Eventi e cultura
Vitali: «Politica e società sono inevitabilmente correlati»
Presentato ad Andria l'ultimo romanzo "Biglietto, signorina"
Andria - domenica 7 dicembre 2014
15.05
Tra gli incontri con l'autore all'interno degli istituti scolastici, in particolare il Liceo Scientifico e l'Istituto "Lotti-Umberto I", hanno ospitato nei giorni scorsi lo scrittore Andrea Vitali che ha parlato del suo ultimo lavoro, Biglietto. signorina, edito da Garzanti, già salito nelle classifiche di gradimento dei lettori e nelle librerie dallo scorso 30 ottobre. «Tema conduttore è un tema politico - ci dice Andrea Vitali - nel romanzo si delinea questa ambizione, questa vanità di un vicesindaco di un piccolo comune a conquistare necessariamente la poltrona del Sindaco. Questo personaggio, già trombato, da l'avvio ad una serie di comportamenti per diventare un soggetto importante e rilevante in questa piccola comunità in modo, nelle sue intenzioni, da diventare indispensabile. Ma accanto a questo tema vi è una tematica sfiorata come quella dell'immigrazione e rappresentata dalla figura della giovane esule triestina che si trova a vivere in questa nuova cultura ed ha bisogno di tutto, ha bisogno in particolare di crearsi una nuova vita, di trovare casa, di cercare lavoro e così via».
Si parte dalla stazione di Varenna, un gran trambusto, ed un capotreno che ha trovato una donna senza biglietto, senza soldi per pagare la multa e che non parla bene l'italiano, proprio la giovane esule dai Balcani. Dice di essere diretta a Bellano e di venire da Milano: il capotreno decide di affidarla al capo stazione perché risolva la questione. La donna si chiama Marta Bisovich e giunge a Bellano in un momento particolarmente importante: ci sono le elezioni del '49. Qui si deve scegliere il nuovo sindaco e la DC è in prima linea per assicurare al suo candidato il posto. Marta, invece, cerca un posto dove ricominciare a vivere. Il tutto sullo sfondo dell'Italia del dopoguerra che, dalle sue macerie, tenta una faticosa ricostruzione: «Non è una coincidenza ricercata quella di parlare di attualità - dice ancora Vitali - me la sono ritrovata tra le parole del testo e confrontando con ciò che capita oggi. Ma non posso non ammettere che ci siano coincidenze con l'attualità».
Il romanzo spiegato ai ragazzi permette di discutere di tematiche spesso trascurate nei banchi di scuola: «Non è tanto per il romanzo - ha concluso Vitali - ma sono i temi di cui si può parlare come la storia spesso dimenticata dai libri di scuola della nostra nazione. Non penso tanto alla guerra ma per esempio al dopoguerra, a questo passaggio da una civiltà agricola ad una nazione industriale ed a tutto ciò che ha provocato questo ribaltamento profondo di prospettive».
Si parte dalla stazione di Varenna, un gran trambusto, ed un capotreno che ha trovato una donna senza biglietto, senza soldi per pagare la multa e che non parla bene l'italiano, proprio la giovane esule dai Balcani. Dice di essere diretta a Bellano e di venire da Milano: il capotreno decide di affidarla al capo stazione perché risolva la questione. La donna si chiama Marta Bisovich e giunge a Bellano in un momento particolarmente importante: ci sono le elezioni del '49. Qui si deve scegliere il nuovo sindaco e la DC è in prima linea per assicurare al suo candidato il posto. Marta, invece, cerca un posto dove ricominciare a vivere. Il tutto sullo sfondo dell'Italia del dopoguerra che, dalle sue macerie, tenta una faticosa ricostruzione: «Non è una coincidenza ricercata quella di parlare di attualità - dice ancora Vitali - me la sono ritrovata tra le parole del testo e confrontando con ciò che capita oggi. Ma non posso non ammettere che ci siano coincidenze con l'attualità».
Il romanzo spiegato ai ragazzi permette di discutere di tematiche spesso trascurate nei banchi di scuola: «Non è tanto per il romanzo - ha concluso Vitali - ma sono i temi di cui si può parlare come la storia spesso dimenticata dai libri di scuola della nostra nazione. Non penso tanto alla guerra ma per esempio al dopoguerra, a questo passaggio da una civiltà agricola ad una nazione industriale ed a tutto ciò che ha provocato questo ribaltamento profondo di prospettive».