Belle quattro parole
Me li trovo tutti col lanternino
Bisogna essere cinici
domenica 29 dicembre 2013
9.25
Diogene di Sinope visse nel IV secolo a.C. ad Atene, abitando in una botte, girovagando con una bisaccia che costituiva tutto ciò che era in suo possesso, impegnandosi attraverso un duro esercizio fisico e morale a rinunciare a tutti gli agi, a tutti quei bisogni artificiali indotti dalla vita in società ed ai suoi finti valori quali la ricchezza, il potere, la gloria.
Tutto questo perché Diogene era un filosofo cinico, termine che deriva dal greco e che significa "canino, simile al cane, che imita il cane"; assieme alla purezza dei bambini i cinici, infatti, avevano come modello la schiettezza degli animali, ostentavano quindi costumi e modi di vivere naturali e animaleschi, poiché professavano il disprezzo per le istituzioni sociali e per le convenienze, la rincorsa dell'autosufficienza che garantisce l'autonomia di un individuo da tutti i poteri che potrebbero sovrastarlo.
Numerosi sono gli aneddoti attribuiti a Diogene, tra questi tramandatoci da Fedro (autore romano di favole) c'è quello che riguarda l'abitudine del filosofo di girare di giorno con un lanternino acceso adducendo come spiegazione di tale comportamento la sua necessità di "cercare l'uomo".
Cercare col lanternino significa dunque cercare qualcosa con scrupolo, cura, meticolosità, pazienza, persino pignoleria; in senso ironico la ricerca col lanternino porta però spesso ad imbattersi nei guai, in dei fastidi, in dei grattacapi, insomma a mettersi nei pasticci augurandosi per uscirne di avere sempre la tempra del burbero, scanzonato, irriverente filosofo greco.
Tutto questo perché Diogene era un filosofo cinico, termine che deriva dal greco e che significa "canino, simile al cane, che imita il cane"; assieme alla purezza dei bambini i cinici, infatti, avevano come modello la schiettezza degli animali, ostentavano quindi costumi e modi di vivere naturali e animaleschi, poiché professavano il disprezzo per le istituzioni sociali e per le convenienze, la rincorsa dell'autosufficienza che garantisce l'autonomia di un individuo da tutti i poteri che potrebbero sovrastarlo.
Numerosi sono gli aneddoti attribuiti a Diogene, tra questi tramandatoci da Fedro (autore romano di favole) c'è quello che riguarda l'abitudine del filosofo di girare di giorno con un lanternino acceso adducendo come spiegazione di tale comportamento la sua necessità di "cercare l'uomo".
Cercare col lanternino significa dunque cercare qualcosa con scrupolo, cura, meticolosità, pazienza, persino pignoleria; in senso ironico la ricerca col lanternino porta però spesso ad imbattersi nei guai, in dei fastidi, in dei grattacapi, insomma a mettersi nei pasticci augurandosi per uscirne di avere sempre la tempra del burbero, scanzonato, irriverente filosofo greco.