Attualità
Stabilizzazioni, beffa in Gazzetta Ufficiale: operatori della sanità in rivolta
Appello al ministro Boccia e al presidente della Regione dalla Fials Bat
BAT - lunedì 25 maggio 2020
10.56
I vertici della segreteria territoriale della Fials Bat, hanno rimarcato quanto già dichiarato dal segretario nazionale del sindacato Pino Carbone in merito alla questione delle stabilizzazioni degli operatori sanitari.
In una nota, i referenti del Sindacato degli operatori sanitari sottolineano: «Attendevamo con ansia, e insieme a noi migliaia di precari della sanità, di leggere nel testo del decreto la norma più volte annunciata e già prevista al comma 255 del testo entrato nel consiglio dei ministri il 19 maggio scorso, che avrebbe rappresentato per i professionisti sanitari una maggiore possibilità di uscire fuori dal precariato allargando la maglia delle stabilizzazioni con il posticipo dei requisiti. Constatiamo con amarezza, purtroppo, che quell'articolo, che prevedeva la modifica alla Legge Madia, è stato eliminato dal testo e non è più presente nell'articolato pubblicato nei giorni scorsi dalla Gazzetta Ufficiale».
La Fials ha promesso di continuare a dare battaglia in sede di conversione del Decreto «per far sì che la norma venga inserita nel testo, a prescindere dalle responsabilità di questo pessimo "gioco di prestigio". Non è stato facile, per gli operatori sanitari e Ubaldo Pagano, parlamentare del Pd primo firmatario della norma sulla stabilizzazione dei precari delle Asl, digerire l'amara sorpresa riservata dalla mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale proprio mentre la sanità pugliese stava per assumerli».
In queste ore si cerca una soluzione al fine di evitare il rischio di una guerra tra precari vincitori di concorso e operatori in attesa delle mobilità.
Le rassicurazioni giunte dal ministro della salute Roberto Speranza non sono state sufficienti a placare il vespaio di polemiche sulla assurda beffa riservata dal Governo a quelli che, fino a pochi giorni fa, erano considerati e definiti alla stregua di "angeli" mandati contro il "diavolo" Coronavirus.
«Non è più tempo, ormai, degli applausi costanti ed emozionanti dei cittadini sui balconi per ringraziare tutti gli operatori sanitari, come sono in assoluto silenzio anche le sirene dei Vigili del fuoco e delle forze dell'ordine che pure avevano espresso gratitudine davanti agli ospedali di tutta Italia nei confronti degli "eroi" stremati dal lavoro e flagellati nei loro visi in una lotta intensa al Covid 19. Medici, infermieri, operatori sanitari che hanno visto sparire la speranza del posto a tempo indeterminato. Sono scomparsi anche i famosi 1000 euro di bonus per ciascun dipendente impegnato nell'emergenza sanitaria tanto conclamati e promessi dal presidente Conte e dal ministro Speranza e riportati nella bozza dello stesso Decreto» hanno aggiunto i rappresentanti della Fials, evidentemente amareggiati.
Secondo quanto previsto dalle ultime disposizioni, ai dipendenti potrebbe giungere nient'altro che un'elemosina una tantum per l'anno 2020, ed eventualmente il riconoscimento dell'indennità di malattie infettive, solo con risorse rivenienti dai bilanci delle singole Regioni.
«Oggi non possiamo che prendere atto di avere un Governo disattento nei confronti dei professionisti della salute, come altrettanto disattento nel togliere stranamente, dal decreto lo spostamento della data al 31 dicembre 2020 per i requisiti della stabilizzazione di tutti gli operatori sanitari» hanno rimarcato i referenti dell'organizzazione sindacale.
«La Fials continuerà a battersi al fianco di tutti i lavoratori della sanità, precari vincitori di concorso, e operatori in attesa delle mobilità. I lavoratori non devono essere assolutamente oggetto di dispute politiche: l'obiettivo comune deve essere il reinserimento dell'articolo nel Decreto rilancio» hanno sottolineato Somma e Di Liddo, chiedendo un urgente e autorevole intervento del ministro per gli affari regionali e per le autonomie Francesco Boccia e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oltre che dei consiglieri regionali del territorio «affinché durante l'iter di riconversione in legge del decreto 34/2020, possa essere ripristinato quanto riportato al comma 255 del testo entrato nel consiglio dei ministri il 19 maggio scorso come già richiamato nella relazione illustrativa alla legge milleproroghe per la stabilizzazione del personale precario». i due esponenti sindacali biscegliesi confidano «che si avvii al più presto una programmazione per il rinnovo contrattuale che dia realmente valore ai nostri professionisti, un tempo (già passato a quanto pare) chiamati "eroi"».
