Food Reporter
50 anni di Vinitaly: mezzo secolo di innovazione
Presentato il Testo Unico del Vino
mercoledì 13 aprile 2016
Era il 1967 quando, da un'illuminazione di Angelo Betti e con un altro nome (Le giornate del vino italiano) nasceva il Salone internazionale più grande del mondo dedicato ai vini e ai distillati. In Italia allora si produceva tanto vino e se ne consumava tantissimo - 110 litri a testa ogni anno - mentre le esportazioni si aggiravano attorno al solo 4%. Cinquant'anni dopo, la foto del vino italiano è totalmente diversa e migliore per tanti aspetti: si produce molto meno ma si vende ad un prezzo più remunerativo e adeguato alla qualità crescente, si esporta il 50% anche perché l'italiano medio beve solo 36 litri l'anno, all'insegna del "poco ma buono".
Una viticoltura che ha saputo ripartire dal disastro di trentanni fa, dopo lo scandalo del metanolo, puntando tutto sulla qualità e che nel suo complesso vale oltre 14 miliardi di euro. Il 2015 è stato l'anno nel quale l'Italia ha raggiunto la soglia record di 5,4 miliardi di euro sul fronte export e ha riconquistato il primato nella classifica mondiale dei produttori di vino strappandolo alla Francia, eterna rivale. Secondo la stima della Commissione Ue, effettuata sulla base delle cifre comunicate dagli Stati membri a settembre, l'Italia nella campagna 2015/2016 produrrà 48,8 milioni di ettolitri di vino, segnando un aumento del 13% rispetto all'annata 2014/2015. Una vendemmia ottima.
E cinquanta Vinitaly dopo la Fiera del Vino più importante d'Italia ha potuto fregiarsi di una prima assoluta: l'inaugurazione affidata al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha voluto ricordare quel 1967, per poi volgere lo sguardo al futuro: «La ricetta è agire come squadra coesa dove pubblico e privato si danno una mano e sentire l'Europa come casa propria».
Il tema di quest'anno è il digitale: «Per vincere sul mercato dobbiamo fare rete. Una delle vie più dirette e senza confini è proprio il web. La sfida digitale riguarda tutti, anche lo Stato», ha dichiarato il Ministro Martina. A tal fine nello spazio Mipaaf "World Wine Web" è stato previsto un ciclo di 10 incontri con gli esperti dei giganti del web (da Facebook a Twitter, da eBay ad Amazon fino a Google) per dare alle aziende del settore interessate gli strumenti per affrontare le nuove sfide del mercato online.
Ma l'innovazione digitale non passa solo dalle vendite e dalla comunicazione del prodotto, ma anche dalla sburocratizzazione, altro tema chiave di questo Vinitaly. Obiettivo perseguito dal Governo con la smaterializzazione dei registri vitivinicoli. La misura prevista dal decreto noto come "Campo libero", che sta vivendo proprio in questi giorni la propria fase sperimentale visto che è partita lo scorso 1 aprile e durerà fino al 29 giugno per lasciare poi il posto alla fase applicativa vera e propria. Se tutto andrà come previsto, l'Italia sarà il primo Paese al mondo in grado di avere online tutta la giacenza e movimentazione del vino prodotto. «In questo modo - ha spiegato il ministro Martina - saremo l'unico Paese ad avere i dati sulla produzione vinicola in tempo reale».
E' stato presentato, inoltre, il Testo Unico del Vino approvato in Commissione Agricoltura alla Camera lo scorso 6 Aprile, frutto dell'intesa raggiunta tra le organizzazioni rappresentative della filiera e molto atteso dagli operatori di settore. Un testo che in 89 articoli raccoglie e mette a sistema la complessa normativa del vino del Belpaese, con innovazioni importanti sul fronte della semplificazione burocratica e degli adempimenti dei produttori, del sistema dei controlli e delle sanzioni (privilegiando, per le inadempienze, la possibilità di risoluzioni preventive delle irregolarità con diverse modalità fra cui il ravvedimento operoso), del riconoscimento giuridico del "vitigno autoctono", e su pratiche vinicole che allineano ancora di più l'Italia all'Europa.
