Scuola e Lavoro
Sulla scuola ancora critiche dei sindacati contro il Governo: «Non si riapre per decreto»
A poco più di un mese dall'inizio dell'anno scolastico ancora tanti i nodi da sciogliere per tornare in presenza
Andria - venerdì 13 agosto 2021
18.51
Il prossimo 20 settembre, a poco più di un mese, come da calendario regionale anche se molti istituti hanno deciso di anticipare, riparte la scuola in Puglia. Da decreto la scuola deve ripartire in presenza, e solo in casi specifici e circoscritti si potrà ricorrere ad altri metodi come la DaD o la DDI. Ma la situazione non è delle migliori e la ripartenza sembra ancora coperta da grosse nuvole. In una nota congiunta, i sindacati della scuola (FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda e Anief) sottolineano le criticità che non sono state risolte, e l'inopportunità per loro del decreto che obbliga docenti e personale Ata ad avere il green pass.
«La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico - si legge nella nota - con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante la Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali, inadeguate a cogliere la complessità delle situazioni».
«Restano - prosegue la nota - nel frattempo irrisolti altri aspetti che incidono fortemente nel determinare le necessarie condizioni di sicurezza. Non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, si preferisce ricorrere a fragili misure una tantum per il recupero, non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni genere di incombenza senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative. Con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di 8 milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte».
«Il sindacato ha fatto proprio l'obiettivo e i connessi impegni per un ritorno a scuola in presenza - sottolineano - considerando a tal fine fondamentale il buon esito della campagna vaccinale, per la quale per primo, a suo tempo ha rivendicato una priorità di attenzione per il personale scolastico. Per questo non abbiamo condiviso l'interruzione, da parte del Governo, della priorità vaccinale in primavera per il personale della scuola, proprio perché ravvisavamo un rallentamento nel percorso per raggiungere il rientro in presenza. Proprio l'altissima percentuale di coloro che responsabilmente si sono sottoposti alla vaccinazione, dando prova di senso civico, pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni, una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino».
«Le scriventi Organizzazioni Sindacali - concludono - confermano sin d'ora la disponibilità a proseguire il confronto con l'Amministrazione per individuare soluzioni che tutelino la salute di tutti i lavoratori. Chiediamo che si faccia chiarezza sulle indicazioni per il distanziamento in classe; che non si realizzi, con il taglio dell'organico aggiuntivo Covid, nessun arretramento su misure di sicurezza per ragioni economiche e che sia immediatamente rimossa ogni reticenza da parte dell'Amministrazione nel fornire sia i dati relativi agli esiti del contagio in ambito scolastico, che l'esatto stato della campagna vaccinale. La sicurezza per decreto è in netta antitesi con l'efficace politica del confronto e della condivisione necessaria in epoca di pandemia. I diktat alimentano tensioni e ostilità anche nei contesti in cui come nella scuola si è già dimostrata altissima responsabilità e senso civico».
Nel frattempo, Anief ha lanciato una petizione aperta alle famiglie e al personale scolastico per approvare un piano urgente per sdoppiare le classi e raddoppiare gli organici e ha dichiarato uno sciopero del personale per il primo giorno di scuola, in quanto: «La scuola sta per ripartire non in sicurezza. Chiediamo di sdoppiare le classi, perché non è possibile mantenere il distanziamento sociale necessario per le norme anti Covid. Vogliamo l'abolizione dell'obbligo del Green pass e soprattutto dare un segnale: la scuola c'è, è viva e vuole essere partecipe della crescita del Paese. Inoltre è pronta ad astenersi dal lavoro per ottenere quelle riforme che servono per cambiare e migliorare il nostro Paese»
«La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico - si legge nella nota - con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante la Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali, inadeguate a cogliere la complessità delle situazioni».
«Restano - prosegue la nota - nel frattempo irrisolti altri aspetti che incidono fortemente nel determinare le necessarie condizioni di sicurezza. Non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, si preferisce ricorrere a fragili misure una tantum per il recupero, non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni genere di incombenza senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative. Con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di 8 milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte».
«Il sindacato ha fatto proprio l'obiettivo e i connessi impegni per un ritorno a scuola in presenza - sottolineano - considerando a tal fine fondamentale il buon esito della campagna vaccinale, per la quale per primo, a suo tempo ha rivendicato una priorità di attenzione per il personale scolastico. Per questo non abbiamo condiviso l'interruzione, da parte del Governo, della priorità vaccinale in primavera per il personale della scuola, proprio perché ravvisavamo un rallentamento nel percorso per raggiungere il rientro in presenza. Proprio l'altissima percentuale di coloro che responsabilmente si sono sottoposti alla vaccinazione, dando prova di senso civico, pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni, una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino».
«Le scriventi Organizzazioni Sindacali - concludono - confermano sin d'ora la disponibilità a proseguire il confronto con l'Amministrazione per individuare soluzioni che tutelino la salute di tutti i lavoratori. Chiediamo che si faccia chiarezza sulle indicazioni per il distanziamento in classe; che non si realizzi, con il taglio dell'organico aggiuntivo Covid, nessun arretramento su misure di sicurezza per ragioni economiche e che sia immediatamente rimossa ogni reticenza da parte dell'Amministrazione nel fornire sia i dati relativi agli esiti del contagio in ambito scolastico, che l'esatto stato della campagna vaccinale. La sicurezza per decreto è in netta antitesi con l'efficace politica del confronto e della condivisione necessaria in epoca di pandemia. I diktat alimentano tensioni e ostilità anche nei contesti in cui come nella scuola si è già dimostrata altissima responsabilità e senso civico».
Nel frattempo, Anief ha lanciato una petizione aperta alle famiglie e al personale scolastico per approvare un piano urgente per sdoppiare le classi e raddoppiare gli organici e ha dichiarato uno sciopero del personale per il primo giorno di scuola, in quanto: «La scuola sta per ripartire non in sicurezza. Chiediamo di sdoppiare le classi, perché non è possibile mantenere il distanziamento sociale necessario per le norme anti Covid. Vogliamo l'abolizione dell'obbligo del Green pass e soprattutto dare un segnale: la scuola c'è, è viva e vuole essere partecipe della crescita del Paese. Inoltre è pronta ad astenersi dal lavoro per ottenere quelle riforme che servono per cambiare e migliorare il nostro Paese»