In una nota, i referenti del Sindacato degli operatori sanitari sottolineano: «Attendevamo con ansia, e insieme a noi migliaia di precari della sanità, di leggere nel testo del decreto la norma più volte annunciata e già prevista al comma 255 del testo entrato nel consiglio dei ministri il 19 maggio scorso, che avrebbe rappresentato per i professionisti sanitari una maggiore possibilità di uscire fuori dal precariato allargando la maglia delle stabilizzazioni con il posticipo dei requisiti. Constatiamo con amarezza, purtroppo, che quell'articolo, che prevedeva la modifica alla Legge Madia, è stato eliminato dal testo e non è più presente nell'articolato pubblicato nei giorni scorsi dalla Gazzetta Ufficiale».
La Fials ha promesso di continuare a dare battaglia in sede di conversione del Decreto «per far sì che la norma venga inserita nel testo, a prescindere dalle responsabilità di questo pessimo "gioco di prestigio". Non è stato facile, per gli operatori sanitari e Ubaldo Pagano, parlamentare del Pd primo firmatario della norma sulla stabilizzazione dei precari delle Asl, digerire l'amara sorpresa riservata dalla mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale proprio mentre la sanità pugliese stava per assumerli».
In queste ore si cerca una soluzione al fine di evitare il rischio di una guerra tra precari vincitori di concorso e operatori in attesa delle mobilità.
Le rassicurazioni giunte dal ministro della salute Roberto Speranza non sono state sufficienti a placare il vespaio di polemiche sulla assurda beffa riservata dal Governo a quelli che, fino a pochi giorni fa, erano considerati e definiti alla stregua di "angeli" mandati contro il "diavolo" Coronavirus.
«Non è più tempo, ormai, degli applausi costanti ed emozionanti dei cittadini sui balconi per ringraziare tutti gli operatori sanitari, come sono in assoluto silenzio anche le sirene dei Vigili del fuoco e delle forze dell'ordine che pure avevano espresso gratitudine davanti agli ospedali di tutta Italia nei confronti degli "eroi" stremati dal lavoro e flagellati nei loro visi in una lotta intensa al Covid 19. Medici, infermieri, operatori sanitari che hanno visto sparire la speranza del posto a tempo indeterminato. Sono scomparsi anche i famosi 1000 euro di bonus per ciascun dipendente impegnato nell'emergenza sanitaria tanto conclamati e promessi dal presidente Conte e dal ministro Speranza e riportati nella bozza dello stesso Decreto» hanno aggiunto i rappresentanti della Fials, evidentemente amareggiati.
Secondo quanto previsto dalle ultime disposizioni, ai dipendenti potrebbe giungere nient'altro che un'elemosina una tantum per l'anno 2020, ed eventualmente il riconoscimento dell'indennità di malattie infettive, solo con risorse rivenienti dai bilanci delle singole Regioni.
«Oggi non possiamo che prendere atto di avere un Governo disattento nei confronti dei professionisti della salute, come altrettanto disattento nel togliere stranamente, dal decreto lo spostamento della data al 31 dicembre 2020 per i requisiti della stabilizzazione di tutti gli operatori sanitari» hanno rimarcato i referenti dell'organizzazione sindacale.
«La Fials continuerà a battersi al fianco di tutti i lavoratori della sanità, precari vincitori di concorso, e operatori in attesa delle mobilità. I lavoratori non devono essere assolutamente oggetto di dispute politiche: l'obiettivo comune deve essere il reinserimento dell'articolo nel Decreto rilancio» hanno sottolineato Somma e Di Liddo, chiedendo un urgente e autorevole intervento del ministro per gli affari regionali e per le autonomie Francesco Boccia e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oltre che dei consiglieri regionali del territorio «affinché durante l'iter di riconversione in legge del decreto 34/2020, possa essere ripristinato quanto riportato al comma 255 del testo entrato nel consiglio dei ministri il 19 maggio scorso come già richiamato nella relazione illustrativa alla legge milleproroghe per la stabilizzazione del personale precario». i due esponenti sindacali biscegliesi confidano «che si avvii al più presto una programmazione per il rinnovo contrattuale che dia realmente valore ai nostri professionisti, un tempo (già passato a quanto pare) chiamati "eroi"».