Ancora una volta la normativa del settore enologico si dimostra all'avanguardia rispetto agli altri comparti dell'agroalimentare. La speranza è che si arrivi all'approvazione definitiva, nei tempi più rapidi possibile.
Una viticoltura che ha saputo ripartire dal disastro di trentanni fa, dopo lo scandalo del metanolo, puntando tutto sulla qualità e che nel suo complesso vale oltre 14 miliardi di euro. Il 2015 è stato l'anno nel quale l'Italia ha raggiunto la soglia record di 5,4 miliardi di euro sul fronte export e ha riconquistato il primato nella classifica mondiale dei produttori di vino strappandolo alla Francia, eterna rivale. Secondo la stima della Commissione Ue, effettuata sulla base delle cifre comunicate dagli Stati membri a settembre, l'Italia nella campagna 2015/2016 produrrà 48,8 milioni di ettolitri di vino, segnando un aumento del 13% rispetto all'annata 2014/2015. Una vendemmia ottima.
E cinquanta Vinitaly dopo la Fiera del Vino più importante d'Italia ha potuto fregiarsi di una prima assoluta: l'inaugurazione affidata al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha voluto ricordare quel 1967, per poi volgere lo sguardo al futuro: «La ricetta è agire come squadra coesa dove pubblico e privato si danno una mano e sentire l'Europa come casa propria».
Il tema di quest'anno è il digitale: «Per vincere sul mercato dobbiamo fare rete. Una delle vie più dirette e senza confini è proprio il web. La sfida digitale riguarda tutti, anche lo Stato», ha dichiarato il Ministro Martina. A tal fine nello spazio Mipaaf "World Wine Web" è stato previsto un ciclo di 10 incontri con gli esperti dei giganti del web (da Facebook a Twitter, da eBay ad Amazon fino a Google) per dare alle aziende del settore interessate gli strumenti per affrontare le nuove sfide del mercato online.
Ma l'innovazione digitale non passa solo dalle vendite e dalla comunicazione del prodotto, ma anche dalla sburocratizzazione, altro tema chiave di questo Vinitaly. Obiettivo perseguito dal Governo con la smaterializzazione dei registri vitivinicoli. La misura prevista dal decreto noto come "Campo libero", che sta vivendo proprio in questi giorni la propria fase sperimentale visto che è partita lo scorso 1 aprile e durerà fino al 29 giugno per lasciare poi il posto alla fase applicativa vera e propria. Se tutto andrà come previsto, l'Italia sarà il primo Paese al mondo in grado di avere online tutta la giacenza e movimentazione del vino prodotto. «In questo modo - ha spiegato il ministro Martina - saremo l'unico Paese ad avere i dati sulla produzione vinicola in tempo reale».
E' stato presentato, inoltre, il Testo Unico del Vino approvato in Commissione Agricoltura alla Camera lo scorso 6 Aprile, frutto dell'intesa raggiunta tra le organizzazioni rappresentative della filiera e molto atteso dagli operatori di settore. Un testo che in 89 articoli raccoglie e mette a sistema la complessa normativa del vino del Belpaese, con innovazioni importanti sul fronte della semplificazione burocratica e degli adempimenti dei produttori, del sistema dei controlli e delle sanzioni (privilegiando, per le inadempienze, la possibilità di risoluzioni preventive delle irregolarità con diverse modalità fra cui il ravvedimento operoso), del riconoscimento giuridico del "vitigno autoctono", e su pratiche vinicole che allineano ancora di più l'Italia all'Europa.
Ancora una volta la normativa del settore enologico si dimostra all'avanguardia rispetto agli altri comparti dell'agroalimentare. La speranza è che si arrivi all'approvazione definitiva, nei tempi più rapidi possibile.