Eventi e cultura
«Un'affermazione è vera se documentata»: ieri l'incontro con Spataro
"Potere, Giustizia e Memoria" il secondo incontro della serie ad Andria. Ospite il Procuratore aggiunto di Milano con una lucida analisi storica dei fatti
Andria - sabato 4 maggio 2013
12.16
Una documentata e lucida analisi delle prove che sostengono la veridicità di un'affermazione: questa, in estrema sintesi, la tesi sostenuta da Armando Spataro ieri sera, nel corso del secondo appuntamento dell'iniziativa Potere, Giustizia e Memoria. Il Chiostro di S. Francesco ha aperto i battenti e raccolto intorno al Procuratore Aggiunto di Milano, accompagnato dal Giudice Francesco Messina e dal prof. Giuseppe Losappio, una platea attenta alla scrupolosa disamina di alcuni dei fatti più investigati e romanzati della recente Storia italiana: la strage di Piazza Fontana è stato l'incipit di un percorso che, carte alla mano, ha toccato e rievocato momenti cruciali, come la morte dell'anarchico Pinelli, la strage di Piazza della Loggia, il rapimento e l'assasinio di Aldo Moro, la cosiddetta trattativa Stato-Mafia.
L'intenzione del magistrato è stata chiara, ovvero lasciar emergere i riscontri documentali, i risultati delle lunghe indagini che hanno impegnato negli anni le forze investigative, per sottrarre spazio alla caleidoscopica, spesso immaginifica, proliferazione di interpretazioni, trame occulte, storie parallele, le quali hanno trovato facile terreno di coltura in certo giornalismo d'assalto e nella fiction patinata di chi, della ricerca della verità, non è sembrato molto interessato.
«I magistati non sono degli storici, non operano per emettere giudizi morali sulla classe politica. Questi spettano a voi o, se volete, a tutti noi in quanto cittadini».
L'intenzione del magistrato è stata chiara, ovvero lasciar emergere i riscontri documentali, i risultati delle lunghe indagini che hanno impegnato negli anni le forze investigative, per sottrarre spazio alla caleidoscopica, spesso immaginifica, proliferazione di interpretazioni, trame occulte, storie parallele, le quali hanno trovato facile terreno di coltura in certo giornalismo d'assalto e nella fiction patinata di chi, della ricerca della verità, non è sembrato molto interessato.
«I magistati non sono degli storici, non operano per emettere giudizi morali sulla classe politica. Questi spettano a voi o, se volete, a tutti noi in quanto cittadini».