Biologica-Mente

Sperimentazione animale: questo sconosciuto (parte IV)

Concludiamo l’analisi della tematica più discussa negli ultimi tempi

7) Sarebbe meglio sperimentare sugli uomini direttamente, per esempio sui carcerati. Falso. Sembra strano ma l'uomo rappresenta un pessimo "modello" per se stesso, almeno nelle fasi iniziali di indagine. A parte le implicazioni etiche, gli esseri umani non possono essere utilizzati nelle prime fasi di sperimentazione perché la loro vita media è molto più lunga rispetto a quella di un topolino. Per cui per studiare gli effetti a lungo termine, la senescenza e le implicazioni legate all'età sarebbe un modello inutile e i costi dello studio a lungo termine sarebbero improponibili. Inoltre, per studiare su larga scala gli effetti di una sostanza, per esempio, si ha la necessità di avere una popolazione numerosa. Anche se si costringessero i detenuti ad accoppiarsi vicendevolmente, il tempo di gestazione sarebbe lunghissimo rispetto ai 20 giorni di un topo. Oltretutto il numero di nuovi nati sarebbe molto basso, contrariamente alla numerosa prole di certe specie animali (10-12 nuovi nati per gravidanza nei topi). Sono comunque tristemente noti, avvenuti nel corso della storia, tragici episodi di sperimentazione umana, come gli studi condotti sui deportati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale, con esiti a dir poco infausti (per approfondire http://it.wikipedia.org/wiki/Sperimentazione_umana, http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimenti_nazisti_su_esseri_umani ).

8) La sperimentazione animale serve a far arricchire ancor più le grandi aziende farmaceutiche. Falso. Sperimentare sugli animali ha un costo enorme (http://www.giornalettismo.com/archives/1159683/quanto-costano-gli-animali-da-laboratorio/2/), per cui si ricorre solo se strettamente necessario e non certamente per risparmiare. Quello che per lo più sfugge al grande pubblico è che spesso le idee di ricerca nascono in ambito accademico e il passaggio dalla ricerca di base, che ci aiuta a comprendere un processo biologico complesso, all'industrializzazione quasi mai è semplice e scontato. Ne è un esempio la ricerca effettuata dall' Istituto Telethon di Milano per la prima terapia genica sulla sindrome ADA-SCID, che ha dimostrato la sua efficacia su 16 bambini trattati in sperimentazione e che ancora non è stata commercializzata (http://www.telethon.it/ricerca-progetti/malattie-trattate/ada-scid).

Tuttavia l'acceso dibattito sulla sperimentazione animale rimane ancora oggi aperto ed è responsabilità di ognuno cercare di informarsi adeguatamente e approfonditamente per affrontarlo. Vi lascio con l'intervista a Giuseppe Remuzzi dell'istituto di ricerca Mario Negri che parla della necessità della sperimentazione animale e anche della mancanza di metodi alternativi in grado di sostituirla completamente. (http://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/2014/01/10/1007704-sperimentazione-animali-negri.shtml)
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