Vita di città
Trasporto disabili, diritto assente da oltre un anno: le famiglie manifestano davanti alla Asl Bt
La referente Sabina Amorese: «Da soli non possiamo farcela»
Andria - venerdì 3 dicembre 2021
7.16
Non c'è pace per tante famiglie andriese con congiunti disabili, che da oltre un anno non possono usufruire del diritto al trasporto per le quotidiane fisioterapie e riabilitazioni. Una situazione che ormai è diventata insostenibile, per cui questa mattina, venerdì 3 dicembre, dieci famiglie manifesteranno davanti alla sede della Asl Bt per rivendicare il diritto al trasporto dei disabili, fondamentale per sostenere le famiglie nell'accompagnare i propri cari presso le strutture di riabilitazione.
Un compito quotidiano al quale i familiari stanno provvedendo in totale autonomia, affrontando enormi difficoltà sotto tanti punti di vista come ci ha spiegato Sabina Amorese, referente dei concittadini che questa mattina si raduneranno davanti alla Asl Bt: «Con le sole nostre forze accompagniamo i nostri cari alle cure riabilitative, ma ci sono anche famiglie che non hanno un mezzo proprio e sono costrette a rivolgersi a un'altra persona, a pagamento, per avere due braccia in più. Tra l'altro, spesso si tratta di persone che non sono qualificate per trasportare un disabile, che non è cosa da poco. Per chi provvede personalmente, invece, i problemi sono tanti: quando piove, per esempio, è molto più complicato far salire un disabile e portarlo nella struttura, con il rischio di ammalarsi. Riporto la mia situazione: sono costretta a camminare con un busto per diverse ernie alla schiena, e gestisco da sola il trasporto di mio figlio, che pesa 35 kg, su un carrozzino posturale di 45 kg».
La Signora Amorese ci ha spiegato in che modo avverrà la protesta di questa mattina: «Saremo dieci famiglie, perché rispettiamo le norme anti-covid e non possiamo essere in tanti. Manifesteremo il nostro dissenso fino a quando non ci sarà qualcuno disposto a riceverci. L'ultima volta che abbiamo protestato per questa situazione risale a due anni fa, prima della pandemia: ci mandarono a casa dicendoci che ci avrebbero chiamato per risolvere il problema ma da quell'incontro non ci sono state novità. Abbiamo parlato anche con il Comune, ci hanno detto che il trasporto dei disabili non è di loro competenza ma della Asl. La soluzione che ci è stata prospettata è attendere l'uscita del nuovo bando per essere inseriti ma non possiamo attendere ancora a lungo».
Un compito quotidiano al quale i familiari stanno provvedendo in totale autonomia, affrontando enormi difficoltà sotto tanti punti di vista come ci ha spiegato Sabina Amorese, referente dei concittadini che questa mattina si raduneranno davanti alla Asl Bt: «Con le sole nostre forze accompagniamo i nostri cari alle cure riabilitative, ma ci sono anche famiglie che non hanno un mezzo proprio e sono costrette a rivolgersi a un'altra persona, a pagamento, per avere due braccia in più. Tra l'altro, spesso si tratta di persone che non sono qualificate per trasportare un disabile, che non è cosa da poco. Per chi provvede personalmente, invece, i problemi sono tanti: quando piove, per esempio, è molto più complicato far salire un disabile e portarlo nella struttura, con il rischio di ammalarsi. Riporto la mia situazione: sono costretta a camminare con un busto per diverse ernie alla schiena, e gestisco da sola il trasporto di mio figlio, che pesa 35 kg, su un carrozzino posturale di 45 kg».
La Signora Amorese ci ha spiegato in che modo avverrà la protesta di questa mattina: «Saremo dieci famiglie, perché rispettiamo le norme anti-covid e non possiamo essere in tanti. Manifesteremo il nostro dissenso fino a quando non ci sarà qualcuno disposto a riceverci. L'ultima volta che abbiamo protestato per questa situazione risale a due anni fa, prima della pandemia: ci mandarono a casa dicendoci che ci avrebbero chiamato per risolvere il problema ma da quell'incontro non ci sono state novità. Abbiamo parlato anche con il Comune, ci hanno detto che il trasporto dei disabili non è di loro competenza ma della Asl. La soluzione che ci è stata prospettata è attendere l'uscita del nuovo bando per essere inseriti ma non possiamo attendere ancora a lungo».