Territorio
Xylella: Coldiretti Puglia contribuisce alla scrittura del decreto
Al Ministero un documento in 14 mosse
Puglia - mercoledì 24 ottobre 2018
A partire dalla definizione di norme speciali che consentano di superare i blocchi all'abbattimento delle piante anche nelle aree tutelate e di impedire che il ricorso alla giustizia amministrativa regionale del TAR, possa diventare un impedimento alla difesa degli interessi della collettività e del bene comune, alla dotazione specifica del Fondo di Solidarietà Nazionale, dalla moratoria dei mutui, al Piano Olivicolo Nazionale e la zonazione. Sono solo alcune delle sollecitazioni contenute nel documento in 14 mosse, illustrato da Coldiretti Puglia al Ministero, per dare un contributo utile alla scrittura del 'Decreto Xylella' che rappresenti veramente una svolta, sia condiviso da agricoltori, frantoi cooperativi e privati e vivaisti e da tutti i territori con il primo vero piano di comunicazione istituzionale e che dia immediatamente corso agli investimenti, per cui serve una cabina di regia che riunisca i livelli nazionale e regionale per una strategia efficace contro la Xylella.
"Auspicando un deciso impulso nelle indagini da parte della Procura di Lecce affinché siano definitivamente chiariti gli eventuali punti oscuri e sia chiuso il fascicolo sulla questione Xylella, in modo che tutti possano mettere in atto i provvedimenti del futuro Decreto con determinazione e serenità, abbiamo presentato un documento di richieste, quali il finanziamento in conto capitale di nuovi impianti, di oliveti o altre colture arboree privilegiando le risorse della biodiversità autoctona e in particolare quelle reputate dalla ricerca scientifica come compatibili – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, a margine dell'incontro a Roma - con la necessità dell'abbassamento del potenziale inoculo, sostegno per mancato reddito da erogarsi come premio annuo a superficie, valido per i 5 anni dopo l'impianto, decontribuzione dei costi previdenziali, mentre per le imprese vivaistiche è urgente prevedere la possibilità di liberalizzare la vendita nelle aree infette e un sostegno economico per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire la realizzazione di aree coltivabili pest free, oltre all'aiuto PAC accoppiato specifico per le aziende colpite da Xylella".
Bisognerebbe ridefinire uno specifico aiuto PAC accoppiato alla coltivazione olivicola, non legato alla produzione, riservato alle aziende agricole infette da Xylella, che per motivi di forza maggiore esprimano una produzione oleicola inferiore al 50% della produzione media aziendale precedente alla infezione con una durata di cinque anni.
"Abbiamo chiesto risorse aggiuntive per il monitoraggio – ha detto il Presidente Cantele - considerando che non esiste ancora una cura per la batteriosi, l'individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. La Regione Puglia, che nel monitoraggio ha investito risorse ingenti, deve essere supportata in questo tipo di attività, la cui efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto che si stanno sperimentando con risultati incoraggianti nell'ambito dei progetti Ponte e XF Actors".
Per Coldiretti Puglia occorre prevedere una dotazione specifica del Fondo di Solidarietà Nazionale per una calamità naturale che non ha limiti temporali e che anzi riguarda sempre più vaste aree del territorio pugliese.
"In accordo con i primi risultati parziali di ricerche in corso in area infetta – ha concluso il Presidente Cantele - la pratica dell'innesto delle piante fortemente sensibili al batterio con materiale proveniente da piante resistenti mostra incoraggianti risultati. Considerando l'altissimo valore storico-culturale e paesaggistico delle piante monumentali, è auspicabile una misura finanziaria ad hoc che possa supportare imprese e piccoli olivicoltori a rendere sostenibile questa attività e le successive operazioni conservative".
I danni provocati fino ad oggi dal batterio all'agricoltura pugliese sono stimati per difetto in più di un miliardo di euro – denuncia Coldiretti Puglia - in tale contesto resta di rilevante importanza l'opportunità costituita dal Contratto di Distretto, già previsto dalla finanziaria del 2018. E' auspicabile che nella prossima legge di bilancio possano essere previste risorse aggiuntive, integrate anche da interventi della Regione Puglia, che siano maggiormente in linea con le reali esigenze delle aree infette – incalza Coldiretti Puglia – considerato che 5 milioni di Euro previsti per il triennio 2018-2020 sono stati un atto di buona volontà, ma che rappresenta una piccolissima porzione del fabbisogno, per cui è necessario percorrere anche la via dei finanziamenti Comunitari diretti per supportare progetti di rigenerazione della olivicoltura e per i quali il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino potrà costituire piattaforma operativa per la progettazione e l'individuazione dei fabbisogni.
