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Chiuso ed abbandonato, ecco come si presenta oggi teatro Astra
Intervento del professor Riccardo Suriano
lunedì 10 ottobre 2016
Magnifico il teatro Petruzzelli di Bari. Stupendo il teatro Curci di Barletta. Splendido il teatro Mercadante di Altamura. Meraviglioso il teatro comunale di Corato. Così pure tanti altri teatri della nostra regione. Di contro alla bellezza di tanti teatri pugliesi, ecco l'antico teatro Astra di Andria. Sito nel centralissimo corso Cavour, di fronte all'oratorio salesiano "don Bosco", risale a più di cento anni fa. Un tempo si chiamava teatro Eden. Da parecchi anni è completamente chiuso, malandato, decrepito, decaduto, abbandonato, alla deriva completa. Le sue vetrate di accesso si sono trasformate in un orrendo tabezao, dove si affigge di tutto: locandine, manifesti, avvisi, appuntamenti musicali, inviti per spettacoli di dubbio valore culturale e artistico. Guardandolo così com'è ridotto oggi, nessuno può immaginare il suo passato illustre, la sua storia gloriosa, incredibile e indimenticabile.
Dal suo palcoscenico sono transitati tutti, davvero tutti. Dai più grandi attori cinematografici del Novecento a quelli di teatro del Bel Paese. Dalle più note compagnie teatrali, nazionali e internazionali, compagnie di prosa, di musica, di canto, di avanspettacolo, di operette, nonché di opera lirica, danza e canto. Gruppi musicali di fama nazionale e internazionale, orchestre sinfoniche, di musica leggera, pop e jazz. Cantautori celeberrimi e artisti indimenticabili.
Sul palcoscenico del nostro teatro Astra, sono transitati anche i più grandi nomi del mondo politico italiano, da Aldo Moro a Massimo Dalema. Una lista infinita di spettacoli, incontri, convegni, tavole rotonde di grande spessore politico, civile, sociale e religioso. Come puoi dimenticare che il teatro Astra è stato di supporto a tante scuole cittadine elementari, medie e superiori, a tante associazioni culturali di volontariato, a tante parrocchie e oratori, alle numerose compagnie teatrali andriesi (gruppo Alfa e Gurgo's in primis?) fino a pochi anni fa riempivano il loggione e la platea fino all'inverosimile. Spettacoli eccezionali, rimasti indelebili nella memoria collettiva di Andria.
Qualcuno dovrebbe riscrivere la storia di cento anni del teatro Astra, una storia straordinariamente ricca di eventi e accadimenti. Solo per questo, l'Astra va salvato. Solo per questo l'Astra va recuperato e salvaguardato! È vero: il teatro non è pubblico, ma privato. Ma un sindaco che ha a cuore le sorti presenti e future della sua città dovrebbe fare di tutto perchè il teatro Astra non muoia. Sappiamo benissimo delle gravi difficoltà finanziarie ed economiche in cui versa il Comune (del resto il problema è uguale in tutta la penisola). Chi scrive, però, lancia un appello: si faccia aiutare dagli organismi dell'UE. Ricorra urgentemente a fondi europei e regionali del nuovo quinquennio finanziario. Se ciò non basta per l'acquisizione del teatro al patrimonio comunale, coinvolga anche la grande imprenditoria locale illuminata. Lo acquisti e lo ridia alla città. Circa dieci anni fa il Palazzo Ducale fu messo in vendita dal tribunale fallimentare di Trani, intervenne il Comune di Andria e, per diritto di prelazione, lo fece suo.
È un'operazione complessa, impegnativa e costosa. Ma il futuro di una città dipende anche dalla capacità dei suoi amministratori di favorire la crescita culturale e intellettuale dei suoi cittadini. Secondo me, qui si gioca il futuro delle nuove generazioni. Una città senza teatro è una città senza anima. E non bastano i sedici giorni del Festival Internazionale Castel dei mondi per raggiungere codesto risultato.
Riccardo Suriano
Dal suo palcoscenico sono transitati tutti, davvero tutti. Dai più grandi attori cinematografici del Novecento a quelli di teatro del Bel Paese. Dalle più note compagnie teatrali, nazionali e internazionali, compagnie di prosa, di musica, di canto, di avanspettacolo, di operette, nonché di opera lirica, danza e canto. Gruppi musicali di fama nazionale e internazionale, orchestre sinfoniche, di musica leggera, pop e jazz. Cantautori celeberrimi e artisti indimenticabili.
Sul palcoscenico del nostro teatro Astra, sono transitati anche i più grandi nomi del mondo politico italiano, da Aldo Moro a Massimo Dalema. Una lista infinita di spettacoli, incontri, convegni, tavole rotonde di grande spessore politico, civile, sociale e religioso. Come puoi dimenticare che il teatro Astra è stato di supporto a tante scuole cittadine elementari, medie e superiori, a tante associazioni culturali di volontariato, a tante parrocchie e oratori, alle numerose compagnie teatrali andriesi (gruppo Alfa e Gurgo's in primis?) fino a pochi anni fa riempivano il loggione e la platea fino all'inverosimile. Spettacoli eccezionali, rimasti indelebili nella memoria collettiva di Andria.
Qualcuno dovrebbe riscrivere la storia di cento anni del teatro Astra, una storia straordinariamente ricca di eventi e accadimenti. Solo per questo, l'Astra va salvato. Solo per questo l'Astra va recuperato e salvaguardato! È vero: il teatro non è pubblico, ma privato. Ma un sindaco che ha a cuore le sorti presenti e future della sua città dovrebbe fare di tutto perchè il teatro Astra non muoia. Sappiamo benissimo delle gravi difficoltà finanziarie ed economiche in cui versa il Comune (del resto il problema è uguale in tutta la penisola). Chi scrive, però, lancia un appello: si faccia aiutare dagli organismi dell'UE. Ricorra urgentemente a fondi europei e regionali del nuovo quinquennio finanziario. Se ciò non basta per l'acquisizione del teatro al patrimonio comunale, coinvolga anche la grande imprenditoria locale illuminata. Lo acquisti e lo ridia alla città. Circa dieci anni fa il Palazzo Ducale fu messo in vendita dal tribunale fallimentare di Trani, intervenne il Comune di Andria e, per diritto di prelazione, lo fece suo.
È un'operazione complessa, impegnativa e costosa. Ma il futuro di una città dipende anche dalla capacità dei suoi amministratori di favorire la crescita culturale e intellettuale dei suoi cittadini. Secondo me, qui si gioca il futuro delle nuove generazioni. Una città senza teatro è una città senza anima. E non bastano i sedici giorni del Festival Internazionale Castel dei mondi per raggiungere codesto risultato.
Riccardo Suriano