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Banche popolari pugliesi, preoccupazione tra i piccoli azionisti e risparmiatori
Intervento dell'Associazione difesa orientamento consumatori
giovedì 4 agosto 2016
10.09
Sono migliaia e migliaia i risparmiatori pugliesi e lucani, preoccupati per la situazione che sta investendo le banche popolari pugliesi, che quest'anno hanno visto drasticamente calare il valore delle proprie azioni. Si tratta dell'ultima vicenda che sta interessando il sistema bancario italiano, purtroppo concentrato a discutere delle soluzioni da adottare per il salvataggio delle banche del centro nord, vedasi Veneto Banca e Popolare di Vicenza e completamente latitante per le vicende altrettanto delicate delle banche del meridione e pugliesi in particolare. Perdite che riguarderebbero istituti di credito non quotati, le cui azioni sono divenute ormai illiquide, non essendoci più compratori disposti ad acquistarle.
Come dicevamo sono migliaia i risparmiatori che in questi giorni stanno affollando gli sportelli bancari per cercare di capire cosa avverrà dei loro risparmi, investiti su pacchetti azionari, ieri considerati allettanti ed oggi con valori ridotti dal 30 al 50%. Un copione già visto quello che vede coinvolti i risparmiatori pugliesi e lucani. Per svariati anni, molte banche popolari hanno collocato ai propri clienti azioni della stessa banca, con valori stabiliti dall'istituto di credito e basati su stime approntate dalla stessa banca o da società di valutazione incaricate dagli stessi istituti. Azioni di fatto non rivendibili sul libero mercato e, pertanto, illiquide, con un valore reale di molto inferiore.
Per una di queste addirittura a ottobre ci sarà la trasformazione in Società per Azioni, dopo che nell'ultima assemblea è stato ridotto il valore dell'azione del 22%, passando dal 9,53 al 7,50 euro. Per un'altra banca con ramificazioni storiche anche nella vicina Basilicata, non solo il valore è crollato alla metà di quello che era solo nel 2013 ma addirittura ci sono problemi nella costituzione del fondo di riacquisto, stabilito nell'ultima assemblea dei soci dell'aprile scorso. Le perdite per i piccoli risparmiatori sono veramente incalcolabili. Da premettere che solo qualche mese addietro i dati non ufficiali facevano propendere per una tenuta del valore dell'azione, e quindi con conseguenti pressioni da parte di molti funzionari delle banche popolari ai propri azionisti, a non vendere il proprio pacchetto di titoli.
«La drammaticità della situazione – spiega l'avvocato Saverio Giurano di Andria, referente della locale sede Adoc che si sta occupando del caso con l'ausilio dell'avvocato Michele Coratella in tutta la Puglia e Basilicata – è dato dal fatto che veniva spacciato per investimento sicuro e remunerativo un collocamento azionario che ha esposto i risparmiatori a grossi rischi, compresi molti pensionati o persone con età dagli ottant'anni in su. In pratica sono stati impegnati i risparmi di una vita o quelli derivanti dalla vendita di immobili di famiglia, sono così finiti ad alimentare queste pericolose operazioni finanziarie. Io mi chiedo se sono stati realmente resi edotti i risparmiatori dei rischi a cui andavano incontro? E' stato fatto firmare ogni utile documento su quelli che erano le criticità sottese a tale investimento azionario? Come si comporteranno tali banche adesso che si trasformeranno in Società per azioni? Quale sarà il prezzo di recesso che fisseranno per i risparmiatori che non intendono partecipare a tale trasformazione?».
Auspichiamo che i presidenti dei consigli di amministrazioni mettano in campo ogni azione utile atta a scongiurare ogni ulteriore pericolo nei confronti dei risparmiatori. E' assurdo pensare che in alcuni casi i componenti dei Consigli di amministrazione, a fronte di queste situazioni si siano addirittura aumentati i compensi o abbiano destinato a beneficenze determinati somme, pur a fronte delle vistose perdite riscontrate. Toccherà adesso alla magistratura accertare le responsabilità del caso, così da consentire ai risparmiatori di vedersi restituire le somme inizialmente investite, a titolo di risarcimento del danno patito.