"Le previsioni per il raccolto 2018 di olive in Puglia lasciano intravedere un forte calo – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - a causa di eventi climatici avversi che in area infetta si sommano alla drammatica riduzione del potenziale produttivo a causa dei danni da xylella fastidiosa. La crisi di aziende agricole e vivaistiche, frantoi privati e cooperativi colpiti dagli effetti diretti e indiretti del disseccamento causato della batteriosi rende assolutamente necessario un intervento immediato che ricalchi quanto già fatto per il settore zootecnico nel 2016, che possa attenuare la crisi finanziaria delle imprese attraverso un solido e chiaro accordo tra Ministero, ABI e associazioni che porti alla sospensione per 5 anni, in funzione della ripresa produttiva, delle scadenze dei mutui, consentendo di affrontare una ricostruzione della capacità produttiva anche attraverso l'utilizzo delle misure ad hoc del PSR". Le attuali procedure previste per l'autorizzazione all'espianto, benchè già revisionate, e per le eventuali ricomposizioni fondiarie, risultano ancora eccessivamente complesse e onerose per le imprese agricole, soprattutto per quel che concerne le analisi molecolari richieste per singolo esemplare, anche in caso di conclamato disseccamento, per piante secolari e monumentali, per cui Coldiretti Puglia ha chiesto una radicale ed immediata sburocratizzazione.
"Sarebbe un gravissimo errore strategico se Il Piano Olivicolo Nazionale non fosse pensato – ha aggiunto il Direttore Corsetti - tenendo conto dell'alto rischio che le imprese italiane andrebbero ad affrontare puntando su varietà la cui resistenza al batterio non è sufficientemente nota. Per questo motivo e per dare un ulteriore aiuto alle aree infette, il piano dovrà riservare una importante dotazione per queste ultime, in modo da poter realizzare il laboratorio a cielo aperto che solo le aree demarcate possono ospitare, nel quale sperimentare la convivenza della produzione olivicola con il batterio".
La zonazione, classificazione delle aree per vocazione e caratteristiche, sarebbe un supporto decisionale molto importante per le imprese. Un progetto di rigenerazione paesaggistica è vitale per non fare perdere al territorio l'appeal turistico, con vantaggi per l'intera collettività. A tal fine è da prendere in considerazione la possibilità di rimboschimento di aree particolarmente poco indicate ad altre coltivazioni, mettendo in atto un'altra piattaforma di studio delle essenze più indicate per la silvicoltura nel meridione di Italia, in un contesto di global warming e di continuo accesso di organismi patogeni alieni che stanno mettendo a repentaglio il patrimonio boschivo e il verde urbano.
"Pur avendolo invocato a gran voce in tutti i contesti possibili, nessuna istituzione nazionale o regionale ha ancora realizzato – ha concluso il Direttore Corsetti - un efficace piano di comunicazione che abbia il fine di raggiungere, con modalità, termini e finalità opportunamente differenziate per i diversi target, agricoltori, amministratori locali e privati cittadini".
"Auspicando un deciso impulso nelle indagini da parte della Procura di Lecce affinché siano definitivamente chiariti gli eventuali punti oscuri e sia chiuso il fascicolo sulla questione Xylella, in modo che tutti possano mettere in atto i provvedimenti del futuro Decreto con determinazione e serenità, abbiamo presentato un documento di richieste, quali il finanziamento in conto capitale di nuovi impianti, di oliveti o altre colture arboree privilegiando le risorse della biodiversità autoctona e in particolare quelle reputate dalla ricerca scientifica come compatibili – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, a margine dell'incontro a Roma - con la necessità dell'abbassamento del potenziale inoculo, sostegno per mancato reddito da erogarsi come premio annuo a superficie, valido per i 5 anni dopo l'impianto, decontribuzione dei costi previdenziali, mentre per le imprese vivaistiche è urgente prevedere la possibilità di liberalizzare la vendita nelle aree infette e un sostegno economico per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire la realizzazione di aree coltivabili pest free, oltre all'aiuto PAC accoppiato specifico per le aziende colpite da Xylella".
Bisognerebbe ridefinire uno specifico aiuto PAC accoppiato alla coltivazione olivicola, non legato alla produzione, riservato alle aziende agricole infette da Xylella, che per motivi di forza maggiore esprimano una produzione oleicola inferiore al 50% della produzione media aziendale precedente alla infezione con una durata di cinque anni.
"Abbiamo chiesto risorse aggiuntive per il monitoraggio – ha detto il Presidente Cantele - considerando che non esiste ancora una cura per la batteriosi, l'individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. La Regione Puglia, che nel monitoraggio ha investito risorse ingenti, deve essere supportata in questo tipo di attività, la cui efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto che si stanno sperimentando con risultati incoraggianti nell'ambito dei progetti Ponte e XF Actors".
