Bambini per crescere
Nei libri il mondo
Il potere di una lunga storia senza confini
sabato 30 marzo 2013
Quando torno dalla Fiera del libro di Bologna, provo sempre una piacevole sensazione di pienezza. Parlo proprio di un senso di abbondanza e di ricchezza che a tratti stride con la precarietà, con la povertà e la pochezza a cui oggi siamo abituati. Da cinquant'anni, ormai, migliaia di persone si riuniscono per confrontarsi, per discutere, per approfondire e analizzare il meraviglioso mondo della letteratura per l'infanzia. Per quattro lunghi giorni, l'interesse per i libri e i bambini unisce paesi e generazioni e rivela il grande potere delle storie, capaci di viaggiare, di camminare, di saltare i confini e, a volte, perfino gli ostacoli.
Così capita di ascoltare storie di nuovi progetti editoriali destinati ai genitori dei bambini prematuri, storie di biblioteche allestite in zone ad alto tasso di analfabetismo e d'immigrazione, storie di percentuali di lettori che aumentano grazie a progetti lettura che funzionano, storie di chi crede che non ci sia nulla che ci faccia guardare più lontano dei libri. È entusiasmante e sorprendente scoprire che, spesso, dietro queste storie, ci sono scuole, biblioteche, musei, sopraintendenze, enti pubblici che rinunciano alle autocelebrazioni e diventano collettori di iniziative che soddisfano il bisogno di contrasto alla solitudine, alla diserzione e all'indifferenza. Utilizzano le poche risorse disponibili per alimentare, realmente, la crescita intellettuale e culturale del proprio paese o della propria regione.
Penso che effettuare scelte consapevoli, seguendo criteri di competenza e qualità, sia l'unico segreto per far durare a lungo le storie, non solo a Bologna. Non è un caso che tutte queste suggestioni e belle speranze, nascano dal mondo del'infanzia: un mondo in cui è ancora possibile incontrare l'inatteso e lo straordinario, in cui si può ancora credere alle cose impossibili.
La cultura spesso spaventa perché apre gli occhi e la mente, portando crescita e progresso nei luoghi e negli spiriti che l'accolgono. La paura è l'ostacolo più resistente alla voglia di conoscere. Coraggio, allora!
Così capita di ascoltare storie di nuovi progetti editoriali destinati ai genitori dei bambini prematuri, storie di biblioteche allestite in zone ad alto tasso di analfabetismo e d'immigrazione, storie di percentuali di lettori che aumentano grazie a progetti lettura che funzionano, storie di chi crede che non ci sia nulla che ci faccia guardare più lontano dei libri. È entusiasmante e sorprendente scoprire che, spesso, dietro queste storie, ci sono scuole, biblioteche, musei, sopraintendenze, enti pubblici che rinunciano alle autocelebrazioni e diventano collettori di iniziative che soddisfano il bisogno di contrasto alla solitudine, alla diserzione e all'indifferenza. Utilizzano le poche risorse disponibili per alimentare, realmente, la crescita intellettuale e culturale del proprio paese o della propria regione.
Penso che effettuare scelte consapevoli, seguendo criteri di competenza e qualità, sia l'unico segreto per far durare a lungo le storie, non solo a Bologna. Non è un caso che tutte queste suggestioni e belle speranze, nascano dal mondo del'infanzia: un mondo in cui è ancora possibile incontrare l'inatteso e lo straordinario, in cui si può ancora credere alle cose impossibili.
La cultura spesso spaventa perché apre gli occhi e la mente, portando crescita e progresso nei luoghi e negli spiriti che l'accolgono. La paura è l'ostacolo più resistente alla voglia di conoscere. Coraggio, allora!