Bambini per crescere
Ognuno vede ciò che sa
Sperimentare e osservare per conoscere il mondo
sabato 2 febbraio 2013
Spesso ci rivolgiamo ai bambini dando per scontate alcune cose, dimenticando che loro conoscono solo quello che hanno sperimentato, scoperto e osservato. Siamo più propensi a teorizzare, a spiegare con le parole, piuttosto che a far vivere esperienze concrete che consentano loro di conoscere davvero le cose. Quale rischio corriamo? Se non riconosciamo a un bambino la possibilità di sperimentare il mondo, se non lo stimoliamo ad osservare gli oggetti, gli ambienti e la natura con la dovuta attenzione, corriamo il rischio che si costruisca una visione di tutto ciò che lo circonda parziale, poco estesa e senza dubbio stereotipata. Mi spiego meglio.
Spesso, a scuola, mi capita di chiedere ai bambini di che colore è il tronco di un albero; loro rispondono, senza un minimo di esitazione, «marrone». Allora mi tocca portarli in giardino, invitarli ad osservare attentamente la corteccia di un albero e dirmi quali colori sono presenti. Con qualche esitazione iniziano ad elencare: crema, grigio, verde muschio, bianco e quasi nero. Del marrone neanche l'ombra, faccio notare. Alcuni si soffermano anche a descrivere la diversità delle cortecce dei vari alberi: quella del pino è diversa da quella dell'oleandro, che è diversa da quella del larice, che è diversa da quella della quercia. Per i bambini questa semplice esperienza si rivela una vera e propria scoperta che stimola ulteriormente la loro curiosità e mette in discussione tutti i mari colorati di blu, le chiome colorate di verde e i cieli colorati d'azzurro. A volte mi chiedo se, ponendo la stessa domanda agli adulti, la risposta sarebbe la stessa. Se così fosse, vuol dire che non abbiamo sperimentato abbastanza.
Allora non aspettiamo, facciamolo insieme ai nostri bimbi. Come? Ai più curiosi consiglio la lettura di A che gioco giochiamo? di Restelli - Sperati, in cui troverete un sacco di suggerimenti; a tutti gli altri ricordo che essere curiosi è la qualità indispensabile per apprendere e per creare.
Spesso, a scuola, mi capita di chiedere ai bambini di che colore è il tronco di un albero; loro rispondono, senza un minimo di esitazione, «marrone». Allora mi tocca portarli in giardino, invitarli ad osservare attentamente la corteccia di un albero e dirmi quali colori sono presenti. Con qualche esitazione iniziano ad elencare: crema, grigio, verde muschio, bianco e quasi nero. Del marrone neanche l'ombra, faccio notare. Alcuni si soffermano anche a descrivere la diversità delle cortecce dei vari alberi: quella del pino è diversa da quella dell'oleandro, che è diversa da quella del larice, che è diversa da quella della quercia. Per i bambini questa semplice esperienza si rivela una vera e propria scoperta che stimola ulteriormente la loro curiosità e mette in discussione tutti i mari colorati di blu, le chiome colorate di verde e i cieli colorati d'azzurro. A volte mi chiedo se, ponendo la stessa domanda agli adulti, la risposta sarebbe la stessa. Se così fosse, vuol dire che non abbiamo sperimentato abbastanza.
Allora non aspettiamo, facciamolo insieme ai nostri bimbi. Come? Ai più curiosi consiglio la lettura di A che gioco giochiamo? di Restelli - Sperati, in cui troverete un sacco di suggerimenti; a tutti gli altri ricordo che essere curiosi è la qualità indispensabile per apprendere e per creare.