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Cortecce di mandorle per le strade di campagna, anche questo è inquinamento
Intervento dell'ambientalista Nicola Montepulciano
sabato 3 settembre 2016
Siamo nel periodo di raccolta delle mandorle e come ogni anno si assiste all'abbandono dei malli (la scorza verde che copre il guscio legnoso) in alcune zone periferiche della città. Non ci è dato sapere spiega quanto antica sia questa pratica rozza, dura a morire, che sta a dimostrare la relativa ignoranza di taluni mandorlicoltori o chi per questi. E' possibile che non ci sia stato mai qualche perito agrario, agronomo, o chi altro, che si sia preoccupato di spiegare a costoro che i malli sparsi nei loro fondi sono un buon concime? Dopo due mesi, al massimo, dei malli non rimane la minima traccia perché si sono trasformati in humus, terra.
Non solo. In tutto questo periodo i malli svolgono una discreta funzione pacciamante, proteggono, cioè, il terreno dalla insolazione e riducono la crescita di erbe infestanti, fungendo da diserbante naturale. I malli, ancora, costituiscono un buon ingrediente per mangime dei bovini e sicuramente dei maiali e fors'anche di altri animali fra cui i daini (e i cinghiali). La nostra mandorlicoltura al momento è in crisi e per questo sono poche le zone periferiche cosparse di malli, ma se dovesse ritornare redditizia dovremmo assistere al demoralizzante spettacolo di quasi tutte le periferie piene di malli? A quei mandorlicoltori che ancora adottano questa rozza pratica si consiglia di comprarsi qualche libro o rivista sui malli per capire come smaltirli naturalmente. Oppure rivolgersi a qualche perito agrario purché competente. Aggiornarsi è cosa buona e utile. A chi di competenza, poi, diciamo che non è affatto difficile acciuffare chi maltratta le nostre periferie, purché lo si voglia.
Per ultimo si invita chiunque non accetta questi suggerimenti a portare i malli all'isola ecologica. Ma disfarsene così di questo elemento naturale, che è un bene e non uno scarto, è da rozzi e ignoranti in materia.
Nicola Montepulciano,
ambientalista
Non solo. In tutto questo periodo i malli svolgono una discreta funzione pacciamante, proteggono, cioè, il terreno dalla insolazione e riducono la crescita di erbe infestanti, fungendo da diserbante naturale. I malli, ancora, costituiscono un buon ingrediente per mangime dei bovini e sicuramente dei maiali e fors'anche di altri animali fra cui i daini (e i cinghiali). La nostra mandorlicoltura al momento è in crisi e per questo sono poche le zone periferiche cosparse di malli, ma se dovesse ritornare redditizia dovremmo assistere al demoralizzante spettacolo di quasi tutte le periferie piene di malli? A quei mandorlicoltori che ancora adottano questa rozza pratica si consiglia di comprarsi qualche libro o rivista sui malli per capire come smaltirli naturalmente. Oppure rivolgersi a qualche perito agrario purché competente. Aggiornarsi è cosa buona e utile. A chi di competenza, poi, diciamo che non è affatto difficile acciuffare chi maltratta le nostre periferie, purché lo si voglia.
Per ultimo si invita chiunque non accetta questi suggerimenti a portare i malli all'isola ecologica. Ma disfarsene così di questo elemento naturale, che è un bene e non uno scarto, è da rozzi e ignoranti in materia.
Nicola Montepulciano,
ambientalista