Mercato Andria 3
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Unimpresa Bat: Salvare i mercati di Andria, Barletta e Trani

Operano 1500 occupati che sviluppano un indotto di 5900 addetti. La richiesta viene dal presidente Savino Montaruli

Tre grandi mercati che messi insieme sviluppano occupazione diretta per circa 1500 soggetti e sviluppano un indotto di 5900 addetti. Numeri straordinari da far concorrenza anche ai più grandi e "protetti" stabilimenti industriali. Eppure quando in uno stabilimento industriale emergono situazioni di crisi aziendale che mettano a rischio anche un solo posto di lavoro si mobilitano tutti, compresi gli Istituti di previdenza per sussidi e sostegni. Allorquando, invece, vanno in crisi le strutture mercatali e le piccole imprese in generale, nessuno se ne interessa e non esiste alcuna forma di sostegno né finanziario né di altra natura, anzi pare che nonostante il fatto che ormai queste attività d'impresa siano diventate, loro malgrado, dei veri e propri "ammortizzatori sociali", ci sia una corsa alla distruzione forse per poi tentare di "ricostruire" in modo clientelare e propagandistico.
Proprio a proposito dei tre grandi ed importanti mercati settimanali che si svolgono nei comuni cocapoluogo della Provincia Bat cioè quelli di Barletta, di Andria e di Trani, torniamo ad esternare situazioni di gravissimo disagio, sia in termini strutturali che di produttività, che abbiamo rilevato in passato e che persistono.
A Barletta la situazione in cui versa il mercato settimanale del sabato è non più tollerabile e quel trasferimento che avrebbe dovuto essere oltre che provvisorio anche migliorabile in previste ma mai attuate successive verifiche, è diventata improponibile nelle attuali condizioni e nell'attuale sito mentre la città ha sviluppato altre zone che potrebbero ospitare anche il mercato e rilanciarne l'attrattività. A tal proposito invitiamo il Commissario Prefettizio a tirare fuori dai cassetti piani commerciali mai portati a compimento e pezzi di storia di quel mercato, comprese le numerose istanze e denunce che non sono mai state prese in dovuta considerazione con il rischio concreto che da un giorno all'altro, per varie motivazioni anche di natura di ordine pubblico, il mercato possa essere sospeso.
In relazione al mercato di Trani, la situazione è nota a tutti e da qualche mese lo è anche al nuovo Sindaco che ha detto di volersi fare carico delle numerose problematiche emerse anche nel corso della sua recente visita tra commercianti e consumatori, almeno tra quei pochi rimasti, rendendosi conto che anche in questo caso la temporaneità di un trasferimento forzoso e per nulla motivato né giustificato, si sta protraendo oltre qualsiasi limite di tempo tollerabile. Il mercato di Trani, notevolmente ridotto rispetto al numero degli operatori che lo frequentano e soprattutto con un'utenza ridottasi in modo esponenziale e crescente nel tempo, va "rianimato" ma in un nuovo sito che non può essere la fantomatica area attrezzata che non è mai arrivata perché non interessa a nessuno tranne che a qualche piccolo speculatore mediatico di vecchia data ma in continuo riciclo.
Da Barletta, passando per Trani si giunge ad Andria e nella città di Federico le cose si fanno più complicate perché in questo caso più che in altri è evidente il danno che può provocare quel sempre crescente divario tra i tempi della politica e quelli della realtà e delle imprese. Il protrarsi di alcune condizioni che avrebbero dovuto essere state risolte da tempo sta rendendo lo storico mercato settimanale del lunedì oltre che improduttivo anche di scarsissimo valore, al punto che sono tantissimi i rami d'azienda in cessione, anche per qualche centinaia di euro solamente.
Ai disagi ormai strutturali se ne aggiungono continuamente altri di natura logistica con continui spostamenti che non giovano affatto né agli operatori né tantomento ai consumatori che sono sfiduciati, disorientati e stanno perdendo totalmente quella fidelizzazione che rendeva quel mercato, fino a dodici anni fa, uno dei più importanti e prestigiosi dell'intero meridione d'Italia, insieme ad altri che stanno subendo la stessa sorte come quello di Foggia, di Manfredonia e di molti comuni della nostra Provincia.

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