Biologica-Mente

Una dieta particolare

Lo studio per ridurre la proliferazione delle cellule tumorali

Anche i tumori possono essere messi a "dieta" per "dimagrire". È quello che emerge da un recente studio del gruppo di ricerca del CNR di Napoli, guidato da Gianfranco Peluso, in collaborazione con Lorenzo Montanaro dell'Università di Bologna e la Sigma-Tau, importantissima industria farmaceutica italiana. La ricerca si è guadagnata così un posticino d'onore nella prestigiosa rivista medica The Journal of the National Cancer Institute.

Le cellule tumorali, in generale, hanno un particolare metabolismo accelerato che richiede il consumo di molta energia. Ragion per cui questo tipo di cellule ha una particolare propensione verso i grassi. Questi, difatti, sono molecole ad elevato contenuto energetico, fonte preziosissima di energia per alcuni tipi di metabolismi. Basti pensare agli animali (come gli orsi per esempio) che vanno in letargo durante l'inverno e conservano tutta l'energia indispensabile per sopravvivere ad inverni lunghi e rigidi in un particolare tipo di tessuto adiposo, il cosiddetto grasso bruno. Inoltre i grassi (lipidi) sono i componenti principali di molte strutture all'interno delle nostre cellule, ad esempio sono lo scheletro delle membrane cellulari e di tutte le membrane che rivestono gli organelli cellulari. Per cui sono indispensabili affinché una cellula si divida (tramite un processo detto mitosi) in due cellule figlie, in questo caso tumorali.

L'idea portante dello studio è stata che le cellule tumorali siano strettamente collegate e dipendenti dal metabolismo dei lipidi. Somministrando quindi un farmaco, l'ST1326, che blocca una parte di questo metabolismo, si potrebbe rallentare la proliferazione del tumore. In particolare, questo composto andrebbe a bloccare un trasportatore dei grassi all'interno dei mitocondri, le centrali energetiche e non solo delle nostre cellule, dove avviene la degradazione di queste molecole e il conseguente recupero di grosse quantità di energia indispensabili alla sopravvivenza della cellula tumorale.

Lo studio, ancora in fase del tutto sperimentale, ha dimostrato che il farmaco svolge un'azione preferenziale verso le cellule tumorali e sembrerebbe non sviluppare altri effetti tossici su diversi tipi di cellule normali.
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