Belle quattro parole
È arrivato l'arrotino!
Antichi mestieri di ieri e di oggi
domenica 5 maggio 2013
8.51
Un carretto ambulante, pinze, martello e punte in metallo: riparava una volta l'ombrellaio ciò che oggi si usa un momento, si piega al contrario ad un sospiro del vento e si getta via.
Cancelli, ringhiere, supporti per vassoi e utensili vari tutti impreziositi da ghirigori, volute e soggetti vezzosi: opere dell'artista del ferro battuto. Il fabbro che oggi lavora per lo più solo l'alluminio un tempo riscaldava il ferro nella forgia, lo lavorava dapprima con il maglio a balestra, strumento grazie al quale il ferro viene sagomato a piacere con pochi colpi precisi e, successivamente, lo adagiava sull'incudine e lo modellava con il martello.
A causa della realizzazione sempre più assidua di prodotti industriali è un mestiere ormai scomparso, salvo sopravvivere in alcuni posti di vacanza dove resta un'attrazione turistica: l'impagliatore, colui che si dedicava alla lavorazione della paglia e del vimini, dando origine a delle creazioni frutto di pazienza e precisione estreme e di tanta esperienza. Rametti di ulivo, salice, vinghio e paglia oglia si abbracciavano nell' intreccio indissolubile di cestini, contenitori per damigiane e sedie impagliate. Girava ancora fino agli anni Ottanta nel centro storico, anticipato dal suono di una campanella, a cavallo di una bicicletta oscillante al peso di due lattine, il lattaio, soppiantato dall'avvento dei supermercati e dal latte prima parzialmente scremato, poi delattosato, vitaminizzato, al cacao, insomma dal tetrapak.
«Donne è arrivato l'arrotino!» si sente ancora annunciare per le strade di Andria dal megafono di un camioncino che custodisce la preziosa mola per affilare forbici e coltelli vari e gli strumenti per riparare le cucine a gas.
A proposito degli antichi mestieri c'è un bellissimo documentario, opera di un valente andriese, Donato Barile, dal titolo C'ero una volta, di cui consigliamo la visione. Il video è disponibile da due giorni su Youtube al link: http://www.youtube.com/watch?v=KZwCmlvDEJQ
Cancelli, ringhiere, supporti per vassoi e utensili vari tutti impreziositi da ghirigori, volute e soggetti vezzosi: opere dell'artista del ferro battuto. Il fabbro che oggi lavora per lo più solo l'alluminio un tempo riscaldava il ferro nella forgia, lo lavorava dapprima con il maglio a balestra, strumento grazie al quale il ferro viene sagomato a piacere con pochi colpi precisi e, successivamente, lo adagiava sull'incudine e lo modellava con il martello.
A causa della realizzazione sempre più assidua di prodotti industriali è un mestiere ormai scomparso, salvo sopravvivere in alcuni posti di vacanza dove resta un'attrazione turistica: l'impagliatore, colui che si dedicava alla lavorazione della paglia e del vimini, dando origine a delle creazioni frutto di pazienza e precisione estreme e di tanta esperienza. Rametti di ulivo, salice, vinghio e paglia oglia si abbracciavano nell' intreccio indissolubile di cestini, contenitori per damigiane e sedie impagliate. Girava ancora fino agli anni Ottanta nel centro storico, anticipato dal suono di una campanella, a cavallo di una bicicletta oscillante al peso di due lattine, il lattaio, soppiantato dall'avvento dei supermercati e dal latte prima parzialmente scremato, poi delattosato, vitaminizzato, al cacao, insomma dal tetrapak.
«Donne è arrivato l'arrotino!» si sente ancora annunciare per le strade di Andria dal megafono di un camioncino che custodisce la preziosa mola per affilare forbici e coltelli vari e gli strumenti per riparare le cucine a gas.
A proposito degli antichi mestieri c'è un bellissimo documentario, opera di un valente andriese, Donato Barile, dal titolo C'ero una volta, di cui consigliamo la visione. Il video è disponibile da due giorni su Youtube al link: http://www.youtube.com/watch?v=KZwCmlvDEJQ