Biologica-Mente
Il farmaco che può sconfiggere l'AIDS
Una nuova cura in grado di "mimare" il vaccino
venerdì 19 luglio 2013
10.11
Una cura in grado di portare all'eradicazione del virus dell'HIV. È quanto si afferma nell'ultimo studio di un gruppo di ricerca nato da una collaborazione italo-americana e guidato dal Dott. Andrea Savarino, dell'Istituto Superiore della Sanità. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Retrovirology.
L'AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) è una patologia che colpisce il sistema immunitario causata da un virus, quello dell'HIV (Virus dell'Immunodeficienza Umana). Si tratta di un virus relativamente recente, dato che i primi casi di AIDS si sono registrati solo nel 1981 e sono stati collegati a questo agente patogeno solo nel 1983. Il virus attacca i linfociti, che costituiscono "l'esercito" del nostro sistema immunitario. Questo indebolisce l'intero sistema di difesa dell'organismo umano e a lungo andare i soggetti colpiti sono più vulnerabili alle infezioni e ai tumori, con conseguenti gravi complicanze che possono portare alla morte. L'AIDS è tipicamente una malattia sessualmente trasmissibile, che ha raggiunto la pandemia, cioè una vera e propria epidemia, la cui diffusione interessa più aree geografiche come l'Africa, l'America, l'Asia centrale e l'Europa dell'Est. Ma la trasmissione può avvenire anche attraverso aghi, trasfusioni e in maniera verticale, da madre a figlio. Attualmente l'unica terapia per la sopravvivenza è la continua somministrazione di un cocktail di farmaci che inibiscono la replicazione del virus all'interno delle cellule dei pazienti. Questo può aumentare le aspettative di vita di circa 20-50 anni, a seconda dei casi.
I ricercatori hanno aggiunto a questo cocktail due nuovi farmaci: l'auranofin, un composto a base di sali di oro già conosciuto, e la butioninasulfossimina, un agente chemiosensibilizzante (Bso) utilizzato per la prima volta in assoluto. I macachi utilizzati per questo studio (i modelli animali più vicini all'uomo per questa malattia) hanno mostrato una completa remissione della patologia. Il team ha concluso che l'aggiunta di Bso stimoli una parte del sistema immunitario umano, che è in grado di mimare un'autovaccinazione contro il virus. Difatti la miscela di farmaci si è dimostrata efficace nel permettere il rimpiazzamento graduale dei linfociti malati con altri sani, senza eccessivi effetti collaterali.
La scoperta riveste un ruolo chiave nello sviluppo futuro di nuove terapie finalizzate al debellamento di una grossa piaga dei tempi moderni.
L'AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) è una patologia che colpisce il sistema immunitario causata da un virus, quello dell'HIV (Virus dell'Immunodeficienza Umana). Si tratta di un virus relativamente recente, dato che i primi casi di AIDS si sono registrati solo nel 1981 e sono stati collegati a questo agente patogeno solo nel 1983. Il virus attacca i linfociti, che costituiscono "l'esercito" del nostro sistema immunitario. Questo indebolisce l'intero sistema di difesa dell'organismo umano e a lungo andare i soggetti colpiti sono più vulnerabili alle infezioni e ai tumori, con conseguenti gravi complicanze che possono portare alla morte. L'AIDS è tipicamente una malattia sessualmente trasmissibile, che ha raggiunto la pandemia, cioè una vera e propria epidemia, la cui diffusione interessa più aree geografiche come l'Africa, l'America, l'Asia centrale e l'Europa dell'Est. Ma la trasmissione può avvenire anche attraverso aghi, trasfusioni e in maniera verticale, da madre a figlio. Attualmente l'unica terapia per la sopravvivenza è la continua somministrazione di un cocktail di farmaci che inibiscono la replicazione del virus all'interno delle cellule dei pazienti. Questo può aumentare le aspettative di vita di circa 20-50 anni, a seconda dei casi.
I ricercatori hanno aggiunto a questo cocktail due nuovi farmaci: l'auranofin, un composto a base di sali di oro già conosciuto, e la butioninasulfossimina, un agente chemiosensibilizzante (Bso) utilizzato per la prima volta in assoluto. I macachi utilizzati per questo studio (i modelli animali più vicini all'uomo per questa malattia) hanno mostrato una completa remissione della patologia. Il team ha concluso che l'aggiunta di Bso stimoli una parte del sistema immunitario umano, che è in grado di mimare un'autovaccinazione contro il virus. Difatti la miscela di farmaci si è dimostrata efficace nel permettere il rimpiazzamento graduale dei linfociti malati con altri sani, senza eccessivi effetti collaterali.
La scoperta riveste un ruolo chiave nello sviluppo futuro di nuove terapie finalizzate al debellamento di una grossa piaga dei tempi moderni.