Belle quattro parole
L'asino di Buridano
Ovvero il paradosso dell'indecisione
domenica 19 gennaio 2014
0.01
L'indeciso è colui il quale decide di non prendere decisioni oppure si impantana in una serie di pieghe del pensiero che gli impediscono di decidere; in entrambi i casi il risvolto dell'indecisione è l'immobilismo.
Una persona immobile dovrebbe essere anche una persona innocua, di quelle di cui nemmeno ci si accorge, di quelle che non fanno la Storia e che pertanto potrebbero dalla Storia essere lasciate in pace. Mai, invece, vi fu per l'uomo nemico piu deprecabile dell'inane.
Gli antichi ritenevano che gli Inferi fossero divisi in tre regni: il Tartaro per i malvagi, i Campi Elisi per i buoni, infine un regno a parte per coloro che non erano stati né l'una né l'altra cosa, il campo di asfodeli ricoperto di fiori bianchi come pallida era stata la loro esistenza. Dante Alighieri colloca gli ignavi, coloro che vissero senza infamia e senza lode, addirittura fuori dell'Inferno, costretti ad inseguire un simbolo, un'insegna che non raggiungono mai, come contrappasso per non averne mai scelta e seguita una quando erano in vita.
Perché l'uomo prende delle decisioni? Secondo il filosofo e rettore dell'università di Parigi nel XIV secolo Giovanni Buridano, l'uomo decide solo se ha davanti a sé una ragione più importante di un'altra, se traduce ciò che l'intelletto percepisce in volontà e quindi in azione. Buridano era un acceso sostenitore del razionalismo aristotelico. «L'intelletto è volontà, la volontà è intelletto» era il suo credo. I detrattori del filosofo gli hanno attribuito un paradosso che non è opera sua, che deride la teoria in cui credeva; si tratta della favola di un asino che trovandosi di fronte due mucchi di fieno perfettamente identici, non sapendo quale dei due scegliere, morì di fame a causa della sua indecisione.
Una persona immobile dovrebbe essere anche una persona innocua, di quelle di cui nemmeno ci si accorge, di quelle che non fanno la Storia e che pertanto potrebbero dalla Storia essere lasciate in pace. Mai, invece, vi fu per l'uomo nemico piu deprecabile dell'inane.
Gli antichi ritenevano che gli Inferi fossero divisi in tre regni: il Tartaro per i malvagi, i Campi Elisi per i buoni, infine un regno a parte per coloro che non erano stati né l'una né l'altra cosa, il campo di asfodeli ricoperto di fiori bianchi come pallida era stata la loro esistenza. Dante Alighieri colloca gli ignavi, coloro che vissero senza infamia e senza lode, addirittura fuori dell'Inferno, costretti ad inseguire un simbolo, un'insegna che non raggiungono mai, come contrappasso per non averne mai scelta e seguita una quando erano in vita.
Perché l'uomo prende delle decisioni? Secondo il filosofo e rettore dell'università di Parigi nel XIV secolo Giovanni Buridano, l'uomo decide solo se ha davanti a sé una ragione più importante di un'altra, se traduce ciò che l'intelletto percepisce in volontà e quindi in azione. Buridano era un acceso sostenitore del razionalismo aristotelico. «L'intelletto è volontà, la volontà è intelletto» era il suo credo. I detrattori del filosofo gli hanno attribuito un paradosso che non è opera sua, che deride la teoria in cui credeva; si tratta della favola di un asino che trovandosi di fronte due mucchi di fieno perfettamente identici, non sapendo quale dei due scegliere, morì di fame a causa della sua indecisione.