Vita di città
Teresa Calvano per la tutela delle malate oncologiche
Continua il progetto (T)urban Wave a fianco di Onda d'Urto
Andria - venerdì 21 aprile 2017
9.38
Continua l'impegno di Teresa Calvano e delle sue "Anime belle", gruppo nato dall'omonimo blog, per regalare, a fianco dell'associazione Onda d'Urto, un sorriso alle malate oncologiche.
"Il progetto nasce perché ho sentito il bisogno di dare qualcosa di mio agli altri, di dedicare il mio tempo a qualcuno. Questo fa star bene sia me che il mio prossimo", afferma Teresa, giovane malata oncologica che da anni affronta con un sorriso la sua battaglia e persegue il suo obiettivo sia con il suo blog Facebook "Anime belle di Teresa Calvano - Fuck cancer", una community, un salotto in cui raccontarsi e condividere le proprie esperienze; sia con il progetto (T)urban Wave che, insieme ad ad Onda d'Urto, Teresa dona un turbante alle malate o lo vede a scopo di beneficenza .
"L'idea di creare dei turbanti è nata nel pieno della mia chemioterapia. - continua Teresa - Federica, una cara amica di Reggio Emilia, mi propose il progetto come occasione per impiegare positivamente il mio tempo e, per l'intraprendenza che mi contraddistingue, non ho potuto rifiutare. Il turbante oggi mi rappresenta, identifica un percorso di vita e tutt'ora lo uso per moda. Non tutte le donne accettano (o possono acquistare) una parrucca, dunque il turbante rappresenta un percorso economico e colorato di accettazione, nonché un modo per donare un sorriso".
In sinergia con l'Onlus Onda d'Urto, Teresa è oggi impegnata nella cura e nella tutela della malata oncologica. Infatti, i fondi ricavati dalla vendita dei turbanti, cuciti con tessuti donati, verranno devoluti per sostenere economicamente le spese mediche e di trasporto di alcune ammalate bisognose, o anche per acquistare una parrucca. "Quando una persona si ammala e decide di curarsi lontana da casa, le spese da sostenere sono ingenti e si sommano ad altre necessità - spiega Teresa - Quindi vogliamo sostenere quelli che diventano dei veri e propri viaggi di speranza. Insomma, l'obiettivo è sempre e comunque tentare di alleggerire il peso della malattia".
Ad oggi, il progetto (T)urban Wave ha avuto un buon impatto mediatico. In crescita sono le donazioni di tessuti e molto sono i turbanti venduti e regalati; ma soprattutto molte donne si sono avvicinate a questo progetto, decidendo di condividere il proprio percorso con altre donne. Nonostante questo, il progetto è solo agli esordi e tante sono le speranze per il futuro.
Per donare dei tessuti è possibile scrivere a terrycalvano@ondadurto.org
"Il progetto nasce perché ho sentito il bisogno di dare qualcosa di mio agli altri, di dedicare il mio tempo a qualcuno. Questo fa star bene sia me che il mio prossimo", afferma Teresa, giovane malata oncologica che da anni affronta con un sorriso la sua battaglia e persegue il suo obiettivo sia con il suo blog Facebook "Anime belle di Teresa Calvano - Fuck cancer", una community, un salotto in cui raccontarsi e condividere le proprie esperienze; sia con il progetto (T)urban Wave che, insieme ad ad Onda d'Urto, Teresa dona un turbante alle malate o lo vede a scopo di beneficenza .
"L'idea di creare dei turbanti è nata nel pieno della mia chemioterapia. - continua Teresa - Federica, una cara amica di Reggio Emilia, mi propose il progetto come occasione per impiegare positivamente il mio tempo e, per l'intraprendenza che mi contraddistingue, non ho potuto rifiutare. Il turbante oggi mi rappresenta, identifica un percorso di vita e tutt'ora lo uso per moda. Non tutte le donne accettano (o possono acquistare) una parrucca, dunque il turbante rappresenta un percorso economico e colorato di accettazione, nonché un modo per donare un sorriso".
In sinergia con l'Onlus Onda d'Urto, Teresa è oggi impegnata nella cura e nella tutela della malata oncologica. Infatti, i fondi ricavati dalla vendita dei turbanti, cuciti con tessuti donati, verranno devoluti per sostenere economicamente le spese mediche e di trasporto di alcune ammalate bisognose, o anche per acquistare una parrucca. "Quando una persona si ammala e decide di curarsi lontana da casa, le spese da sostenere sono ingenti e si sommano ad altre necessità - spiega Teresa - Quindi vogliamo sostenere quelli che diventano dei veri e propri viaggi di speranza. Insomma, l'obiettivo è sempre e comunque tentare di alleggerire il peso della malattia".
Ad oggi, il progetto (T)urban Wave ha avuto un buon impatto mediatico. In crescita sono le donazioni di tessuti e molto sono i turbanti venduti e regalati; ma soprattutto molte donne si sono avvicinate a questo progetto, decidendo di condividere il proprio percorso con altre donne. Nonostante questo, il progetto è solo agli esordi e tante sono le speranze per il futuro.
Per donare dei tessuti è possibile scrivere a terrycalvano@ondadurto.org