
Politica
Zona PIP, Futura Rete Civica Popolare: «Pesano ancora le impronte colpevoli della destra»
«Il Consiglio Comunale due giorni fa ha posto fine a uno scempio morale e finanziario»
Andria - sabato 24 aprile 2021
6.21
«Se, della triste compagnia della destra locale, si fossero perse le tracce saremmo tutti più felici. Invece no. Le loro impronte colpevoli ancora pesano drammaticamente sulla città, dal deficit pauroso, alla disastrosa situazione operativa del Comune, ai milioni di euro sottratti alle politiche sociali mentre le sofferenze aumentano a dismisura.
Anche sulla zona PIP - scrive in una nota l'associazione politica "Futura-Rete Civica Popolare" - sono indelebili i segni del loro passaggio. Sono stati richiesti conguagli non dovuti alle imprese, a volte estorcendone il pagamento, sulla base di atti di ricognizione finanziaria mai fatti. E' successo nel 2010, nel 2011, è successo nel 2014. E lo hanno ribadito nello sgangherato piano di riequilibrio del 2018. Il giochino è sempre stato quello: metti a bilancio somme non dovute, manda avvisi di pagamento e poi brucia le risorse. Tanto rimane il deficit e il dolore della città. Alcune delle menti eccelse odierne hanno votato tutti questi atti, altri stanno imparando da tali maestri. Eppoi hanno trasformato il PIP da luogo di sviluppo e innovazione in un degrado unico che adesso rimetteremo su. Alla fine, con la faccia che li contraddistingue, votano contro tutto quello che hanno votato in questi anni, e non hanno capito neanche di cosa si stanno occupando oggi.
Invece due giorni fa il Consiglio Comunale, su proposta di Futura e con il sostegno di tutta la maggioranza, ha posto fine a questo scempio morale e finanziario. E' stato stabilito che, come è logico e giusto, che i nuovi prezzi di cessione delle aree possono essere anche aumentati rispetto al passato, ma che gli arretrati alle imprese già insediate devono essere calcolati legittimamente, computando tutti i benefici ricevuti dal Comune, a cominciare dai finanziamenti europei a finire a tante altre cause indicate nel regolamento (art 12). Quindi, la cessione delle nuove aree del PIP potrà portare supporto ai conti del Comune, ma senza incidere sulle imprese già insediate. E' finita la pressione indebita. Ora ci dedicheremo a ricostruire esattamente la ricognizione finanziaria del piano e a riavviare assegnazioni e servizi.
Dovrebbero avere almeno un po' di pudore a parlare delle amministrazioni di anni fa e del sindaco Caldarone, potendo verificare che ancora adesso, dopo 20 anni, le scelte, le risorse e i progetti di allora sono quelli da cui possiamo ripartire. Cosi come oggi tutti noi siamo al lavoro con le imprese, le professioni, le persone libere, per ricostruire una rete cittadina di progetti e di sviluppo, di cui le associazioni di impresa e professionisti sono parte decisiva, altro che la politica da schifo. A chi ricerca le nostre tracce suggeriamo di cominciare a verificare da tanti anni fa: durano ancora. E dal consiglio comunale di ieri, che ha finalmente stabilito una verità negata da anni. E dai tanti progetti da attuare, come la fibra veloce, le comunità energetiche, l'acceso al recovery plan, il sistema dei rifiuti industriali.
Lì ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Non ci sarà bisogno di cercare le tracce dei colpevoli. Sappiamo già chi sono e non smettono mai di confermarcelo».
Anche sulla zona PIP - scrive in una nota l'associazione politica "Futura-Rete Civica Popolare" - sono indelebili i segni del loro passaggio. Sono stati richiesti conguagli non dovuti alle imprese, a volte estorcendone il pagamento, sulla base di atti di ricognizione finanziaria mai fatti. E' successo nel 2010, nel 2011, è successo nel 2014. E lo hanno ribadito nello sgangherato piano di riequilibrio del 2018. Il giochino è sempre stato quello: metti a bilancio somme non dovute, manda avvisi di pagamento e poi brucia le risorse. Tanto rimane il deficit e il dolore della città. Alcune delle menti eccelse odierne hanno votato tutti questi atti, altri stanno imparando da tali maestri. Eppoi hanno trasformato il PIP da luogo di sviluppo e innovazione in un degrado unico che adesso rimetteremo su. Alla fine, con la faccia che li contraddistingue, votano contro tutto quello che hanno votato in questi anni, e non hanno capito neanche di cosa si stanno occupando oggi.
Invece due giorni fa il Consiglio Comunale, su proposta di Futura e con il sostegno di tutta la maggioranza, ha posto fine a questo scempio morale e finanziario. E' stato stabilito che, come è logico e giusto, che i nuovi prezzi di cessione delle aree possono essere anche aumentati rispetto al passato, ma che gli arretrati alle imprese già insediate devono essere calcolati legittimamente, computando tutti i benefici ricevuti dal Comune, a cominciare dai finanziamenti europei a finire a tante altre cause indicate nel regolamento (art 12). Quindi, la cessione delle nuove aree del PIP potrà portare supporto ai conti del Comune, ma senza incidere sulle imprese già insediate. E' finita la pressione indebita. Ora ci dedicheremo a ricostruire esattamente la ricognizione finanziaria del piano e a riavviare assegnazioni e servizi.
Dovrebbero avere almeno un po' di pudore a parlare delle amministrazioni di anni fa e del sindaco Caldarone, potendo verificare che ancora adesso, dopo 20 anni, le scelte, le risorse e i progetti di allora sono quelli da cui possiamo ripartire. Cosi come oggi tutti noi siamo al lavoro con le imprese, le professioni, le persone libere, per ricostruire una rete cittadina di progetti e di sviluppo, di cui le associazioni di impresa e professionisti sono parte decisiva, altro che la politica da schifo. A chi ricerca le nostre tracce suggeriamo di cominciare a verificare da tanti anni fa: durano ancora. E dal consiglio comunale di ieri, che ha finalmente stabilito una verità negata da anni. E dai tanti progetti da attuare, come la fibra veloce, le comunità energetiche, l'acceso al recovery plan, il sistema dei rifiuti industriali.
Lì ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Non ci sarà bisogno di cercare le tracce dei colpevoli. Sappiamo già chi sono e non smettono mai di confermarcelo».