoscrizione ai clienti garantendo loro il facile smobilizzo delle stesse, ma quando si chiede il rientro delle somme investite si riscontrano notevoli difficoltà.
Sono azioni non quotate sul mercato regolamentato per cui la compravendita avviene solo se vi è una controparte privata che voglia acquistare azioni della stessa banca. Le aste di compravendita non sono giornaliere ma vengono stabilite dalla banca e solitamente con cadenza di una o due mensili.
Da qui si denota la difficoltà a smobilizzare il denaro investito. Con la grave situazione finanziaria creatasi nell'ultimo periodo si intuisce che è quasi impossibile liquidare le posizioni, perché vi è assenza di compratori. Va considerato che il consiglio di amministrazione si riunisce una volta l'anno per deliberare sul bilancio e ristabilire il nuovo prezzo delle azioni, che in virtù della nuova situazione patrimoniale si deprezza notevolmente, arrecando gravi perdite al portafoglio soci. Tale situazione sta creando gravi difficoltà a molti risparmiatori che per svariati motivi hanno necessità di far rientrare il denaro investito, per coprire spese urgenti ed improrogabili,nonostante la perdita subita sul valore delle azioni possedute.
Alcuni istituti di credito infine, per ovviare all'immissione di ordini di vendita adottano motivazioni non plausibili, come, per esempio, blocco del sistema inserimento dati ecc.,altri, al contrario adempiano alla richiesta del cliente, il quale non trova riscontro nell'attuazione di tale operazione di vendita, in quanto non vi sono scambi e contrattazioni. Le stesse banche pur potendo loro stesse acquistare le proprie azioni, non lo fanno per non depauperare ulteriormente il loro patrimonio.
Per cui alla resa dei conti chi ci rimette è sempre il risparmiatore ignaro.
Sono azioni non quotate sul mercato regolamentato per cui la compravendita avviene solo se vi è una controparte privata che voglia acquistare azioni della stessa banca. Le aste di compravendita non sono giornaliere ma vengono stabilite dalla banca e solitamente con cadenza di una o due mensili.
Da qui si denota la difficoltà a smobilizzare il denaro investito. Con la grave situazione finanziaria creatasi nell'ultimo periodo si intuisce che è quasi impossibile liquidare le posizioni, perché vi è assenza di compratori. Va considerato che il consiglio di amministrazione si riunisce una volta l'anno per deliberare sul bilancio e ristabilire il nuovo prezzo delle azioni, che in virtù della nuova situazione patrimoniale si deprezza notevolmente, arrecando gravi perdite al portafoglio soci. Tale situazione sta creando gravi difficoltà a molti risparmiatori che per svariati motivi hanno necessità di far rientrare il denaro investito, per coprire spese urgenti ed improrogabili,nonostante la perdita subita sul valore delle azioni possedute.
Alcuni istituti di credito infine, per ovviare all'immissione di ordini di vendita adottano motivazioni non plausibili, come, per esempio, blocco del sistema inserimento dati ecc.,altri, al contrario adempiano alla richiesta del cliente, il quale non trova riscontro nell'attuazione di tale operazione di vendita, in quanto non vi sono scambi e contrattazioni. Le stesse banche pur potendo loro stesse acquistare le proprie azioni, non lo fanno per non depauperare ulteriormente il loro patrimonio.
Per cui alla resa dei conti chi ci rimette è sempre il risparmiatore ignaro.