Francesco Mario Caldarola
Francesco Mario Caldarola
Vita di città

Francesco Mario Caldarola, un barman che ha scoperto mezzo mondo

Plurititolato e di fama internazionale, ecco un profilo “non autorizzato” di un riservato professionista

Dire barman ai più può far andare con la mente al famoso film "Cocktail" del giovane Tom Cruise o ad una di quelle professioni che nell'immaginario di molti ragazzi significa divertimento e successo con le ragazze.

Ebbene, avendo la fortuna di conoscere personalmente uno di questi professionisti del banco, per giunta andriese, ecco che si scopre un rovescio della medaglia alquanto inatteso, fatto soprattutto di sacrificio, rinunce e tanta voglia di imparare.
Francesco Mario Caldarola, ci accoglie con la sua proverbiale cortesia, all'interno del caffè libreria "Persepolis", sito in via Bovio, nuovo salotto letterario cittadino curato dalla ineffabile Giorgia Di Renzo.

Per chi lo conosce da ragazzino, ricorda che lui nel bar ci è praticamente nato.
Papà Vincenzo era titolare del famoso bar pasticceria "Caldarola", situato su corso Cavour, nei pressi dell'Upim. Mario, come è conosciuto familiarmente ad Andria, ha cominciato da bambino, dopo le scuole medie a lavorare nel bar di famiglia, sorto nel lontano 1956. Pochi anni appena all'interno di quel rinomato pubblico esercizio ed ecco che improvvisamente papà Vincenzo muore, lasciando quel giovane promettente pasticcere solo in quel grande locale.

E l'attività prosegue, con fatica e tenacia. Mario mette a frutto gli insegnamenti ricevuti dal papà, anche se pian pianino inizia a farsi strada l'idea di aprire un american bar qui ad Andria. I tempi non sono ancora maturi. Bisogna attendere i primi anni '90 ed ecco avviare questa novità nella Città di Federico.

Ma nel contempo Mario inizia a frequentare alcuni corsi di barman. Parte per brevi periodi a Milano dove inizia ad acquisire esperienze via via sempre più importanti, in alcuni locali, specie nigth club dove il barman non è solo colui che serve bevande ma le "confeziona", o attraverso cocktail famosi o con ricette esclusive e personali.
E cominciando a seguire questi corsi da barman che Mario inizia a cimentarsi anche con le prime gare.

La prima gara di Mario come è stata?
"Un vero disastro, sono stato addirittura squalificato". Lo ammette candidamente, senza girarci attorno, mentre la moglie Anna, divenuta anch'essa barman (..si sa che chi va con lo zoppo impara a zoppicare..."), ci osserva dal bancone di "Persepoli" mentre serve i primi caffè e cappuccini a degli avventori attenti a leggere.

"Ho dovuto attendere la seconda gara per essere ammesso e classificarmi al terzo posto". E così Mario inizia ad offrire ad Andria, ai frequentatori del suo bar, quelle conoscenze che con sacrificio andava imparando con quei suoi primi corsi. "Posso dire con orgoglio che la prima movida di Andria, quella tranquilla, l'ho portata io".
Mario da persona diligente e capace inizia, anche qui pian pianino, come sua abitudine, a partecipare a nuovi corsi diventandone socio prima come barman e poi come capo barman, questa volta come docente dell'A.I.B.E.S, ovvero l'Associazione Italiana Barman e Sostenitori, il sodalizio più blasonato della categoria. E cominciano sempre più le puntatine all'estero: a Las Palmas (Canarie) a Singapore, ma anche Malta e Cuba. Posti meravigliosi di cui Mario riserba ancora piacevoli ricordi.

Come tanti sono i momenti belli, che lo emozionano ancora adesso. Uno per tutti aver servito Papa Benedetto XVI il 29 febbraio del 2013 ad un meeting organizzato a Roma dai cardinali statunitensi in onore di Sua Santità. Una emozione unica e allo stesso tempo semplice, trattandosi di una personalità molto riservata, che Mario ha potuto conoscere grazie ad un prestigioso servizio catering -fra i tanti- realizzato da un amico andriese, oggi purtroppo prematuramente scomparso: Gaetano Calvi.
Mario mentre parla dei suoi ricordi non può non dimenticare con quanta passione e sacrificio ha vissuto gli anni della giovinezza: "Amo spesso ricordare ai miei cari un famoso aforisma di Jim Morrison: "Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi". Questa massima è stata poi fatta propria dal grande pugile Cassius Clay.

"Ai tanti giovani che vogliono intraprendere una professione -prosegue Mario- dico di avere passione, di fare sacrifici e di imparare, imparare ed ancora imparare".
Ritornando ad alcune delle sue esperienze, uno dei luoghi che Mario ricorda più volentieri, essendoci stato svariate volte è Cuba. La Bodeguita del Medio, il famosissimo locale, posto nel centro de L' Avana, per essere stato frequentato da molti personaggi famosi da Pablo Neruda ad Ernest Hemingway. Nel 2004, in una gara mondiale tra ben 32 nazioni, Mario arrivò con un sofferto 4° posto, pur a fronte di un cocktail che aveva ricevuto molti più consensi dal pubblico che dalla giuria. In quell'occasione, quale unico concorrente italiano, fui invitato dall'ambasciatore italiano a Cuba, il dottor Tommaso Bianchi che volle complimentarsi per il risultato raggiunto. Le altre Nazioni a fronte della partecipazioni di propri connazionali, mobilitano le autorità diplomatiche locali per farle presenziare. Noi italiani, purtroppo non abbiamo questa sensibilità.
La nostra professione di barman è guardata all'estero come uno dei migliori biglietti da visita che il territorio può offrire ai visitatori. Una diversa concezione del turismo, insomma, molto più qualificata e raffinata. Stiamo parlando di concezioni dell'accoglienza molto diverse da quelle nostre tradizionali, non solo di cocktail alcoolici o analcolici, nella più moderna concezione salutistica mondiale.

Mario, per chi non lo sapesse, adesso è anche socio dell'I.M.A.H.R., ovvero dall'International Maitres Association Hotel Restaurant, associazione che premia e fidelizza coloro che si sono distinti nella valorizzazione della gastronomia, enologia, servizio di sala, bar, ospitalità del turismo italiano, prodotti made in Italy e internazionali. Un'associazione di cui Mario va particolarmente fiero, essendo il primo Bar-manager del centro sud Italia.

Dopo questa lunga e per certi versi inedita chiacchierata, lasciamo quindi Mario ai clienti della libreria-caffè "Persepolis" non prima di farci promettere di ritornare presto a trovarlo, così da raccontarci qualche altra storia di questa particolare quanto suggestiva professione.
E Mario, ci saluta con una particolare massima: ricordatevi che "Un drink non deve ubriacare ma deve emozionare".
Francesco Mario CaldarolaFrancesco Mario CaldarolaFrancesco Mario Caldarola con la moglie Anna e Giorgia Di RenzoAnna CaldarolaFrancesco Mario Caldarola con alcuni amici
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