Associazioni
Unioni Civili, Progetto Uomo: «Dare speranza alla famiglia»
Il consiglio direttivo del comitato onlus interviene dopo la riforma del governo Renzi
Andria - mercoledì 18 maggio 2016
Lo scorso mercoledì 11 maggio la Camera dei Deputati conferma la fiducia al governo Renzi sul ddl riguardante le unioni civili con 369 voti a favore (PD, NCD, Scelta Civica, ALA), 193 contrari e 2 astenuti.
«Riteniamo che l'approvazione della legge - scrive in una nota il consiglio direttivo del Comitato Progetto Uomo - che dà un riconoscimento giuridico alle unioni fra persone dello stesso sesso, rappresenti un altro passaggio decisivo nel processo di dissoluzione sociale del nostro Paese. Un svolta epocale che, dopo la lunga battaglia del popolo pro family per evitarla, richiede un'attenta riflessione per comprenderne appieno la portata e le sfide che si prospettano. La legge Cirinnà-Renzi-Alfano è inaccettabile sia per il merito che per il metodo con la quale è stata approvata. Nel merito, la legge indica quali siano i requisiti minimi per la formazione di un'unione civile: "due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un'unione civile". Siamo di fronte a una rivoluzione sociale e giuridica, uno stravolgimento antropologico di proporzioni enormi: ossia la parificazione del matrimonio uomo-donna a unioni civili tra due persone dello stesso sesso, senza che siano neppure richiesti l'omosessualità o l'esistenza di legami affettivi. Se fino a ieri si doveva ritenere la famiglia naturale come l'unica famiglia possibile, così come riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica Italiana, da oggi il significato di famiglia cambia del tutto; per famiglia si intenderà qualsiasi PAIO di persone coabitanti: due studenti universitari fuori sede, un'anziana e la sua badante, due vecchi preti in pensione che vivono nella casa canonica. Se cambia il concetto di famiglia cambiano anche le politiche familiari. Qualunque proposta "per la famiglia" sarà applicata a qualsiasi tipo di unione civile. Diventerà addirittura controproducente fare proposte di politiche familiari, che andranno a beneficiare tutti togliendo risorse alla famiglia vera e propria.Sul metodo, la legge è stata approvata sia al Senato sia alla Camera con evidenti strappi antidemocratici (proprio dal Partito Democratico, che controsenso!): la legge così come approvata, infatti, non è stata discussa né in commissione né in aula. Ma si è dovuto votare sulla fiducia posta da Renzi. Che dire poi di tutti quei senatori, deputati e ministri dichiaratamente cattolici che hanno votato questa legge distruttrice della società? A loro attribuiamo una doppia responsabilità in quanto dovranno rendere conto agli elettori che li hanno votati con la certezza che avrebbero tutelato la famiglia. Le unioni civili non sono ancora una legge dello Stato, ci vuole la firma del Presidente della Repubblica che, temiamo, si allinei anch'egli chiudendo entrambi gli occhi sulla sua incostituzionalità. L'approvazione di questa legge è una sconfitta per la famiglia e per il bene comune. Da parte nostra continueremo a vegliare contro gli attacchi alla dignità di ogni essere umano e della famiglia. Staremo vicini a quanti non vogliono arrendersi alla deriva umana e antropologica in atto e con loro (cattolici e non cattolici, credenti e non credenti) continueremo ad impegnarci per una società che sappia dare speranza alla famiglia e ai cittadini frastornati e delusi».
«Riteniamo che l'approvazione della legge - scrive in una nota il consiglio direttivo del Comitato Progetto Uomo - che dà un riconoscimento giuridico alle unioni fra persone dello stesso sesso, rappresenti un altro passaggio decisivo nel processo di dissoluzione sociale del nostro Paese. Un svolta epocale che, dopo la lunga battaglia del popolo pro family per evitarla, richiede un'attenta riflessione per comprenderne appieno la portata e le sfide che si prospettano. La legge Cirinnà-Renzi-Alfano è inaccettabile sia per il merito che per il metodo con la quale è stata approvata. Nel merito, la legge indica quali siano i requisiti minimi per la formazione di un'unione civile: "due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un'unione civile". Siamo di fronte a una rivoluzione sociale e giuridica, uno stravolgimento antropologico di proporzioni enormi: ossia la parificazione del matrimonio uomo-donna a unioni civili tra due persone dello stesso sesso, senza che siano neppure richiesti l'omosessualità o l'esistenza di legami affettivi. Se fino a ieri si doveva ritenere la famiglia naturale come l'unica famiglia possibile, così come riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica Italiana, da oggi il significato di famiglia cambia del tutto; per famiglia si intenderà qualsiasi PAIO di persone coabitanti: due studenti universitari fuori sede, un'anziana e la sua badante, due vecchi preti in pensione che vivono nella casa canonica. Se cambia il concetto di famiglia cambiano anche le politiche familiari. Qualunque proposta "per la famiglia" sarà applicata a qualsiasi tipo di unione civile. Diventerà addirittura controproducente fare proposte di politiche familiari, che andranno a beneficiare tutti togliendo risorse alla famiglia vera e propria.Sul metodo, la legge è stata approvata sia al Senato sia alla Camera con evidenti strappi antidemocratici (proprio dal Partito Democratico, che controsenso!): la legge così come approvata, infatti, non è stata discussa né in commissione né in aula. Ma si è dovuto votare sulla fiducia posta da Renzi. Che dire poi di tutti quei senatori, deputati e ministri dichiaratamente cattolici che hanno votato questa legge distruttrice della società? A loro attribuiamo una doppia responsabilità in quanto dovranno rendere conto agli elettori che li hanno votati con la certezza che avrebbero tutelato la famiglia. Le unioni civili non sono ancora una legge dello Stato, ci vuole la firma del Presidente della Repubblica che, temiamo, si allinei anch'egli chiudendo entrambi gli occhi sulla sua incostituzionalità. L'approvazione di questa legge è una sconfitta per la famiglia e per il bene comune. Da parte nostra continueremo a vegliare contro gli attacchi alla dignità di ogni essere umano e della famiglia. Staremo vicini a quanti non vogliono arrendersi alla deriva umana e antropologica in atto e con loro (cattolici e non cattolici, credenti e non credenti) continueremo ad impegnarci per una società che sappia dare speranza alla famiglia e ai cittadini frastornati e delusi».