Per quanti si dovessero trovare a possedere azioni delle popolari pugliesi, l'Adoc mette a disposizione i propri recapiti per poter fornire ogni ulteriore informazione o assistenza: email andria.bat@adocpuglia.it, oppure rivolgersi presso la sede di Andria, di via M. Attimonelli n. 60 (Pendio San Lorenzo) -tel 0883.883321.
Come dicevamo sono migliaia i risparmiatori che in questi giorni stanno affollando gli sportelli bancari per cercare di capire cosa avverrà dei loro risparmi, investiti su pacchetti azionari, ieri considerati allettanti ed oggi con valori ridotti dal 30 al 50%. Un copione già visto quello che vede coinvolti i risparmiatori pugliesi e lucani. Per svariati anni, molte banche popolari hanno collocato ai propri clienti azioni della stessa banca, con valori stabiliti dall'istituto di credito e basati su stime approntate dalla stessa banca o da società di valutazione incaricate dagli stessi istituti. Azioni di fatto non rivendibili sul libero mercato e, pertanto, illiquide, con un valore reale di molto inferiore.
Per una di queste addirittura a ottobre ci sarà la trasformazione in Società per Azioni, dopo che nell'ultima assemblea è stato ridotto il valore dell'azione del 22%, passando dal 9,53 al 7,50 euro. Per un'altra banca con ramificazioni storiche anche nella vicina Basilicata, non solo il valore è crollato alla metà di quello che era solo nel 2013 ma addirittura ci sono problemi nella costituzione del fondo di riacquisto, stabilito nell'ultima assemblea dei soci dell'aprile scorso. Le perdite per i piccoli risparmiatori sono veramente incalcolabili. Da premettere che solo qualche mese addietro i dati non ufficiali facevano propendere per una tenuta del valore dell'azione, e quindi con conseguenti pressioni da parte di molti funzionari delle banche popolari ai propri azionisti, a non vendere il proprio pacchetto di titoli.
«La drammaticità della situazione – spiega l'avvocato Saverio Giurano di Andria, referente della locale sede Adoc che si sta occupando del caso con l'ausilio dell'avvocato Michele Coratella in tutta la Puglia e Basilicata – è dato dal fatto che veniva spacciato per investimento sicuro e remunerativo un collocamento azionario che ha esposto i risparmiatori a grossi rischi, compresi molti pensionati o persone con età dagli ottant'anni in su. In pratica sono stati impegnati i risparmi di una vita o quelli derivanti dalla vendita di immobili di famiglia, sono così finiti ad alimentare queste pericolose operazioni finanziarie. Io mi chiedo se sono stati realmente resi edotti i risparmiatori dei rischi a cui andavano incontro? E' stato fatto firmare ogni utile documento su quelli che erano le criticità sottese a tale investimento azionario? Come si comporteranno tali banche adesso che si trasformeranno in Società per azioni? Quale sarà il prezzo di recesso che fisseranno per i risparmiatori che non intendono partecipare a tale trasformazione?».
Auspichiamo che i presidenti dei consigli di amministrazioni mettano in campo ogni azione utile atta a scongiurare ogni ulteriore pericolo nei confronti dei risparmiatori. E' assurdo pensare che in alcuni casi i componenti dei Consigli di amministrazione, a fronte di queste situazioni si siano addirittura aumentati i compensi o abbiano destinato a beneficenze determinati somme, pur a fronte delle vistose perdite riscontrate. Toccherà adesso alla magistratura accertare le responsabilità del caso, così da consentire ai risparmiatori di vedersi restituire le somme inizialmente investite, a titolo di risarcimento del danno patito.
Per quanti si dovessero trovare a possedere azioni delle popolari pugliesi, l'Adoc mette a disposizione i propri recapiti per poter fornire ogni ulteriore informazione o assistenza: email andria.bat@adocpuglia.it, oppure rivolgersi presso la sede di Andria, di via M. Attimonelli n. 60 (Pendio San Lorenzo) -tel 0883.883321.