Food Reporter
Biologico: la Conferenza Stato-Regioni approva il piano strategico nazionale
Dieci azioni mirate per la crescita del settore
mercoledì 30 marzo 2016
Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al Piano strategico nazionale del biologico, settore che in Italia rappresenta oltre 1,3 milioni ettari di superficie, più di 55.000 operatori, con un fatturato di quasi 4 miliardi di euro e che è fortemente in crescita anche nel mercato mondiale: nel 2014 ha visto un giro d'affari di oltre 60 miliardi di euro e in Europa è cresciuto del 7,6%, raggiungendo i 26 miliardi di euro (quasi a pari merito con il mercato degli Stati Uniti che ha un giro di 27 miliardi e che è il più grande mercato mondiale). Il piano è il risultato del lavoro portato avanti dal Mipaaf insieme a tutta la filiera e prevede una serie di obiettivi per la crescita del settore, sia in termini di mercato che di superficie dedicata all'agricoltura biologica, da centrare entro il 2020 attraverso un set di azioni specifiche.
«L'approvazione del Piano rappresenta un passaggio importante per un settore sempre più strategico per tutto il Paese, come ci dimostrano anche i consumi interni che nell'ultimo anno sono aumentati in modo esponenziale segnando + 20%. In questo momento di forte crescita è fondamentale quindi mettere in campo - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - una strategia di insieme e a lungo termine, in grado di dare un indirizzo preciso allo sviluppo del biologico così da coordinare al meglio le politiche di sostegno e dare allo stesso tempo risposte concrete alle esigenze degli operatori».
Gli asset individuati sono quattro: coordinamento delle iniziative di sviluppo, tutela del consumatore, semplificazione e ricerca. Dieci sono gli obiettivi principali:
1 - Biologico nei piani di sviluppo rurale - Uniformare le modalità di applicazione della misura di sostegno all'agricoltura bio prevista dai Psr tra le diverse Regioni italiane. Indirizzare a favore del settore anche altre azioni previste dai Psr. Particolare attenzione viene data alla formazione specifica per diffondere l'approccio agro-ecologico.
2 - Politiche di filiera - Favorire l'aggregazione del mondo della produzione e le relazioni stabili con gli altri attori del comparto, trasformazione, distribuzione e commercio attraverso la realizzazione di specifiche forme associative.
3 - Biologico made in Italy e comunicazione istituzionale - Valutare l'opportunità dell'introduzione di un segno distintivo e promuovere il bio Made in Italy attraverso il piano di internazionalizzazione dell'agro-alimentare. Sviluppare campagne di informazione specifiche per l'agricoltura biologica, utilizzando anche il web.
4 - Biologico e green public procurement - Stimolare l'utilizzo dei prodotti biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche, e l'applicazione del metodo biologico anche nella gestione del verde delle aree pubbliche.
5 - Semplificazione della normativa sul biologico - Favorire la semplificazione della normativa di settore, anche sulla base delle novità legislative Ue, attraverso il coinvolgimento delle Amministrazioni regionali.
6 - Formazione, informazione e trasparenza - Istituzione di percorsi formativi sull'agricoltura biologica in ambito universitario e corsi di aggiornamento per i docenti anche nelle scuole superiori. Rafforzamento dei servizi del Sinab per migliorare la disponibilità di informazioni relative al settore.
7 - Biologico paper less - informatizzazione - Sviluppare il SIB-Sistema di Informazione del Biologico, in linea con quanto previsto dal Piano Agricoltura 2.0, per favorire la connessione con le altre banche dati utili per il settore con l'obiettivo di semplificare le procedure a carico degli operatori.
8 - Revisione normativa sui controlli (d.lgs 220/95) - Migliorare l'efficacia del sistema di controllo e certificazione in Italia a garanzia delle imprese biologiche e dei consumatori.
9 - Controllo alle importazioni - Intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi terzi anche con un maggiore coinvolgimento delle Dogane e con l'utilizzo di strumenti informatici evoluti per favorire un rapido scambio di informazioni.
10 - Piano per la ricerca e l'innovazione in agricoltura biologica - Predisposizione di un piano nazionale per la ricerca e l'innovazione in agricoltura biologica. Costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, con gli enti vigilati dal Mipaaf, ed il coinvolgimento delle Regioni e delle rappresentanze del settore.
Il Piano è un importante passo in avanti ma c'é da garantire anche una più efficace tutela dei produttori italiani rispetto alla concorrenza internazionale. In Italia si importano molti prodotti stranieri che provengono sia dagli Stati membri, sia da Paesi terzi e che non sempre sono di qualità biologica pari alla nostra. Nella Ue la certificazione biologica di uno Stato membro è automaticamente valevole in tutta la Comunità, per cui l'Italia non può porre ostacoli alla importazioni di prodotti bio dai Paesi, anche da quelli che applicano parametri più laschi dei nostri. E', ad esempio, tuttora irrisolta la questione della presenza di sostanze e prodotti non autorizzati nei prodotti biologici, materia sulla quale manca di fatto un'armonizzazione a livello comunitario, dal momento che solo l'Italia e pochi altri Paesi hanno deciso di fissare per legge una soglia massima di contaminazione.
