Vita di città
Vaccino anti-Covid, Forte: "Il diritto alla vita non ha età"
Perchè così pochi anziani vaccinati in Puglia? La denuncia del segretario del sindacato dei pensionati di Cgil Puglia
Andria - venerdì 15 gennaio 2021
Su 43.781 vaccinati finora in Puglia, solo il 4,38% sono ultrasettantenni, a fronte del dato nazionale dell'8,56%. I dati li diffonde la Cgil Puglia con il segretario generale che si chiede: "Cosa sta succedendo? Perché questo dato così basso? È fin troppo evidente che gli anziani ricoverati nelle RSA non sono stati presi in considerazione in maniera prioritaria. In termini numerici si tratta di meno di 2 mila persone a fronte di più 10 mila ricoverati".
"Certo il personale sanitario è importante, ma non si può far passare in second'ordine la strage di anziani che continua verificarsi proprio nelle RSA. Se si vuole abbassare il numero di morti che ogni giorno si rileva nella nostra regione, bisogna operare su questa fascia alta di età. C'è da essere preoccupati che una simile sottovalutazione possa riproporsi quando, con l'inizio della fase 2, gli ultraottantenni saranno al primo posto delle priorità individuate. Quale sarà il sistema di formulazione degli elenchi? Come saranno contattati e convocati? Chi e dove si somministrerà il vaccino? Come si verrà incontro alle persone che sono allettate o non possono uscire di casa? Finora non è dato saperlo. La campagna di vaccinazione per gli anziani non può risolversi con gli stand allestiti nelle piazze, ma presuppone un piano specifico, al fine di consentire a tutti di potersi mettere in sicurezza, difronte al rischio maggiore, largamente riconosciuto, a cui vanno incontro. Facciamo appello alla Regione perché si corra ai ripari e si provveda per tempo. Certo ci sono tante altre priorità da tener presente, ma il diritto alla vita non ha età e bisogna tenerne conto". conclude.
"Certo il personale sanitario è importante, ma non si può far passare in second'ordine la strage di anziani che continua verificarsi proprio nelle RSA. Se si vuole abbassare il numero di morti che ogni giorno si rileva nella nostra regione, bisogna operare su questa fascia alta di età. C'è da essere preoccupati che una simile sottovalutazione possa riproporsi quando, con l'inizio della fase 2, gli ultraottantenni saranno al primo posto delle priorità individuate. Quale sarà il sistema di formulazione degli elenchi? Come saranno contattati e convocati? Chi e dove si somministrerà il vaccino? Come si verrà incontro alle persone che sono allettate o non possono uscire di casa? Finora non è dato saperlo. La campagna di vaccinazione per gli anziani non può risolversi con gli stand allestiti nelle piazze, ma presuppone un piano specifico, al fine di consentire a tutti di potersi mettere in sicurezza, difronte al rischio maggiore, largamente riconosciuto, a cui vanno incontro. Facciamo appello alla Regione perché si corra ai ripari e si provveda per tempo. Certo ci sono tante altre priorità da tener presente, ma il diritto alla vita non ha età e bisogna tenerne conto". conclude.