Bambini per crescere
Abbasso i libri!
Inattualità dei testi scolastici
sabato 20 aprile 2013
Recentemente mi è capitato di seguire due bambini adolescenti durante lo svolgimento dei compiti a casa. Tale occasione mi ha consentito di sfogliare e di leggere alcuni dei testi scolastici, correntemente utilizzati nelle scuole italiane. Non intendo soffermarmi sui fondamenti nozionistici, immutati e dettagliatamente trattati, quanto piuttosto sull'impostazione generale, anacronistica e per nulla stimolante.
I quesiti relativi alla comprensione di un brano di narrativa contengono, nella domanda stessa, dei riferimenti precisi alla risposta da dare; gli esercizi di analisi grammaticale vertono soltanto sull'argomento trattato nel capitolo corrispondente; gli esercizi d'inglese si limitano ad un noioso inserimento di parole, uguali a quelle ben evidenziate nell'esempio iniziale. A tal proposito mi chiedo se, libri così pensati, costituiscano davvero uno stimolo intellettuale per i nostri ragazzi e siano producenti al fine, ad esempio, dello stimolo della curiosità nella lettura. La risposta è senza dubbio no.
Penso invece che siano proprio questi manuali ad alimentare la riluttanza nei confronti della lettura, che si acuisce proprio durante l'adolescenza, consolidando l'idea della conoscenza come qualcosa che finisce con la scuola e che non ha nessun rapporto con la realtà, qualcosa che segue un percorso limitato e, il più delle volte, noioso. Ritengo che la scuola diventi concreta, diventi esperienza, quando esce dallo schema tracciato, quando riconosce la conoscenza come un orizzonte che sta sempre davanti e quando valorizza anche i saperi preziosi che si attingono dalla vita vissuta fuori.
La scelta di questi testi scolastici, sostanzialmente uguali a quelli di vent'anni fa, non tiene per nulla conto di tutto questo e trascura completamente la continua evoluzione che, anno dopo anno, cambia completamente alunni, docenti e genitori. Esiste una legge che permette, almeno nella scuola primaria, di scegliere l'alternativa al libro di testo. Pochi insegnanti usano questa meravigliosa libertà. E' una scelta divergente, e per le scelte divergenti ci vuole molto coraggio.
I quesiti relativi alla comprensione di un brano di narrativa contengono, nella domanda stessa, dei riferimenti precisi alla risposta da dare; gli esercizi di analisi grammaticale vertono soltanto sull'argomento trattato nel capitolo corrispondente; gli esercizi d'inglese si limitano ad un noioso inserimento di parole, uguali a quelle ben evidenziate nell'esempio iniziale. A tal proposito mi chiedo se, libri così pensati, costituiscano davvero uno stimolo intellettuale per i nostri ragazzi e siano producenti al fine, ad esempio, dello stimolo della curiosità nella lettura. La risposta è senza dubbio no.
Penso invece che siano proprio questi manuali ad alimentare la riluttanza nei confronti della lettura, che si acuisce proprio durante l'adolescenza, consolidando l'idea della conoscenza come qualcosa che finisce con la scuola e che non ha nessun rapporto con la realtà, qualcosa che segue un percorso limitato e, il più delle volte, noioso. Ritengo che la scuola diventi concreta, diventi esperienza, quando esce dallo schema tracciato, quando riconosce la conoscenza come un orizzonte che sta sempre davanti e quando valorizza anche i saperi preziosi che si attingono dalla vita vissuta fuori.
La scelta di questi testi scolastici, sostanzialmente uguali a quelli di vent'anni fa, non tiene per nulla conto di tutto questo e trascura completamente la continua evoluzione che, anno dopo anno, cambia completamente alunni, docenti e genitori. Esiste una legge che permette, almeno nella scuola primaria, di scegliere l'alternativa al libro di testo. Pochi insegnanti usano questa meravigliosa libertà. E' una scelta divergente, e per le scelte divergenti ci vuole molto coraggio.