Territorio
Sprechi alimentari, Mennea (Pd): “Le nuove povertà la vera emergenza”
Incontro alla Fiera del Levante sulla legge di cui il consigliere barlettano è primo firmatario
Andria - martedì 12 settembre 2017
"La legge sul recupero degli sprechi alimentari è la cosa di cui vado più fiero tra i traguardi da me realizzati in questa e nella precedente legislatura. Perché è un esempio di politica che eticamente risponde meglio ai canoni del fare il pubblico amministratore. Ed è una tappa raggiunta coinvolgendo coloro che, dal basso, già si occupavano di sprechi alimentari". Lo ha detto Ruggiero Mennea, consigliere regionale e primo firmatario della legge regionale n. 13 del 18 maggio 2017 su "Recupero e riutilizzo di eccedenze, sprechi alimentari e prodotti farmaceutici", durante un incontro in Fiera del Levante su "Dall'atto all'azione - Presentazione del tavolo regionale di coordinamento per la lotta allo spreco alimentare".
"Quando abbiamo presentato la proposta di legge mancava anche la norma nazionale, la legge Gadda, entrata in vigore nel settembre scorso", ha proseguito Mennea. "Abbiamo fatto emergere ciò che già si attuava, ma con fatica. Infatti, trasferire le eccedenze alimentari veniva considerato, addirittura, un atto contro legge. Contro le leggi sanitari e fiscali, ad esempio. Chi operava in questo ambito viveva un paradosso: nonostante avesse sposato una causa importante, correva dei rischi. Abbiamo eliminato una zona grigia – ha rimarcato - nell'ambito del mondo del volontariato, che ha un ruolo fondamentale nella vita di questo Paese, in molti ambiti a cominciare da quello della protezione civile".
L'esponente del Pd ha anche spiegato che "a distanza di un anno, a legge approvata, si vogliono ascoltare gli attori per mettere a punto i sistemi di attuazione della norma. Spesso, anche a livello nazionale, ci sono leggi scritte bene ma che rimangono inattuate o che comunque non portano benefici, perché magari prive di regolamenti attuativi o di copertura finanziaria".
"Questa legge invece – ha sottolineato - ha una copertura finanziaria (di 600mila euro) e non prevede nel testo l'emanazione di un regolamento. E' contemplato, invece, un tavolo di coordinamento regionale per l'attuazione della legge. Il sistema di trasferimento delle eccedenze da chi le produce a chi ne ha bisogno è semplice, è scritto chiaramente nella legge. Il difficile è mettere in rete i soggetti attuatori".
Gli ultimi dati in materia di sprechi di cibo sono agghiaccianti: il 50 per cento di eccedenze alimentari è prodotto dai nuclei familiari. "Questo vuol dire – ha detto il consigliere regionale - che manca una consapevolezza del cibo, che si trasforma in rifiuti (facendo crescere la Tari) e alimenta uno stile di vita sbagliato (che produce a sua volta spesa sanitaria elevata). Abbiamo quindi una doppia possibilità: mettere a sistema i modi di trasferimento delle eccedenze alimentari e attuare una nuova cultura del consumo".
Riguardo al funzionamento delle legge, poi Mennea ha spiegato che "è stato previsto il tavolo di coordinamento che deve individuare le linee guida, che consentiranno poi di far trasferire concretamente le eccedenze da produttori, distributori, ristoratori alla catena del volontariato, al forum del terzo settore e ai Comuni, che oggi sono il front office cui si rivolgono i cittadini in difficoltà". "E' auspicabile anche una più stretta collaborazione tra i volontari della protezione civile e le associazioni che distribuiscono alimenti", ha aggiunto. "Ma per farlo occorre che gli amministratori pubblici dichiarino la povertà alimentare un'emergenza. In questo c'è già il mio impegno, occorre coinvolgere anche gli altri".
L'invito finale è stato per gli assessori alle Risorse agroalimentari e al Welfare, Leo Di Gioia e Salvatore Negro, "perché si stringano i tempi per attuare la legge e impegnare le risorse finanziarie, in modo che questo strumento legislativo –ha concluso - diventi una risposta efficace per il contrasto alle nuove povertà".
"Quando abbiamo presentato la proposta di legge mancava anche la norma nazionale, la legge Gadda, entrata in vigore nel settembre scorso", ha proseguito Mennea. "Abbiamo fatto emergere ciò che già si attuava, ma con fatica. Infatti, trasferire le eccedenze alimentari veniva considerato, addirittura, un atto contro legge. Contro le leggi sanitari e fiscali, ad esempio. Chi operava in questo ambito viveva un paradosso: nonostante avesse sposato una causa importante, correva dei rischi. Abbiamo eliminato una zona grigia – ha rimarcato - nell'ambito del mondo del volontariato, che ha un ruolo fondamentale nella vita di questo Paese, in molti ambiti a cominciare da quello della protezione civile".
L'esponente del Pd ha anche spiegato che "a distanza di un anno, a legge approvata, si vogliono ascoltare gli attori per mettere a punto i sistemi di attuazione della norma. Spesso, anche a livello nazionale, ci sono leggi scritte bene ma che rimangono inattuate o che comunque non portano benefici, perché magari prive di regolamenti attuativi o di copertura finanziaria".
"Questa legge invece – ha sottolineato - ha una copertura finanziaria (di 600mila euro) e non prevede nel testo l'emanazione di un regolamento. E' contemplato, invece, un tavolo di coordinamento regionale per l'attuazione della legge. Il sistema di trasferimento delle eccedenze da chi le produce a chi ne ha bisogno è semplice, è scritto chiaramente nella legge. Il difficile è mettere in rete i soggetti attuatori".
Gli ultimi dati in materia di sprechi di cibo sono agghiaccianti: il 50 per cento di eccedenze alimentari è prodotto dai nuclei familiari. "Questo vuol dire – ha detto il consigliere regionale - che manca una consapevolezza del cibo, che si trasforma in rifiuti (facendo crescere la Tari) e alimenta uno stile di vita sbagliato (che produce a sua volta spesa sanitaria elevata). Abbiamo quindi una doppia possibilità: mettere a sistema i modi di trasferimento delle eccedenze alimentari e attuare una nuova cultura del consumo".
Riguardo al funzionamento delle legge, poi Mennea ha spiegato che "è stato previsto il tavolo di coordinamento che deve individuare le linee guida, che consentiranno poi di far trasferire concretamente le eccedenze da produttori, distributori, ristoratori alla catena del volontariato, al forum del terzo settore e ai Comuni, che oggi sono il front office cui si rivolgono i cittadini in difficoltà". "E' auspicabile anche una più stretta collaborazione tra i volontari della protezione civile e le associazioni che distribuiscono alimenti", ha aggiunto. "Ma per farlo occorre che gli amministratori pubblici dichiarino la povertà alimentare un'emergenza. In questo c'è già il mio impegno, occorre coinvolgere anche gli altri".
L'invito finale è stato per gli assessori alle Risorse agroalimentari e al Welfare, Leo Di Gioia e Salvatore Negro, "perché si stringano i tempi per attuare la legge e impegnare le risorse finanziarie, in modo che questo strumento legislativo –ha concluso - diventi una risposta efficace per il contrasto alle nuove povertà".