Belle quattro parole
Anno nuovo calendario nuovo
Anche il Tempo ha la sua Storia: alcune curiosità
domenica 30 dicembre 2012
12.30
Attese, speranze, impegni da prendere o da assolvere, promesse da fare, voglia di mantenerle, cambiamenti da attuare nel lavoro e nella vita personale, l'avvento del 2013 porta con sé questo impegnativo bagaglio. Nuovi numeri di telefono, indirizzi, appuntamenti e memorandum vari scarabocchieranno i giorni e i mesi scanditi dal nostro intonso e promettente calendario. Il calendario che organizza la nostra vita in 365 giorni e in mesi da 30 o 31 giorni è il calendario gregoriano, tracciamone una breve storia.
Il primo calendario usato dai Romani fu quello di Romolo del quale si hanno notizie piuttosto vaghe; il primo mese era marzo e non è chiaro se i mesi fossero dieci o dodici. Tito Livio attribuisce al secondo re di Roma Numa Pompilio il calendario lunisolare di dodici mesi di lunghezza variabile tra 29 e 31 giorni; in totale l'anno durava 355 giorni, dieci in meno dell'anno solare e per compensare questa differenza si ricorreva all'intercalazione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare. I giorni di ogni mese non erano indicati come oggi con un numero ordinale ma con un singolare sistema di conto alla rovescia. Ogni mese prevedeva tre giorni principali: il primo giorno del mese aveva il nome di Calende, il quinto aveva il nome di None e il tredicesimo di Idi. Gli altri giorni si indicavano con il numero di giorni che mancavano al prossimo giorno; così il giorno II prima delle Idi di aprile è il 12 aprile, il giorno III è l'11 aprile e così via. I giorni finali del mese erando indicati con il nome del mese successivo: il 25 marzo si scriveva come VIII dalle Calende di aprile. La maggior parte dei mesi era di 29 giorni con l'eccezione dell'ultimo mese, febbraio che ne aveva 28 e di marzo, maggio, quintile (luglio) e ottobre che ne avevano 31. La data delle None e delle Idi per questi mesi lunghi era ritardata di due giorni, il 7 e il 15 invece del 5 e del 13. Il primo mese dell'anno era marzo. Il calendario di Numa conteneva diversi errori che portarono ad uno sfasamento dei mesi rispetto alle stagioni; per rimettere ordine in questa situazione Giulio Cesare fece studiare un nuovo calendario che prese il nome di giuliano. Entrò in vigore nel 46 a.C., un anno del tutto eccezionale: per riallineare i mesi alle stagioni tradizionali si dovettero inserire due mesi straordinari tra novembre e dicembre oltre ad un mese intercalare (per l'ultima volta), si ritiene dunque che quell'anno sia stato di 456 giorni. Il calendario andò a regime nel 45 a.C.: abolito il mese intercalare, ogni 4 anni doveva essere inserito un giorno in più, detto bis-sextum perché inserito dopo il giorno VI dalle calende di marzo (il 24 febbraio); questo anno speciale prese il nome di bisestile.
In questo modo l'anno iniziò ad essere fatto di 365 giorni e 6 ore, avendo una durata di 12 minuti in più rispetto al vero così nel 1582, accumulando questi minuti l'equinozio di primavera del 21 marzo era ormai slittato all'11 marzo; una commissione di astronomi ed ecclesiasti propose di saltare 10 giorni in modo da riportare l'equinozio al 21 marzo; l'operazione ebbe luogo il 4 ottobre del 1582: il giorno dopo fu il 15 ottobre! Per evitare che il problema si ripresentasse in futuro, venne introdotto un nuovo calendario leggermente modificato che ebbe il nome di gregoriano in onore del papa allora regnante Gregorio XIII. Le novità di questo calendario furono che gli anni divisibili per cento non sarebbero più stati bisestili, gli anni divisibili per 400, come il 1600 o il 2000, sarebbero stati di nuovo bisestili, e la durata media dell'anno gregoriano divenne così di 365g 5h49m12s un valore vicino alla reale durata dell'anno che è di 365g 5h 48m 46s, con un margine di errore che comporterà una nuova sfasatura nell'arco di 3000 anni. E il capodanno? Nel 191 a.C. Il capodanno fu fissato il 1 gennaio, il mese dedicato a Giano dio bifronte, colui che guarda indietro e in avanti, all'anno vecchio e a quello nuovo. I cristiani hanno mantenuto questa data scegliendo la data della Circoncisione, appunto il 1 gennaio, per l'inizio dell'anno.
