Politica
Ventola scrive alla Cancellieri: «Una cittadella della Giustizia a Trani»
Una lettera aperta del Presidente della BAT al Ministro della Giustizia. Tanti i disagi che vi saranno a partire dal 13 settembre prossimo
Andria - martedì 3 settembre 2013
16.35
Il prossimo 13 settembre alcuni tribunali della provincia saranno chiusi e tutto sarà trasferito direttamente presso il Tribunale di Trani. Città come Andria e Molfetta, tuttavia, avranno ancora le sedi degli Uffici Giudiziari che, invece, spariranno da Città come Barletta, Canosa, Trinitapoli o Ruvo. E allora il Presidente della BAT, Francesco Ventola, ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri:
«Nonostante i tanti tentativi, sembra si sia arrivati ai titoli di coda - scrive Ventola - Città gloriose della nostra Provincia, come Barletta e Canosa di Puglia, perderanno le loro storiche sedi giudiziarie. E' questione di ore, in attesa che con la Sua firma di Ministro della Giustizia si metta la parola fine a nostre prestigiose sedi giudiziarie. Il decreto legislativo n. 155 del 7 settembre dello scorso anno, infatti, in tema di spending review ha stabilito la soppressione di 220 sedi giudiziarie in tutta Italia e con queste anche quelle del Circondario del Tribunale di Trani, quali sono Barletta e Canosa di Puglia oltre quella di Ruvo. Per il prossimo 12 settembre, però, data di avvio concreto della riforma, alcune eccezioni sono state previste. Le sedi di Molfetta e Andria, infatti, rimarranno operative per altri 2 anni la prima - fino a quando non smaltirà le cause pendenti -, e per 5 anni la seconda - che vedrà notevolmente aumentare i suoi carichi di lavoro.
Sono decisioni incomprensibili tanto più che a nulla sembra siano valsi gli appelli a riconsiderare queste scelte inappropriate. Non si capisce come possa esserci spending review quando ad essere eliminate sono le cose che funzionano, nonostante le immancabili difficoltà, mentre i tagli potrebbero essere fatti in altri modi.
Che poi ci sia veramente un risparmio è tutto da dimostrare. Perciò ci si chiede: a che serve portare fino alle estreme conseguenze soluzioni non condivise da molti perché apportano solo caos e difficoltà ulteriori? Senza dire del discrimine fatto tra sedi "virtuose", che subiranno la chiusura, e quelle salvate perché hanno contratto mutui. Intanto, una cosa è certa: gli unici a sopportare gli effetti negativi saranno come al solito i cittadini (attori, controparte, testimoni ecc.), personale dipendente coinvolto e tutti gli operatori del settore (avvocati e loro collaboratori, consulenti tecnici e così via) con aumento di costi e disagi. Ma immagino anche come possa complicarsi la vivibilità dei centri cittadini di Trani ed Andria, per non dire della ulteriore complessità che ricadrà sugli spazi disponibili e sui tempi dei singoli procedimenti.
Purtroppo, basta evocare genericamente il termine risparmio per ritenere invalicabile ogni decisione e campanilistica ogni avversione. Ma sarà vero risparmio per lo Stato, mentre i cittadini vedranno il loro portafoglio alleggerirsi ulteriormente? Eppure unanimi sono stati gli appelli degli amministratori locali e dello stesso Presidente del Tribunale di Trani per una decisione di buon senso. Ampia era stata ed è la disponibilità delle Amministrazioni cittadine interessate, perché sede degli uffici distaccati, a farsi carico di oneri di funzionamento. Se si pensa, inoltre, che comunque rimarranno gli Uffici del Giudice di Pace e, nel caso Barletta, si dovrà comunque mantenere i costi della sede per le esigenze di archivio. Siamo ad una beffa paradossale! Ho sempre ritenuto che ogni scelta va fatta valutando gli effetti a 360°. Diversamente è miope ciò che facciamo e sicuro l'insuccesso. Pertanto, Ministro Cancellieri, non firmi il provvedimento e ponga in essere ogni iniziativa per rivedere una riforma che oltre ad essere iniqua e ad accrescere rivalità, non consegue l'obiettivo dichiarato e sembra essere più contro qualcosa, piuttosto che a favore di visioni che vorremmo condivise e concretamente perseguibili.
Quanto al rischio di questioni di campanile, l'esempio di Molfetta ci fa pensare che valutazioni differenti sono possibili. Già la situazione attuale è complessa. Per il Tribunale di Trani una soluzione organica ha bisogno di una Cittadella della Giustizia che risolva i problemi esistenti. Nell'attesa, è impensabile appesantire ulteriormente il sistema. Fare riforme non significa cancellare ma costruire. Da Roma non si può comprendere quali possano essere gli esiti concreti di quanto prefigurato. Per la chiusura delle sedi di Barletta, Città co-capoluogo, e Canosa, non possiamo credere che le soluzioni debbano passare attraverso contenziosi tra Pubbliche Amministrazioni, come paventato. In tema di giustizia, sarebbe l'ulteriore ed inqualificabile paradosso».
