Commento
“Una promessa” di Chiara Lubich
Gennaro Gino Piccolo, del centro Igino Giordani di Andria ci affida questa riflessione della fondatrice del Movimento dei focolari
Andria - domenica 19 dicembre 2021
6.52
«E' una vera gioia che La Chiesa ogni anno riproponga alla nostra considerazione i fatti salienti di Gesù.
Così ogni anno ricorre il Natale e noi possiamo inabissarci nel dolcissimo mistero di Dio fatto bambino.
Gesù, giovane, bello, forte, che lancia nel mondo il più alto, divino messaggio che mai si sia udito e si udrà, Gesù che muore per pagare di persona per la propria causa, oggi si fa da noi pensare e ammirare piccolino, debole, povero; accanto ad una Mamma allora sconosciuta e ancora tanto giovane e ad un padre che fa le veci del suo Padre celeste.
Fa tenerezza la scena del presepio, così vera, così densa di significato, incarnazione delle beatitudini, e tocca certe corde del nostro cuore solitamente silenziose, perché il fracasso dei molti e grossi problemi di ogni giorno non permette di percepirne i suoni.
Ma almeno il giorno di Natale facciamo spazio a questa finissima armonia cui fanno eco i grandi e sterminati silenzi dei poveri del mondo, di coloro che così spesso sono colpiti da cataclismi che mozzano il fiato, dei malati, dei bimbi di nessuno, dei moribondi sulle strade dell'India, dei diseredati, degli inerti senza lavoro, di tutti quei miseri che Gesù ama perché simili a Lui fin dalla sua nascita.
Anche noi li dobbiamo amare; e il nostro cuore, li scelga come prediletti fra tutti.
Nei sobborghi delle nostre città ci attendono, in Africa ci attendono, in Asia ci attendono, nell'America del sud ci attendono, nel Medio Oriente ci attendono…
Questa promessa dinanzi al Bambino è il miglior modo per trascorrere il nostro Natale».
Chiara Lubich in: "E torna Natale…"
Così ogni anno ricorre il Natale e noi possiamo inabissarci nel dolcissimo mistero di Dio fatto bambino.
Gesù, giovane, bello, forte, che lancia nel mondo il più alto, divino messaggio che mai si sia udito e si udrà, Gesù che muore per pagare di persona per la propria causa, oggi si fa da noi pensare e ammirare piccolino, debole, povero; accanto ad una Mamma allora sconosciuta e ancora tanto giovane e ad un padre che fa le veci del suo Padre celeste.
Fa tenerezza la scena del presepio, così vera, così densa di significato, incarnazione delle beatitudini, e tocca certe corde del nostro cuore solitamente silenziose, perché il fracasso dei molti e grossi problemi di ogni giorno non permette di percepirne i suoni.
Ma almeno il giorno di Natale facciamo spazio a questa finissima armonia cui fanno eco i grandi e sterminati silenzi dei poveri del mondo, di coloro che così spesso sono colpiti da cataclismi che mozzano il fiato, dei malati, dei bimbi di nessuno, dei moribondi sulle strade dell'India, dei diseredati, degli inerti senza lavoro, di tutti quei miseri che Gesù ama perché simili a Lui fin dalla sua nascita.
Anche noi li dobbiamo amare; e il nostro cuore, li scelga come prediletti fra tutti.
Nei sobborghi delle nostre città ci attendono, in Africa ci attendono, in Asia ci attendono, nell'America del sud ci attendono, nel Medio Oriente ci attendono…
Questa promessa dinanzi al Bambino è il miglior modo per trascorrere il nostro Natale».
Chiara Lubich in: "E torna Natale…"