Belle quattro parole
Per fare grazia si fa disgrazia
Abuso del verbo fare
domenica 2 dicembre 2012
9.52
La necessità costante (tutta femminile) di scacciare un nemico resistente ed onnipresente: fare la polvere.
Il giudizio sprezzante (tutto maschile) in un momento di crisi economica diffusa: «Hai capito...si è fatto la macchina nuova!»
La rassegnazione: «Ieri notte si sono fatti due macchine nel mio garage».
Dal salumiere: «Fammi un panino con il cotto» oppure «Fammi due etti di prosciutto crudo».
Nel centro estetico: «Vorrei fare mani e piedi».
Dopo il centro estetico: «Vado a farmi i capelli».
Il desiderio di trascorrere una bella serata: «Cosa fanno su canale 5?»
Al cinema: «Faccio i biglietti anche per te?»
Per chiarire: «Ci facciamo un caffé?»
A cena: «Mamma, fai sempre gli stessi piatti!»
Il verbo fare è un verbo di significato generico,può esprimere qualsiasi azione, materiale o no, specificata meglio dal complemento: f.un passo, un gesto, una risata, un sospiro, uno sbadiglio. In particolare significa: comporre, costruire, fabbricare, mettere insieme; compiere, eseguire, attuare; partorire, produrre; esercitare un mestiere, una professione, avere una qualità o una dignità o uno stato.
Il problema è che nel linguaggio quotidiano si abusa continuamente di questo verbo adoperandolo in frasi in cui ci sarebbero sostituti ben più appropriati.
Per quanto riguarda le nostre frasi possiamo affermare che: la polvere non si crea né si distrugge, semplicemente nelle nostre case bisogna spolverare, nessuno può fabbricarsi un'automobile, le macchine si comprano oppure si rubano (esempio n. tre), al salumiere si chiede di preparare un panino o di affettare il prosciutto, le mani e i piedi si sistemano o si curano (si fa il manicure o il pedicure) i capelli si lavano (si fa la messa in piega), il caffé si prende o si beve e se vostra madre prepara sempre gli stessi piatti, mangiàteli, lo fa perchè sono quelli che vi piacciono di più.
Il giudizio sprezzante (tutto maschile) in un momento di crisi economica diffusa: «Hai capito...si è fatto la macchina nuova!»
La rassegnazione: «Ieri notte si sono fatti due macchine nel mio garage».
Dal salumiere: «Fammi un panino con il cotto» oppure «Fammi due etti di prosciutto crudo».
Nel centro estetico: «Vorrei fare mani e piedi».
Dopo il centro estetico: «Vado a farmi i capelli».
Il desiderio di trascorrere una bella serata: «Cosa fanno su canale 5?»
Al cinema: «Faccio i biglietti anche per te?»
Per chiarire: «Ci facciamo un caffé?»
A cena: «Mamma, fai sempre gli stessi piatti!»
Il verbo fare è un verbo di significato generico,può esprimere qualsiasi azione, materiale o no, specificata meglio dal complemento: f.un passo, un gesto, una risata, un sospiro, uno sbadiglio. In particolare significa: comporre, costruire, fabbricare, mettere insieme; compiere, eseguire, attuare; partorire, produrre; esercitare un mestiere, una professione, avere una qualità o una dignità o uno stato.
Il problema è che nel linguaggio quotidiano si abusa continuamente di questo verbo adoperandolo in frasi in cui ci sarebbero sostituti ben più appropriati.
Per quanto riguarda le nostre frasi possiamo affermare che: la polvere non si crea né si distrugge, semplicemente nelle nostre case bisogna spolverare, nessuno può fabbricarsi un'automobile, le macchine si comprano oppure si rubano (esempio n. tre), al salumiere si chiede di preparare un panino o di affettare il prosciutto, le mani e i piedi si sistemano o si curano (si fa il manicure o il pedicure) i capelli si lavano (si fa la messa in piega), il caffé si prende o si beve e se vostra madre prepara sempre gli stessi piatti, mangiàteli, lo fa perchè sono quelli che vi piacciono di più.