Vita di città
Suriano: «Il Sindaco salvi la palazzina di via Manthonè»
Il civico numero 4 ospitava il comanda della Polizia Municipale
Andria - mercoledì 5 agosto 2015
9.24
Il prof. Riccardo Suriano da sempre appassionato di storia e innamorato delle bellezze artistiche della città di Andria lancia un appello al Sindaco, Nicola Giorgino, per salvaguardare un piccolo patrimonio storico come la palazzina di via Manthonè che anni fa ospitava il comando della Polizia Municipale.
«Spicca una data 1903 in alto sul portone d'ingresso dell'edificio comunale di via Manthonè 4, che si affaccia nella ben nota piazza Porta La Barra, in Andria. Una costruzione d'epoca graziosa, stile liberty, età giolittiana, posta all'inizio di via Eritrea. Toponimo questo che ci rinvia a tempi ormai lontani della politica coloniale di Giovanni Giolitti prima, di Benito Mussolini dopo. L'immobile è sormontato da un magnifico orologio Trebino. I suoi ingranaggi, ormai vetusti, non sono stati mai più riparati. Perciò l'orologio è fermo da oltre trent'anni, le pale delle lancette pure, zittiscono le due antiche campane in alto. Un grande medaglione dello stemma di Andria si erge sulla parte superiore con il solito leone rampante sul ramoscello d'ulivo. La palazzina si compone di due piani: un piano terra rialzato, a cui si accede per mezzo di una rampa in pietra, e un primo piano. Le dimensioni degli spazi interni sono alquanto ridotte, ma adatte ad accogliere un ufficio comunale decentrato. La sua iniziale destinazione d'uso la ignoro. Certamente i più anziani la ricorderanno ancora. So invece che alcuni anni fa la palazzina ha ospitato il comando della Polizia municipale di Andria. Tutt'ora si vede una targa vistosa che riporta l'indicazione. Mai scelta fu più intelligente ed opportuna. Fatto sta che dopo pochi anni l'ufficio è stato trasferito altrove. La palazzina di via Manthonè nr.4 è rimasta completamente chiusa. Disabitata. Abbandonata a se stessa. Oggi il portone d'ingresso va in rovina. Le finestre laterali di via Manthonè e di via Eritrea, ad arco tutto tondo, sono rovinate dal tempo, dalle intemperie e dall'incuria. Scardinata qualche anta. Rotti i vetri. Le lunette superiori delle finestre non esistono più. Spesse volte ci siamo chiesti come mai il Comune di Andria ha lasciato alla deriva codesto patrimonio. Come mai non si è pensato più di trasferire uno sportello comunale dopo i vigili urbani. Perchè non si affida l'uso a una Associazione di volontariato o di promozione sociale o a una cooperativa socio-culturale di grande spessore? Tempo fa la sede fu chiesta dall'AGE, associazione di volontariato composta da genitori seri e responsabili, che si occupano della formazione, educazione e crescita dei giovanissimi. La risposta del Comune non si fece attendere. L'Assessore al patrimonio si dichiarò disposto a concedere la palazzina in comodato d'uso, ma a una condizione: che l'AGE stessa di tasca propria provvedesse alle spese dei lavori di recupero e di sistemazione dello stabile. Proposta assurda e indecente. L'AGE rinunziò, non avendo né risorse, né fondi, né soldi. Rinunziò l'AGE e il Comune di Andria non ha fatto più nulla. Sappiamo tutti che la presenza umana, dovunque c'è, impedisce che la natura riprenda il sopravvento. In questo caso, la presenza di una associazione seria e capace - conclude il prof. Suriano - può impedire che la palazzina liberty di via Manthonè nr.4 decada, anno dopo anno, fino ad arrivare allo stato comatoso attuale, irreparabile e irrecuperabile!
«Spicca una data 1903 in alto sul portone d'ingresso dell'edificio comunale di via Manthonè 4, che si affaccia nella ben nota piazza Porta La Barra, in Andria. Una costruzione d'epoca graziosa, stile liberty, età giolittiana, posta all'inizio di via Eritrea. Toponimo questo che ci rinvia a tempi ormai lontani della politica coloniale di Giovanni Giolitti prima, di Benito Mussolini dopo. L'immobile è sormontato da un magnifico orologio Trebino. I suoi ingranaggi, ormai vetusti, non sono stati mai più riparati. Perciò l'orologio è fermo da oltre trent'anni, le pale delle lancette pure, zittiscono le due antiche campane in alto. Un grande medaglione dello stemma di Andria si erge sulla parte superiore con il solito leone rampante sul ramoscello d'ulivo. La palazzina si compone di due piani: un piano terra rialzato, a cui si accede per mezzo di una rampa in pietra, e un primo piano. Le dimensioni degli spazi interni sono alquanto ridotte, ma adatte ad accogliere un ufficio comunale decentrato. La sua iniziale destinazione d'uso la ignoro. Certamente i più anziani la ricorderanno ancora. So invece che alcuni anni fa la palazzina ha ospitato il comando della Polizia municipale di Andria. Tutt'ora si vede una targa vistosa che riporta l'indicazione. Mai scelta fu più intelligente ed opportuna. Fatto sta che dopo pochi anni l'ufficio è stato trasferito altrove. La palazzina di via Manthonè nr.4 è rimasta completamente chiusa. Disabitata. Abbandonata a se stessa. Oggi il portone d'ingresso va in rovina. Le finestre laterali di via Manthonè e di via Eritrea, ad arco tutto tondo, sono rovinate dal tempo, dalle intemperie e dall'incuria. Scardinata qualche anta. Rotti i vetri. Le lunette superiori delle finestre non esistono più. Spesse volte ci siamo chiesti come mai il Comune di Andria ha lasciato alla deriva codesto patrimonio. Come mai non si è pensato più di trasferire uno sportello comunale dopo i vigili urbani. Perchè non si affida l'uso a una Associazione di volontariato o di promozione sociale o a una cooperativa socio-culturale di grande spessore? Tempo fa la sede fu chiesta dall'AGE, associazione di volontariato composta da genitori seri e responsabili, che si occupano della formazione, educazione e crescita dei giovanissimi. La risposta del Comune non si fece attendere. L'Assessore al patrimonio si dichiarò disposto a concedere la palazzina in comodato d'uso, ma a una condizione: che l'AGE stessa di tasca propria provvedesse alle spese dei lavori di recupero e di sistemazione dello stabile. Proposta assurda e indecente. L'AGE rinunziò, non avendo né risorse, né fondi, né soldi. Rinunziò l'AGE e il Comune di Andria non ha fatto più nulla. Sappiamo tutti che la presenza umana, dovunque c'è, impedisce che la natura riprenda il sopravvento. In questo caso, la presenza di una associazione seria e capace - conclude il prof. Suriano - può impedire che la palazzina liberty di via Manthonè nr.4 decada, anno dopo anno, fino ad arrivare allo stato comatoso attuale, irreparabile e irrecuperabile!