Commento
Vincenzo Caldarone: "La secessione dei ricchi. Prosegue questo progetto in alcune regioni d'Italia"
"Molta parte del nostro riscatto tocca a noi, e al rinnovamento delle nostre classi dirigenti locali"
Andria - lunedì 28 gennaio 2019
Nuovo intervento del commercialista Vincenzo Caldarone, per due sindacature primo cittadino della città federiciana, alla guida di amministrazioni di centro sinistra, che ci parla del nascente colonialismo presente nel nostro Paese: "La secessione dei ricchi".
"La pratica secessione-separazione di alcune regioni italiane va avanti, nonostante schiere sterminate di eletti dal popolo delle nostre terre.
Il progetto in corso di formazione tra governo e Regione Veneto (per esempio) prevede che a finanziare le funzioni regionali autonome siano i tributi versati nella regione stessa. A conferma del nuovo colonialismo che vedrà i nostri consumi, l'IVA, le accise, e molti altre risorse, pagate da noi cittadini del sud, affluire ad imprese e regioni del Nord. Quindi estrazione di risorse finanziarie per sostenere servizi e attività di altri. A fianco della estrazione di ragazzi, risorse intellettuali sogni e speranze. Negli USA la tassa suo valore aggiunto è di natura locale, ma si paga dove si consuma e acquista, come altri tributi. Non come da noi che paghi l'IVA (e molto altro) ad Andria e viene versata a Milano o Verona.
Il progetto prevede la "regionalizzazione" di funzioni vitali per una nazione coesa come la scuola, università, sanità, mercato del lavoro, e così via.: insegnanti, servizi, medici, ecc. ecc., tutti pagati secondo la regione in cui si opera; significa che la qualità dell'insegnamento e del sapere, i livelli di stipendi, la intensità dei servizi dipenderanno da dove vivi. Cosa resta della nazione? E della sovranità?? Passiamo alla sovranità regionale??
Parlare di questa sventura non è solo un richiamo alla solidarietà, che pure non guasta. Significa opporsi al forzoso trasferimento di risorse e ricchezza dalle nostre regioni al Nord, significa sostenere che un paese vive e si sviluppa se c'è un minimo di uguaglianza.
Economisti di tutta Italia hanno promosso una petizione contro la secessione dei ricchi, con la consapevolezza che non si difendono solo le genti del Sud, ma il Paese, la sua economia intera contro gli egoismi che impoveriscono tutti. Mentre speriamo che i rappresentanti del popolo (tutto) si ravvedano e cambino rotta, una presa di posizione della nostra gente diventa importante. E' vero che molta parte del nostro riscatto tocca a noi, e al rinnovamento delle nostre classi dirigenti locali.
Ma va lanciato l'allarme perché ciò che è nato come uno scivolamento silente, una migrazione dolorosa e silenziosa, una deriva di autonomia ed egoismo, sta accelerando e diventando una frana. Fino a quando?? Rivedremo i cartelli "non si fitta ai meridionali"? Ieri sembrava assurdo pensarci, oggi il rischio è alle porte".
"La pratica secessione-separazione di alcune regioni italiane va avanti, nonostante schiere sterminate di eletti dal popolo delle nostre terre.
Il progetto in corso di formazione tra governo e Regione Veneto (per esempio) prevede che a finanziare le funzioni regionali autonome siano i tributi versati nella regione stessa. A conferma del nuovo colonialismo che vedrà i nostri consumi, l'IVA, le accise, e molti altre risorse, pagate da noi cittadini del sud, affluire ad imprese e regioni del Nord. Quindi estrazione di risorse finanziarie per sostenere servizi e attività di altri. A fianco della estrazione di ragazzi, risorse intellettuali sogni e speranze. Negli USA la tassa suo valore aggiunto è di natura locale, ma si paga dove si consuma e acquista, come altri tributi. Non come da noi che paghi l'IVA (e molto altro) ad Andria e viene versata a Milano o Verona.
Il progetto prevede la "regionalizzazione" di funzioni vitali per una nazione coesa come la scuola, università, sanità, mercato del lavoro, e così via.: insegnanti, servizi, medici, ecc. ecc., tutti pagati secondo la regione in cui si opera; significa che la qualità dell'insegnamento e del sapere, i livelli di stipendi, la intensità dei servizi dipenderanno da dove vivi. Cosa resta della nazione? E della sovranità?? Passiamo alla sovranità regionale??
Parlare di questa sventura non è solo un richiamo alla solidarietà, che pure non guasta. Significa opporsi al forzoso trasferimento di risorse e ricchezza dalle nostre regioni al Nord, significa sostenere che un paese vive e si sviluppa se c'è un minimo di uguaglianza.
Economisti di tutta Italia hanno promosso una petizione contro la secessione dei ricchi, con la consapevolezza che non si difendono solo le genti del Sud, ma il Paese, la sua economia intera contro gli egoismi che impoveriscono tutti. Mentre speriamo che i rappresentanti del popolo (tutto) si ravvedano e cambino rotta, una presa di posizione della nostra gente diventa importante. E' vero che molta parte del nostro riscatto tocca a noi, e al rinnovamento delle nostre classi dirigenti locali.
Ma va lanciato l'allarme perché ciò che è nato come uno scivolamento silente, una migrazione dolorosa e silenziosa, una deriva di autonomia ed egoismo, sta accelerando e diventando una frana. Fino a quando?? Rivedremo i cartelli "non si fitta ai meridionali"? Ieri sembrava assurdo pensarci, oggi il rischio è alle porte".