Per Coldiretti Puglia occorre prevedere una dotazione specifica del Fondo di Solidarietà Nazionale per una calamità naturale che non ha limiti temporali e che anzi riguarda sempre più vaste aree del territorio pugliese.
"In accordo con i primi risultati parziali di ricerche in corso in area infetta – ha concluso il Presidente Cantele - la pratica dell'innesto delle piante fortemente sensibili al batterio con materiale proveniente da piante resistenti mostra incoraggianti risultati. Considerando l'altissimo valore storico-culturale e paesaggistico delle piante monumentali, è auspicabile una misura finanziaria ad hoc che possa supportare imprese e piccoli olivicoltori a rendere sostenibile questa attività e le successive operazioni conservative".
I danni provocati fino ad oggi dal batterio all'agricoltura pugliese sono stimati per difetto in più di un miliardo di euro – denuncia Coldiretti Puglia - in tale contesto resta di rilevante importanza l'opportunità costituita dal Contratto di Distretto, già previsto dalla finanziaria del 2018. E' auspicabile che nella prossima legge di bilancio possano essere previste risorse aggiuntive, integrate anche da interventi della Regione Puglia, che siano maggiormente in linea con le reali esigenze delle aree infette – incalza Coldiretti Puglia – considerato che 5 milioni di Euro previsti per il triennio 2018-2020 sono stati un atto di buona volontà, ma che rappresenta una piccolissima porzione del fabbisogno, per cui è necessario percorrere anche la via dei finanziamenti Comunitari diretti per supportare progetti di rigenerazione della olivicoltura e per i quali il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino potrà costituire piattaforma operativa per la progettazione e l'individuazione dei fabbisogni.
"Le previsioni per il raccolto 2018 di olive in Puglia lasciano intravedere un forte calo – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - a causa di eventi climatici avversi che in area infetta si sommano alla drammatica riduzione del potenziale produttivo a causa dei danni da xylella fastidiosa. La crisi di aziende agricole e vivaistiche, frantoi privati e cooperativi colpiti dagli effetti diretti e indiretti del disseccamento causato della batteriosi rende assolutamente necessario un intervento immediato che ricalchi quanto già fatto per il settore zootecnico nel 2016, che possa attenuare la crisi finanziaria delle imprese attraverso un solido e chiaro accordo tra Ministero, ABI e associazioni che porti alla sospensione per 5 anni, in funzione della ripresa produttiva, delle scadenze dei mutui, consentendo di affrontare una ricostruzione della capacità produttiva anche attraverso l'utilizzo delle misure ad hoc del PSR". Le attuali procedure previste per l'autorizzazione all'espianto, benchè già revisionate, e per le eventuali ricomposizioni fondiarie, risultano ancora eccessivamente complesse e onerose per le imprese agricole, soprattutto per quel che concerne le analisi molecolari richieste per singolo esemplare, anche in caso di conclamato disseccamento, per piante secolari e monumentali, per cui Coldiretti Puglia ha chiesto una radicale ed immediata sburocratizzazione.
"Sarebbe un gravissimo errore strategico se Il Piano Olivicolo Nazionale non fosse pensato – ha aggiunto il Direttore Corsetti - tenendo conto dell'alto rischio che le imprese italiane andrebbero ad affrontare puntando su varietà la cui resistenza al batterio non è sufficientemente nota. Per questo motivo e per dare un ulteriore aiuto alle aree infette, il piano dovrà riservare una importante dotazione per queste ultime, in modo da poter realizzare il laboratorio a cielo aperto che solo le aree demarcate possono ospitare, nel quale sperimentare la convivenza della produzione olivicola con il batterio".
La zonazione, classificazione delle aree per vocazione e caratteristiche, sarebbe un supporto decisionale molto importante per le imprese. Un progetto di rigenerazione paesaggistica è vitale per non fare perdere al territorio l'appeal turistico, con vantaggi per l'intera collettività. A tal fine è da prendere in considerazione la possibilità di rimboschimento di aree particolarmente poco indicate ad altre coltivazioni, mettendo in atto un'altra piattaforma di studio delle essenze più indicate per la silvicoltura nel meridione di Italia, in un contesto di global warming e di continuo accesso di organismi patogeni alieni che stanno mettendo a repentaglio il patrimonio boschivo e il verde urbano.
"Pur avendolo invocato a gran voce in tutti i contesti possibili, nessuna istituzione nazionale o regionale ha ancora realizzato – ha concluso il Direttore Corsetti - un efficace piano di comunicazione che abbia il fine di raggiungere, con modalità, termini e finalità opportunamente differenziate per i diversi target, agricoltori, amministratori locali e privati cittadini".