Commento
Vicenda dehors: "Il dirigente è in ferie e la deliberazione comunale cade nel vuoto"
Unimpresa Bat chiede di correre ai ripari mentre "il centro storico si svuota"
Andria - venerdì 6 luglio 2018
6.15 Comunicato Stampa
La vicenda dei dehors ad Andria continua a tenere banco. Unimpresa Bat, attraverso il suo presidente Savino Montaruli chiede al più presto di correre ai ripari prima che il centro storico di Andria si svuoti.
"La politica ha fallito, ancora. Dopo l'ineffabile deliberazione del consiglio comunale della città di Andria, che ha approvato un ordine del giorno di "impegno" in seguito alla lettera di diffida alla rimozione dei dehors inviata agli esercenti andriesi, a firma del Dirigente al Settore Sviluppo Economico, ing. Felice Piscitelli con "Diffida alla rimozione immediata delle strutture abusivamente installate sull'area esterna agli esercizi pubblici nelle aree interessate", manca solo qualche giorno alla scadenza di quell'"ultimatum" cioè i quindici giorni concessi per la rimozione, pena la "sospensione dell'attività di pubblico esercizio fino alla rimozione delle cause che hanno determinato la violazione". L'onere di tutte queste verifiche restano a carico della Polizia Municipale.
Premesso che il Dirigente interessato, al quale evidentemente il consiglio comunale di Andria ha voluto direttamente rivolgersi invitando il suo Ufficio "ad autorizzare l'installazione dei dehors fino al 31.12.2018 a tutti gli esercizi commerciali che ne hanno fatto domanda", cosa che ad oggi non è ancora avvenuta, è in ferie sin dal giorno dopo quel consiglio comunale o forse anche prima di allora e ci resterà per l'intera settimana corrente quindi oltre il termine ultimo per firmare quelle "autorizzazioni richiesta dal C.C.", cosa accadrà fra qualche giorno ad Andria?
Si parlerebbe di una posizione conciliante ma che potrebbe riguardare unicamente l'Ambito "3" quindi corso Cavour, la parte di Viale Crispi interessata ma per le quasi venti strutture ubicate nel Centro Storico nulla di nulla, pare.
Il caso dunque impera in un pressoché totale silenzio con la stagione estiva incominciata e gli esercenti lasciati da soli e in solitudine distratti dal loro lavoro di programmazione e concentrati ad inseguire i capricci dell'Amministrazione comunale, i silenzi della Soprintendenza e il timore che i Vigili Urbani intervengano drasticamente da un momento all'altro con l'ulteriore preoccupazione di tenere sempre sotto controllo la situazione, informando costantemente i propri legali per evitare anche conseguenze non solo sul piano amministrativo e qui le cose diventerebbero non solo più gravi ma drammatiche", conclude Savino Montaruli.
"La politica ha fallito, ancora. Dopo l'ineffabile deliberazione del consiglio comunale della città di Andria, che ha approvato un ordine del giorno di "impegno" in seguito alla lettera di diffida alla rimozione dei dehors inviata agli esercenti andriesi, a firma del Dirigente al Settore Sviluppo Economico, ing. Felice Piscitelli con "Diffida alla rimozione immediata delle strutture abusivamente installate sull'area esterna agli esercizi pubblici nelle aree interessate", manca solo qualche giorno alla scadenza di quell'"ultimatum" cioè i quindici giorni concessi per la rimozione, pena la "sospensione dell'attività di pubblico esercizio fino alla rimozione delle cause che hanno determinato la violazione". L'onere di tutte queste verifiche restano a carico della Polizia Municipale.
Premesso che il Dirigente interessato, al quale evidentemente il consiglio comunale di Andria ha voluto direttamente rivolgersi invitando il suo Ufficio "ad autorizzare l'installazione dei dehors fino al 31.12.2018 a tutti gli esercizi commerciali che ne hanno fatto domanda", cosa che ad oggi non è ancora avvenuta, è in ferie sin dal giorno dopo quel consiglio comunale o forse anche prima di allora e ci resterà per l'intera settimana corrente quindi oltre il termine ultimo per firmare quelle "autorizzazioni richiesta dal C.C.", cosa accadrà fra qualche giorno ad Andria?
Si parlerebbe di una posizione conciliante ma che potrebbe riguardare unicamente l'Ambito "3" quindi corso Cavour, la parte di Viale Crispi interessata ma per le quasi venti strutture ubicate nel Centro Storico nulla di nulla, pare.
Il caso dunque impera in un pressoché totale silenzio con la stagione estiva incominciata e gli esercenti lasciati da soli e in solitudine distratti dal loro lavoro di programmazione e concentrati ad inseguire i capricci dell'Amministrazione comunale, i silenzi della Soprintendenza e il timore che i Vigili Urbani intervengano drasticamente da un momento all'altro con l'ulteriore preoccupazione di tenere sempre sotto controllo la situazione, informando costantemente i propri legali per evitare anche conseguenze non solo sul piano amministrativo e qui le cose diventerebbero non solo più gravi ma drammatiche", conclude Savino Montaruli.