Associazioni
Una riflessione di Nicola Miracapillo sulle ONG
Indignazione per l’abuso indiscriminato del termine solidarietà al tempo del coronavirus
Andria - sabato 21 marzo 2020
10.09
Nicola Miracapillo, presidente dell'associazione "La Piscara" ha voluto esternare una dura riflessione sul significato di solidarietà, inteso dalle ONG al tempo del coronavirus.
Miracapillo ha sottolineato: "Fino a poco tempo parlare di solidarietà era, soprattutto, contribuire anche con l'aiuto materiale, complemento necessario dell'impegno assunto. L'impegno solidaristico degli aiuti, oltre a prendere il sopravvento sull'aspetto politico, è utilizzato sempre più spesso come meccanismo di legittimazione di interventi interessati. Il termine "solidarietà" veniva inteso e interpretato in modo univoco, adesso viene usato indiscriminatamente e tramite esso, spesso si celano obiettivi molto distanti da ciò che la parola realmente significa.
Oggi la solidarietà si utilizza come argomento pretestuoso da parte di diverse categorie di politici, imprenditori ed associazioni ONG per campagne elettorali, aziende commerciali che mascherano con questa parola l'incremento delle proprie vendite, invasioni militari giustificate da intenti di solidarietà".
Da quanto detto appare la indeterminatezza e la difficoltà di capire ciò che effettivamente si intende oggi quando ci si riferisce in modo semplice alla solidarietà e a tal proposito Miracapillo riflette sull'assenza in questo particolare periodo per l'Italia delle varie ONG. Indignato rimarca: "A Bergamo tutta questa gente non è stata vista, mentre intervenivano i veri medici professionisti delle nostre Forze Armate che non sono bastati, ci sono voluti altri 300 medici (volontari) spesso richiamati dalla pensione. Da vent'anni ci chiedono soldi vantandosi di salvare vite in zone di guerra. Adesso dove stanno questi sedicenti "Eroi" della medicina degli ospedali da campo nel terzo mondo?".
Il Presidente della "Piscara" conclude: "Ponendo in pratica questo modello, gli organismi internazionali, i governi e le grandi istituzioni finanziarie designano i destinatari con i quali si farà "solidarietà" e demandano a "tecnici specializzati" il compito di tradurre nella pratica l'aiuto stanziato.
Questa forma di intervento pone i destinatari sul terreno della competizione per la conquista della "solidarietà". È facile indovinare che coloro che dimostreranno un atteggiamento di maggior attenzione e adeguamento alle condizioni fissate dai donanti, avranno maggiori aiuti!
I termini della solidarietà sono dunque invertiti, oggi chi ottiene maggiore solidarietà sono coloro che assumono come propri i valori dei donanti.
Una organizzazione, è veramente solidale, se volontariamente si sente legata ad altri per una comunanza di idee, di propositi e di responsabilità, assumendo la causa di questi come propria".
Miracapillo ha sottolineato: "Fino a poco tempo parlare di solidarietà era, soprattutto, contribuire anche con l'aiuto materiale, complemento necessario dell'impegno assunto. L'impegno solidaristico degli aiuti, oltre a prendere il sopravvento sull'aspetto politico, è utilizzato sempre più spesso come meccanismo di legittimazione di interventi interessati. Il termine "solidarietà" veniva inteso e interpretato in modo univoco, adesso viene usato indiscriminatamente e tramite esso, spesso si celano obiettivi molto distanti da ciò che la parola realmente significa.
Oggi la solidarietà si utilizza come argomento pretestuoso da parte di diverse categorie di politici, imprenditori ed associazioni ONG per campagne elettorali, aziende commerciali che mascherano con questa parola l'incremento delle proprie vendite, invasioni militari giustificate da intenti di solidarietà".
Da quanto detto appare la indeterminatezza e la difficoltà di capire ciò che effettivamente si intende oggi quando ci si riferisce in modo semplice alla solidarietà e a tal proposito Miracapillo riflette sull'assenza in questo particolare periodo per l'Italia delle varie ONG. Indignato rimarca: "A Bergamo tutta questa gente non è stata vista, mentre intervenivano i veri medici professionisti delle nostre Forze Armate che non sono bastati, ci sono voluti altri 300 medici (volontari) spesso richiamati dalla pensione. Da vent'anni ci chiedono soldi vantandosi di salvare vite in zone di guerra. Adesso dove stanno questi sedicenti "Eroi" della medicina degli ospedali da campo nel terzo mondo?".
Il Presidente della "Piscara" conclude: "Ponendo in pratica questo modello, gli organismi internazionali, i governi e le grandi istituzioni finanziarie designano i destinatari con i quali si farà "solidarietà" e demandano a "tecnici specializzati" il compito di tradurre nella pratica l'aiuto stanziato.
Questa forma di intervento pone i destinatari sul terreno della competizione per la conquista della "solidarietà". È facile indovinare che coloro che dimostreranno un atteggiamento di maggior attenzione e adeguamento alle condizioni fissate dai donanti, avranno maggiori aiuti!
I termini della solidarietà sono dunque invertiti, oggi chi ottiene maggiore solidarietà sono coloro che assumono come propri i valori dei donanti.
Una organizzazione, è veramente solidale, se volontariamente si sente legata ad altri per una comunanza di idee, di propositi e di responsabilità, assumendo la causa di questi come propria".