Bambini per crescere
Siamo mancini… che forza!
Usare la sinistra in un mondo pensato a destra
sabato 12 ottobre 2013
Sin dall'antichità gli uomini primitivi hanno usato la mano destra per impugnare la spada e quella sinistra per reggere lo scudo e proteggere il cuore. Il feto tende ad orientare l'orecchio sinistro verso il cuore della mamma e il destro verso i rumori esterni. E così la mano destra, che non è schiacciata contro il ventre della madre, è più libera di muoversi. Entrambi i fenomeni, oltre alla naturale lateralità del corpo umano, hanno portato, nel tempo, ad una maggiore proliferazione dei destrimani. Essere mancini, fino a qualche decennio fa, significava essere scomodi, essere costretti a correggersi, a volte anche brutalmente. Si pensi anche all'eccezione negativa del termine mancino, rilevabile anche nel comune linguaggio parlato: alzarsi col piede sinistro, vuol dire essere di cattivo umore; tiro mancino, si dice di un imbroglio; avere un aspetto sinistro, vuol dire far paura. Al contrario, si dice: essere destro, avere destrezza, un uomo destro. Il capo dirà del suo migliore collaboratore che è il suo braccio destro.
Attualmente il numero dei mancini e nettamente in aumento ed è importante sapere che essere mancini non significa solo scrivere con la sinistra. Chi usa questa mano, ad esempio, avrà difficoltà ad usare un paio di forbici classiche o il taglierino, ad avvitare o stringere un bullone, a tirare una boccia da bowling, a suonare una chitarra, a ballare in coppia con un destrimano, a imparare a guidare, ad aprire una porta e ad allacciarsi le scarpe.
Un bambino mancino deve subito rendersi conto di vivere in un mondo pensato per destrimani, altrimenti rischierebbe di sentirsi inadeguato e si sottovaluterebbe. Per accompagnare grandi e piccoli nell'acquisizione di questa consapevolezza, consiglio di leggere il libro Siamo mancini... che forza!, da cui prende il titolo l'articolo di oggi, scritto da Michel Piquemal e pubblicato da Gallucci. Un libro divertente, ma anche molto serio, che svela un sacco di curiosità e risponde a tante domande sul mondo dei mancini. Il libro che avrei voluto leggere durante la mia infanzia, perché mi spiegasse e mi guidasse serenamente nella mia vita di mancino, dice l'autore.
Attualmente il numero dei mancini e nettamente in aumento ed è importante sapere che essere mancini non significa solo scrivere con la sinistra. Chi usa questa mano, ad esempio, avrà difficoltà ad usare un paio di forbici classiche o il taglierino, ad avvitare o stringere un bullone, a tirare una boccia da bowling, a suonare una chitarra, a ballare in coppia con un destrimano, a imparare a guidare, ad aprire una porta e ad allacciarsi le scarpe.
Un bambino mancino deve subito rendersi conto di vivere in un mondo pensato per destrimani, altrimenti rischierebbe di sentirsi inadeguato e si sottovaluterebbe. Per accompagnare grandi e piccoli nell'acquisizione di questa consapevolezza, consiglio di leggere il libro Siamo mancini... che forza!, da cui prende il titolo l'articolo di oggi, scritto da Michel Piquemal e pubblicato da Gallucci. Un libro divertente, ma anche molto serio, che svela un sacco di curiosità e risponde a tante domande sul mondo dei mancini. Il libro che avrei voluto leggere durante la mia infanzia, perché mi spiegasse e mi guidasse serenamente nella mia vita di mancino, dice l'autore.