Belle quattro parole
Alé Alé Alé, magica Andria
La domenica del derby
domenica 26 maggio 2013
10.18
«Sembra impossibile che segua ancora te: l'Andria è una malattia che non va più via». È la condanna da cui ogni domenica dichiarano di non potersi salvare i tifosi della squadra locale; vorrebbero andar via, via dallo stadio, il loro nido d'amore, ma non resistono lontano da lei.
Questa passione spasmodica e al cardiopalma li ha corrosi come una malattia incurabile tuttavia u' jandr, cioé la squadra appellata con un soprannome dialettale che ruggisce come il leone ritratto sullo stemma della città e terrorizza gli avversari, merita ancora il loro sostegno. Loro ci saranno sempre perché urlano che la gente vuol sapere chi essi siano e loro sono la curva Nord cui si aggiunge tutto il resto dello stadio degli Ulivi, teatro di successi che hanno fatto la storia del calcio. Ora che tutta la curva canterà per lei, l'Andria deve vincere.
Deve vincere il derby della Bat, il derby dei campanili, Andria e Barletta che nella giornata di oggi si sfideranno fino all'ultimo secondo nella gara di play out in cui vita mea significa mors tua. Andria, solo per lei la loro canzone volerà, per non lasciarla mai sola perché lei non sa quanto essi le vogliano bene e quanto la canzone d'amore che nasce dai loro cuori sia soltanto per lei.
Canteranno e urleranno contro il cielo, salteranno tutti insieme anche se non vi sarà il «chi non salta barlettano è» per via del gemellaggio rinsaldato tra le due tifoserie e che va aldilà dell'aspetto puramente sportivo. Inciteranno, bestemmieranno, tutto perché hanno ancora voglia di girare lo stivale cantando «Andria alé». É dall'85 che sono qua per l'orgoglio di questa città e, a dispetto del fatto che la seguirebbero dovunque vada, in C1 loro vogliono restare.
Questa passione spasmodica e al cardiopalma li ha corrosi come una malattia incurabile tuttavia u' jandr, cioé la squadra appellata con un soprannome dialettale che ruggisce come il leone ritratto sullo stemma della città e terrorizza gli avversari, merita ancora il loro sostegno. Loro ci saranno sempre perché urlano che la gente vuol sapere chi essi siano e loro sono la curva Nord cui si aggiunge tutto il resto dello stadio degli Ulivi, teatro di successi che hanno fatto la storia del calcio. Ora che tutta la curva canterà per lei, l'Andria deve vincere.
Deve vincere il derby della Bat, il derby dei campanili, Andria e Barletta che nella giornata di oggi si sfideranno fino all'ultimo secondo nella gara di play out in cui vita mea significa mors tua. Andria, solo per lei la loro canzone volerà, per non lasciarla mai sola perché lei non sa quanto essi le vogliano bene e quanto la canzone d'amore che nasce dai loro cuori sia soltanto per lei.
Canteranno e urleranno contro il cielo, salteranno tutti insieme anche se non vi sarà il «chi non salta barlettano è» per via del gemellaggio rinsaldato tra le due tifoserie e che va aldilà dell'aspetto puramente sportivo. Inciteranno, bestemmieranno, tutto perché hanno ancora voglia di girare lo stivale cantando «Andria alé». É dall'85 che sono qua per l'orgoglio di questa città e, a dispetto del fatto che la seguirebbero dovunque vada, in C1 loro vogliono restare.