Il primo calendario usato dai Romani fu quello di Romolo del quale si hanno notizie piuttosto vaghe; il primo mese era marzo e non è chiaro se i mesi fossero dieci o dodici. Tito Livio attribuisce al secondo re di Roma Numa Pompilio il calendario lunisolare di dodici mesi di lunghezza variabile tra 29 e 31 giorni; in totale l'anno durava 355 giorni, dieci in meno dell'anno solare e per compensare questa differenza si ricorreva all'intercalazione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare. I giorni di ogni mese non erano indicati come oggi con un numero ordinale ma con un singolare sistema di conto alla rovescia. Ogni mese prevedeva tre giorni principali: il primo giorno del mese aveva il nome di Calende, il quinto aveva il nome di None e il tredicesimo di Idi. Gli altri giorni si indicavano con il numero di giorni che mancavano al prossimo giorno; così il giorno II prima delle Idi di aprile è il 12 aprile, il giorno III è l'11 aprile e così via. I giorni finali del mese erando indicati con il nome del mese successivo: il 25 marzo si scriveva come VIII dalle Calende di aprile. La maggior parte dei mesi era di 29 giorni con l'eccezione dell'ultimo mese, febbraio che ne aveva 28 e di marzo, maggio, quintile (luglio) e ottobre che ne avevano 31. La data delle None e delle Idi per questi mesi lunghi era ritardata di due giorni, il 7 e il 15 invece del 5 e del 13. Il primo mese dell'anno era marzo. Il calendario di Numa conteneva diversi errori che portarono ad uno sfasamento dei mesi rispetto alle stagioni; per rimettere ordine in questa situazione Giulio Cesare fece studiare un nuovo calendario che prese il nome di giuliano. Entrò in vigore nel 46 a.C., un anno del tutto eccezionale: per riallineare i mesi alle stagioni tradizionali si dovettero inserire due mesi straordinari tra novembre e dicembre oltre ad un mese intercalare (per l'ultima volta), si ritiene dunque che quell'anno sia stato di 456 giorni. Il calendario andò a regime nel 45 a.C.: abolito il mese intercalare, ogni 4 anni doveva essere inserito un giorno in più, detto bis-sextum perché inserito dopo il giorno VI dalle calende di marzo (il 24 febbraio); questo anno speciale prese il nome di bisestile.
In questo modo l'anno iniziò ad essere fatto di 365 giorni e 6 ore, avendo una durata di 12 minuti in più rispetto al vero così nel 1582, accumulando questi minuti l'equinozio di primavera del 21 marzo era ormai slittato all'11 marzo; una commissione di astronomi ed ecclesiasti propose di saltare 10 giorni in modo da riportare l'equinozio al 21 marzo; l'operazione ebbe luogo il 4 ottobre del 1582: il giorno dopo fu il 15 ottobre! Per evitare che il problema si ripresentasse in futuro, venne introdotto un nuovo calendario leggermente modificato che ebbe il nome di gregoriano in onore del papa allora regnante Gregorio XIII. Le novità di questo calendario furono che gli anni divisibili per cento non sarebbero più stati bisestili, gli anni divisibili per 400, come il 1600 o il 2000, sarebbero stati di nuovo bisestili, e la durata media dell'anno gregoriano divenne così di 365g 5h49m12s un valore vicino alla reale durata dell'anno che è di 365g 5h 48m 46s, con un margine di errore che comporterà una nuova sfasatura nell'arco di 3000 anni. E il capodanno? Nel 191 a.C. Il capodanno fu fissato il 1 gennaio, il mese dedicato a Giano dio bifronte, colui che guarda indietro e in avanti, all'anno vecchio e a quello nuovo. I cristiani hanno mantenuto questa data scegliendo la data della Circoncisione, appunto il 1 gennaio, per l'inizio dell'anno.