Si auspica, infine, che gli Enti certificatori, soggetti privati a cui è stato delegato il controllo sulle aziende biologiche, conducono la loro attività ispettiva sempre più in campo che sulla carta, per essere efficaci e restringere la possibilità di truffe.
«L'approvazione del Piano rappresenta un passaggio importante per un settore sempre più strategico per tutto il Paese, come ci dimostrano anche i consumi interni che nell'ultimo anno sono aumentati in modo esponenziale segnando + 20%. In questo momento di forte crescita è fondamentale quindi mettere in campo - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - una strategia di insieme e a lungo termine, in grado di dare un indirizzo preciso allo sviluppo del biologico così da coordinare al meglio le politiche di sostegno e dare allo stesso tempo risposte concrete alle esigenze degli operatori».
Gli asset individuati sono quattro: coordinamento delle iniziative di sviluppo, tutela del consumatore, semplificazione e ricerca. Dieci sono gli obiettivi principali:
1 - Biologico nei piani di sviluppo rurale - Uniformare le modalità di applicazione della misura di sostegno all'agricoltura bio prevista dai Psr tra le diverse Regioni italiane. Indirizzare a favore del settore anche altre azioni previste dai Psr. Particolare attenzione viene data alla formazione specifica per diffondere l'approccio agro-ecologico.
2 - Politiche di filiera - Favorire l'aggregazione del mondo della produzione e le relazioni stabili con gli altri attori del comparto, trasformazione, distribuzione e commercio attraverso la realizzazione di specifiche forme associative.
3 - Biologico made in Italy e comunicazione istituzionale - Valutare l'opportunità dell'introduzione di un segno distintivo e promuovere il bio Made in Italy attraverso il piano di internazionalizzazione dell'agro-alimentare. Sviluppare campagne di informazione specifiche per l'agricoltura biologica, utilizzando anche il web.
4 - Biologico e green public procurement - Stimolare l'utilizzo dei prodotti biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche, e l'applicazione del metodo biologico anche nella gestione del verde delle aree pubbliche.
5 - Semplificazione della normativa sul biologico - Favorire la semplificazione della normativa di settore, anche sulla base delle novità legislative Ue, attraverso il coinvolgimento delle Amministrazioni regionali.
6 - Formazione, informazione e trasparenza - Istituzione di percorsi formativi sull'agricoltura biologica in ambito universitario e corsi di aggiornamento per i docenti anche nelle scuole superiori. Rafforzamento dei servizi del Sinab per migliorare la disponibilità di informazioni relative al settore.
7 - Biologico paper less - informatizzazione - Sviluppare il SIB-Sistema di Informazione del Biologico, in linea con quanto previsto dal Piano Agricoltura 2.0, per favorire la connessione con le altre banche dati utili per il settore con l'obiettivo di semplificare le procedure a carico degli operatori.
8 - Revisione normativa sui controlli (d.lgs 220/95) - Migliorare l'efficacia del sistema di controllo e certificazione in Italia a garanzia delle imprese biologiche e dei consumatori.
9 - Controllo alle importazioni - Intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi terzi anche con un maggiore coinvolgimento delle Dogane e con l'utilizzo di strumenti informatici evoluti per favorire un rapido scambio di informazioni.
10 - Piano per la ricerca e l'innovazione in agricoltura biologica - Predisposizione di un piano nazionale per la ricerca e l'innovazione in agricoltura biologica. Costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, con gli enti vigilati dal Mipaaf, ed il coinvolgimento delle Regioni e delle rappresentanze del settore.
Il Piano è un importante passo in avanti ma c'é da garantire anche una più efficace tutela dei produttori italiani rispetto alla concorrenza internazionale. In Italia si importano molti prodotti stranieri che provengono sia dagli Stati membri, sia da Paesi terzi e che non sempre sono di qualità biologica pari alla nostra. Nella Ue la certificazione biologica di uno Stato membro è automaticamente valevole in tutta la Comunità, per cui l'Italia non può porre ostacoli alla importazioni di prodotti bio dai Paesi, anche da quelli che applicano parametri più laschi dei nostri. E', ad esempio, tuttora irrisolta la questione della presenza di sostanze e prodotti non autorizzati nei prodotti biologici, materia sulla quale manca di fatto un'armonizzazione a livello comunitario, dal momento che solo l'Italia e pochi altri Paesi hanno deciso di fissare per legge una soglia massima di contaminazione.
Si auspica, infine, che gli Enti certificatori, soggetti privati a cui è stato delegato il controllo sulle aziende biologiche, conducono la loro attività ispettiva sempre più in campo che sulla carta, per essere efficaci e restringere la possibilità di truffe.