Cronaca
Uccisione per mancata precedenza, l’assassino ai domiciliari. Lo sfogo della vedova su Facebook
L’omicidio risale alla sera del 12 settembre del 2019
Andria - venerdì 11 settembre 2020
Dopo un anno dall'omicidio del giovane tranese Giovanni Di Vito, ucciso con una lama da Celeste Troia per una mancata precedenza, la vedova Emanuela Di Chio, dopo aver saputo che il responsabile della morte del giovane è agli arresti domiciliari, si affida ai canali social per esprimere il suo sdegno nei confronti della giustizia.
"A cosa sto pensando? Penso che viviamo in un paese corrotto, penso che "scendere da una macchina armato di una lama di 8 cm" e piantarla dritta al cuore di un Uomo (non a caso con la U maiuscola) spezzandogli la vita e strappando lo ai suoi cari debba avere delle conseguenze!" – così la donna si sfoga su facebook – "Penso che ad un anno dalla morte di mio marito qualcuno lo abbia accoltellato una seconda volta". I fatti risalgono alla sera del 12 settembre del 2019 nella periferia della città, precisamente tra via Corato e via Puccini, quando la vittima venne gravemente ferita e condotta all'ospedale Bonomo di Andria: inutili i tentativi dei medici di salvargli la vita.
Dopo la caccia all'aggressore, gli agenti del locale Commissariaro di P.S., la sera stessa lo arrestano portandolo in carcere con l'accusa di omicidio. Ad un anno dalla tragedia il Giudice per le indagini preliminari, dr. Morelli e su parere favorevole del pubblico ministero de. Vaira, decidono, sulla base di attenuate esigenze cautelari e comportamento esemplare, di metterlo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al polso in attesa del processo che si celebrerà il prossimo 19 settembre.
Un provvedimento che però la giovane donna non può accettare: "L' assassino di Gianni oggi è tornato a casa, gli hanno donato un bel braccialetto elettronico e lo hanno riportato nel suo recinto insieme ai suoi cari. Ebbene sì signori questa è l'Italia!" – così conclude il post.
"A cosa sto pensando? Penso che viviamo in un paese corrotto, penso che "scendere da una macchina armato di una lama di 8 cm" e piantarla dritta al cuore di un Uomo (non a caso con la U maiuscola) spezzandogli la vita e strappando lo ai suoi cari debba avere delle conseguenze!" – così la donna si sfoga su facebook – "Penso che ad un anno dalla morte di mio marito qualcuno lo abbia accoltellato una seconda volta". I fatti risalgono alla sera del 12 settembre del 2019 nella periferia della città, precisamente tra via Corato e via Puccini, quando la vittima venne gravemente ferita e condotta all'ospedale Bonomo di Andria: inutili i tentativi dei medici di salvargli la vita.
Dopo la caccia all'aggressore, gli agenti del locale Commissariaro di P.S., la sera stessa lo arrestano portandolo in carcere con l'accusa di omicidio. Ad un anno dalla tragedia il Giudice per le indagini preliminari, dr. Morelli e su parere favorevole del pubblico ministero de. Vaira, decidono, sulla base di attenuate esigenze cautelari e comportamento esemplare, di metterlo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al polso in attesa del processo che si celebrerà il prossimo 19 settembre.
Un provvedimento che però la giovane donna non può accettare: "L' assassino di Gianni oggi è tornato a casa, gli hanno donato un bel braccialetto elettronico e lo hanno riportato nel suo recinto insieme ai suoi cari. Ebbene sì signori questa è l'Italia!" – così conclude il post.