Vita di città
Stadio comunale "degli Ulivi": 40 anni di tribuna coperta
Una soluzione innovativa messa a punto da due giovani professionisti andriesi: l’ingegnere Vincenzo e l’architetto Francesco Nicolamarino
Andria - lunedì 22 luglio 2024
13.32
Sono trascorsi 40 anni dalla realizzazione della tribuna coperta dello stadio "degli Ulivi". Una struttura avvenieristica per l'epoca e che ha consentito al nostro "comunale" di poter accogliere tante partite, non solo di campionato ma anche nazionali, in tutta sicurezza. Ne ripercorriamo la sua storia, sperando che sia di monito ai nostri attuali amministratori, non prima di aver ringraziato l'amico Francesco Nicolamarino di averci permesso di avere a disposizione alcune foto dell'epoca.
Nel 1984, vincendo il campionato di serie D, la Fidelis Andria per la prima volta nella sua storia, si apprestava ad esordire in C2 fra i professionisti.
Esattamente quaranta anni fa, il 21 luglio 1984, l'Amministrazione Comunale guidata dal compianto Sindaco avv. Franco Piccolo, consegnava il cantiere all'impresa edile Liso Donato, per la realizzazione della copertura del settore tribuna dello Stadio comunale. Avevano inizio i lavori che nel tempo prefissato di novanta giorni avrebbero dato una precisa identità a quello che era fino ad allora una struttura sportiva di limitato valore.
A seguito di un appalto concorso, l'impresa si era aggiudicata i lavori grazie ad una soluzione progettuale ed una tecnologia costruttiva per l'epoca innovativa messa a punto da due giovani professionisti andriesi: l'ingegnere Vincenzo e l'architetto Francesco Nicolamarino. Tale soluzione progettuale, in seguito adottata da altre strutture sportive italiane fra cui lo stadio di Bologna, prevedeva l'utilizzo di travi portanti in acciaio di notevole sbalzo (17 metri) controbilanciate da una serie di pali in calcestruzzo armato che, lavorando a trazione, sono infissi nella roccia esterna all'impianto sportivo. La soluzione indicata, semplice ed efficace, consentì la consegna dei lavori ultimati nel termine prestabilito dei 90 giorni, nonostante il periodo estivo, la difficoltà di approvvigionamento dei materiali necessari alla esecuzione dell'opera e l'ampliamento ed integrazione della commessa mediante la contemporanea realizzazione della tribuna centrale numerata. Infatti il 19 ottobre la Fidelis Andria potette giocare nel proprio stadio la prima partita in assoluto nella serie professionistica della C2.
La precisa e tempestiva puntualità nella esecuzione dei lavori comprensivi delle indispensabili certificazioni di agibilità, fu raggiunta grazie alla alacre disponibilità, competenza e professionalità messa in campo dalle maestranze e dalle ditte esecutrici, tutte andriesi. Un appalto eseguito senza gli opportunistici ritardi quali sono quelli che oggi caratterizzano la esecuzione di opere pubbliche.
Quello che oggi è lo stadio comunale "degli Ulivi", ha visto successivamente nel tempo svilupparsi la sua struttura con la realizzazione del manto erboso, dell'impianto di illuminazione, delle curve, dell'ampliamento delle stesse mediante parterre e del recinto in vetro del terreno di gioco. Oggi, a quaranta anni dalla realizzazione della tribuna coperta, appare in una veste alquanto trascurata. Si spera che una nuova pronta risalita fra i professionisti nella prossima stagione agonistica della Fidelis Andria, sia da stimolo per una messa a nuovo dello stadio, così come avvenne quaranta anni fa, in quell'entusiasmante estate del 1984.
Nel 1984, vincendo il campionato di serie D, la Fidelis Andria per la prima volta nella sua storia, si apprestava ad esordire in C2 fra i professionisti.
Esattamente quaranta anni fa, il 21 luglio 1984, l'Amministrazione Comunale guidata dal compianto Sindaco avv. Franco Piccolo, consegnava il cantiere all'impresa edile Liso Donato, per la realizzazione della copertura del settore tribuna dello Stadio comunale. Avevano inizio i lavori che nel tempo prefissato di novanta giorni avrebbero dato una precisa identità a quello che era fino ad allora una struttura sportiva di limitato valore.
A seguito di un appalto concorso, l'impresa si era aggiudicata i lavori grazie ad una soluzione progettuale ed una tecnologia costruttiva per l'epoca innovativa messa a punto da due giovani professionisti andriesi: l'ingegnere Vincenzo e l'architetto Francesco Nicolamarino. Tale soluzione progettuale, in seguito adottata da altre strutture sportive italiane fra cui lo stadio di Bologna, prevedeva l'utilizzo di travi portanti in acciaio di notevole sbalzo (17 metri) controbilanciate da una serie di pali in calcestruzzo armato che, lavorando a trazione, sono infissi nella roccia esterna all'impianto sportivo. La soluzione indicata, semplice ed efficace, consentì la consegna dei lavori ultimati nel termine prestabilito dei 90 giorni, nonostante il periodo estivo, la difficoltà di approvvigionamento dei materiali necessari alla esecuzione dell'opera e l'ampliamento ed integrazione della commessa mediante la contemporanea realizzazione della tribuna centrale numerata. Infatti il 19 ottobre la Fidelis Andria potette giocare nel proprio stadio la prima partita in assoluto nella serie professionistica della C2.
La precisa e tempestiva puntualità nella esecuzione dei lavori comprensivi delle indispensabili certificazioni di agibilità, fu raggiunta grazie alla alacre disponibilità, competenza e professionalità messa in campo dalle maestranze e dalle ditte esecutrici, tutte andriesi. Un appalto eseguito senza gli opportunistici ritardi quali sono quelli che oggi caratterizzano la esecuzione di opere pubbliche.
Quello che oggi è lo stadio comunale "degli Ulivi", ha visto successivamente nel tempo svilupparsi la sua struttura con la realizzazione del manto erboso, dell'impianto di illuminazione, delle curve, dell'ampliamento delle stesse mediante parterre e del recinto in vetro del terreno di gioco. Oggi, a quaranta anni dalla realizzazione della tribuna coperta, appare in una veste alquanto trascurata. Si spera che una nuova pronta risalita fra i professionisti nella prossima stagione agonistica della Fidelis Andria, sia da stimolo per una messa a nuovo dello stadio, così come avvenne quaranta anni fa, in quell'entusiasmante estate del 1984.