«Nonostante i tanti tentativi, sembra si sia arrivati ai titoli di coda - scrive Ventola - Città gloriose della nostra Provincia, come Barletta e Canosa di Puglia, perderanno le loro storiche sedi giudiziarie. E' questione di ore, in attesa che con la Sua firma di Ministro della Giustizia si metta la parola fine a nostre prestigiose sedi giudiziarie. Il decreto legislativo n. 155 del 7 settembre dello scorso anno, infatti, in tema di spending review ha stabilito la soppressione di 220 sedi giudiziarie in tutta Italia e con queste anche quelle del Circondario del Tribunale di Trani, quali sono Barletta e Canosa di Puglia oltre quella di Ruvo. Per il prossimo 12 settembre, però, data di avvio concreto della riforma, alcune eccezioni sono state previste. Le sedi di Molfetta e Andria, infatti, rimarranno operative per altri 2 anni la prima - fino a quando non smaltirà le cause pendenti -, e per 5 anni la seconda - che vedrà notevolmente aumentare i suoi carichi di lavoro.
Sono decisioni incomprensibili tanto più che a nulla sembra siano valsi gli appelli a riconsiderare queste scelte inappropriate. Non si capisce come possa esserci spending review quando ad essere eliminate sono le cose che funzionano, nonostante le immancabili difficoltà, mentre i tagli potrebbero essere fatti in altri modi.
Che poi ci sia veramente un risparmio è tutto da dimostrare. Perciò ci si chiede: a che serve portare fino alle estreme conseguenze soluzioni non condivise da molti perché apportano solo caos e difficoltà ulteriori? Senza dire del discrimine fatto tra sedi "virtuose", che subiranno la chiusura, e quelle salvate perché hanno contratto mutui. Intanto, una cosa è certa: gli unici a sopportare gli effetti negativi saranno come al solito i cittadini (attori, controparte, testimoni ecc.), personale dipendente coinvolto e tutti gli operatori del settore (avvocati e loro collaboratori, consulenti tecnici e così via) con aumento di costi e disagi. Ma immagino anche come possa complicarsi la vivibilità dei centri cittadini di Trani ed Andria, per non dire della ulteriore complessità che ricadrà sugli spazi disponibili e sui tempi dei singoli procedimenti.
Purtroppo, basta evocare genericamente il termine risparmio per ritenere invalicabile ogni decisione e campanilistica ogni avversione. Ma sarà vero risparmio per lo Stato, mentre i cittadini vedranno il loro portafoglio alleggerirsi ulteriormente? Eppure unanimi sono stati gli appelli degli amministratori locali e dello stesso Presidente del Tribunale di Trani per una decisione di buon senso. Ampia era stata ed è la disponibilità delle Amministrazioni cittadine interessate, perché sede degli uffici distaccati, a farsi carico di oneri di funzionamento. Se si pensa, inoltre, che comunque rimarranno gli Uffici del Giudice di Pace e, nel caso Barletta, si dovrà comunque mantenere i costi della sede per le esigenze di archivio. Siamo ad una beffa paradossale! Ho sempre ritenuto che ogni scelta va fatta valutando gli effetti a 360°. Diversamente è miope ciò che facciamo e sicuro l'insuccesso. Pertanto, Ministro Cancellieri, non firmi il provvedimento e ponga in essere ogni iniziativa per rivedere una riforma che oltre ad essere iniqua e ad accrescere rivalità, non consegue l'obiettivo dichiarato e sembra essere più contro qualcosa, piuttosto che a favore di visioni che vorremmo condivise e concretamente perseguibili.
Quanto al rischio di questioni di campanile, l'esempio di Molfetta ci fa pensare che valutazioni differenti sono possibili. Già la situazione attuale è complessa. Per il Tribunale di Trani una soluzione organica ha bisogno di una Cittadella della Giustizia che risolva i problemi esistenti. Nell'attesa, è impensabile appesantire ulteriormente il sistema. Fare riforme non significa cancellare ma costruire. Da Roma non si può comprendere quali possano essere gli esiti concreti di quanto prefigurato. Per la chiusura delle sedi di Barletta, Città co-capoluogo, e Canosa, non possiamo credere che le soluzioni debbano passare attraverso contenziosi tra Pubbliche Amministrazioni, come paventato. In tema di giustizia, sarebbe l'ulteriore ed inqualificabile paradosso».