Religioni
Terzo ed ultimo giorno giorno della festa dei Santi Patroni di Andria
Purtroppo anche qualche nota stonata, come alcuni fili elettrici "volanti", presenti su corso Cavour e nei pressi delle giostre
Andria - lunedì 17 settembre 2018
11.59
La festa dei Santi Patroni in città è l'unico momento dell'anno in cui tutta la comunità si riconosce tale, in cui anziani e giovani si incontrano, in cui si condividono spazi e momenti pubblici all'insegna di un ispirazione popolare. Un'antichissima festa che conferma i legami di attaccamento della gente con il passato di venerazione, devozione e storia.
Sono occasioni per incontrare amici e parenti, per rivedersi, per riabbracciarsi. Per ripopolare la città dopo due mesi di vuoto, di silenzio, di ferie. E' stata una festa patronale con timidi accenni di luminarie, la processione è transitata, tra l'altro, facendo un percorso inconsueto e avendo potuto godere insolitamente solo dell'illuminazione pubblica comunale.
Attraversando l'intero corso Cavour abbiamo potuto apprezzare l'arte dei madonnari con le loro opere dipinte sull'asfalto, venditori di palloncini e giocattoli, per la gioia dei più piccoli, bancarelle con la vendita del tipico dolce-torrone di mandorle o nocelle intere e di zucchero, chiamato "copeta", "l'amell attrroit, lo zucchero filato, la banda musicale, le giostre i concerti di cantanti ed infine fuochi pirotecnici in forma ridotta.
Un festa molto sobria fatta di suoni, colori e profumi per la nostra città, ma anche di piccoli insidiosi pericoli. Abbiamo potuto notare, sia nell'area destinata alle giostre che su corso Cavour, dei fili elettrici volanti che attraversano la strada sotto il calpestio dei passanti, carrozzine e animali da affezione. Un concreto pericolo di inciampo o nella peggior ipotesi di scossa elettrica se mai dovessero essere accidentalmente tranciati.
Metti una festa patronale: di quelle con la processione del santo, gli abiti rituali, i ceri, il comitato festeggiamenti, le giostre, le bancarelle, l'odore di torrone, ma senza sicurezza, tra luci ed ombre.
Sono occasioni per incontrare amici e parenti, per rivedersi, per riabbracciarsi. Per ripopolare la città dopo due mesi di vuoto, di silenzio, di ferie. E' stata una festa patronale con timidi accenni di luminarie, la processione è transitata, tra l'altro, facendo un percorso inconsueto e avendo potuto godere insolitamente solo dell'illuminazione pubblica comunale.
Attraversando l'intero corso Cavour abbiamo potuto apprezzare l'arte dei madonnari con le loro opere dipinte sull'asfalto, venditori di palloncini e giocattoli, per la gioia dei più piccoli, bancarelle con la vendita del tipico dolce-torrone di mandorle o nocelle intere e di zucchero, chiamato "copeta", "l'amell attrroit, lo zucchero filato, la banda musicale, le giostre i concerti di cantanti ed infine fuochi pirotecnici in forma ridotta.
Un festa molto sobria fatta di suoni, colori e profumi per la nostra città, ma anche di piccoli insidiosi pericoli. Abbiamo potuto notare, sia nell'area destinata alle giostre che su corso Cavour, dei fili elettrici volanti che attraversano la strada sotto il calpestio dei passanti, carrozzine e animali da affezione. Un concreto pericolo di inciampo o nella peggior ipotesi di scossa elettrica se mai dovessero essere accidentalmente tranciati.
Metti una festa patronale: di quelle con la processione del santo, gli abiti rituali, i ceri, il comitato festeggiamenti, le giostre, le bancarelle, l'odore di torrone, ma senza sicurezza, tra luci ed ombre.