Eventi e cultura
U ciambott, una commedia in vernacolo andriese
Protagonista il gruppo teatrale della parrocchia "San Michele Arcangelo e San Giuseppe"
Andria - domenica 26 luglio 2015
01.00
Nella serata di ieri 25 luglio, nel cortile della scuola "G. Rodari" di Andria, il gruppo teatrale amatoriale della parrocchia "San Michele Arcangelo e San Giuseppe" ha messo in scena U Ciambott, una commedia in vernacolo andriese. La storia, di cui sono autori Antonia Musaico e Riccardo Caldarola, narra di una coppia di contadini andriesi, la quale eredita un appezzamento di terra da una zia defunta e si impegna nel combinare un matrimonio altolocato per la propria unica figlia, Filomena. La scena ricordava la tipica abitazione di una modesta famiglia italiana degli anni '60, tempo in cui gran parte delle case erano formate da un unico stanzone in cui vi era posto solo per l'arredamento essenziale.
Gli attori, amatori ma divertenti, hanno ben rappresentato la tradizione culturale paesana, caratterizzata dai complotti familiari per la conquista dell'eredità, dal portafoglio sigillato del pater familias avaro e presuntuoso, dall'energica presa di posizione di una moglie sottomessa ma astuta, e soprattutto dal pasticcio creato per negoziare un buon matrimonio e sollevare le sorti reputazionali di un'umile famiglia agricola. Nei dialoghi della commedia è stata ben illustrata la vita quotidiana degli scorsi decenni, durante i quali il giudizio della gente poteva valere più di una buona azione e l'amore disinteressato dei giovani, in alcuni casi, veniva ostacolato alla ricerca di una condizione sociale più agiata. «Il maltempo di questo pomeriggio - ha dichiarato il parroco don Francesco Santovito, nel proprio discorso iniziale - non ha impedito la riuscita di questo spettacolo, che è il meraviglioso frutto del costante impegno di un grande gruppo di amici».
Gli attori, amatori ma divertenti, hanno ben rappresentato la tradizione culturale paesana, caratterizzata dai complotti familiari per la conquista dell'eredità, dal portafoglio sigillato del pater familias avaro e presuntuoso, dall'energica presa di posizione di una moglie sottomessa ma astuta, e soprattutto dal pasticcio creato per negoziare un buon matrimonio e sollevare le sorti reputazionali di un'umile famiglia agricola. Nei dialoghi della commedia è stata ben illustrata la vita quotidiana degli scorsi decenni, durante i quali il giudizio della gente poteva valere più di una buona azione e l'amore disinteressato dei giovani, in alcuni casi, veniva ostacolato alla ricerca di una condizione sociale più agiata. «Il maltempo di questo pomeriggio - ha dichiarato il parroco don Francesco Santovito, nel proprio discorso iniziale - non ha impedito la riuscita di questo spettacolo, che è il meraviglioso frutto del costante impegno di un grande gruppo di amici».